Un giro in città.

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Mi svegliai presto quella mattina, verso le 5:00, non riuscivo a prendere sonno pensando a come il destino mi venisse incontro avendomi fatto incontrare Justin due volte. Cosa che credevo impossibile fino a due giorni fa.

Quel sorriso, quelle labbra, lui. Le sensazioni provate quando solo mi sfiorava, quei brividi che mi percorrevano la schiena, era tutto così reale.

Tra un pensiero e l'altro mi alzai ed andai in cucina per bere un bicchiere d'acqua, uscii sul balcone per fumarmi una sigaretta in tranquillità, ad un certo punto sentii squillare il telefono. Lo tirai fuori dalla tasca e guardai il display: Mamma.
Risposi senza esitare, era da un po' che io e mamma non avevamo conversazione, esattamente tre giorni che non la sentivo e la sua voce isterica mi mancava. Strano a dirsi, ma era così.

"Pronto mamma" Risposi felice prolungando il suono sulla a.

"Amore della mamma, come stai? Tutto bene? Amore mangi vero? No, perché ti sento un po' giù, devi mangiare eh, devi stare in forze!" Disse lei tutto d'un fiato senza lasciarmi il tempo di rispondere ad una sola domanda di quelle fatte. Erano solo trenta secondi che eravamo al telefono e mi aveva già tartassato di domande.

"Mamma, calmati, sto bene voi? Non iniziare, certo che mangio, solo che mi sono appena svegliato! Qua sono le 5:30 del mattino eh" Dissi sghignazzando.

"Noi stiamo bene Ale. Comunque buongiorno tesoro, come è andato l'inserimento nella nuova scuola? Ti sei trovato bene? Ti trattano bene i compagni?"
Mamma era molto fiscale su queste cose, sapeva che cosa avevo passato per via dei compagni che non mi accettavano per quello che ero. Avevo fatto la maggior parte degli anni scolastici a essere preso di mira per la mia sessualità differente dalla norma.

"Buonasera a te invece mamma" dissi ridendo "È andato benissimo, ho avuto paura all'inizio non conoscendo il posto e la gente, già lo sai come sono." Mi fermai prendendo fiato e spensi la sigaretta. "Ho conosciuto dei ragazzi simpaticissimi che mi trattano come se mi conoscessero da una vita, non mi posso lamentare, adesso però vado a far colazione così poi mi preparo, ti auguro buona serata." Sospirai pensando a cosa stavo per dire "Sembra strano da dire, ma ti voglio bene, mi manchi, ciao mamma" Continuai con un filo di tristezza nella voce. Non avrei mai pensato di dirlo, ma la mia famiglia rompipalle mi mancava.

"Va bene amore, vai a fare colazione. Anche io ti voglio bene, anzi ti vogliamo bene, e ci manchi anche tu, fai il bravo a scuola. Ciao tesoro." mi salutò lei attaccando la chiamata.

Rientrai in casa e chiusi la porta-finestra del balcone, erano le 5:45. Spalancai gli occhi sorpreso, come al solito in ritardo. Corsi in bagno ed andai a farmi una doccia veloce, finii di lavarmi ed uscii dalla doccia, mi asciugai il corpo e successivamente i capelli. Li iniziai a piastrare ma dopo poco mi passò la voglia, così raccolsi il ciuffo abbastanza lungo e mi feci un codino. Poi indossai una tutona, una maglietta ed un cardigang, misi i doctor martin's e preso lo zaino misi dentro tutto ciò che mi serviva.

Erano le 6:00 e la città era già attiva, gente che camminava, macchine e camion in corsia, per non parlare dei taxi sempre in movimento. Non so come mai uscii di casa così presto quel giorno, così decisi di andare a fare colazione da Starbucks, arrivato li ordinai un cappuccino ed una brioches al cioccolato, feci colazione finendo verso le 6:30. Mentre giravo per i negozi che erano in orario di apertura mi arrivò una chiamata da Madison.

"Pronto Mad?" Dissi velocemente.

"Ehi Ale, volevo chiederti se prima di andare a scuola avevi voglia di venire a fare colazione con me da Starbucks?" Mi domandò lei molto gentilmente.

"Mad mi dispiace, ma ci sono appena stato." Dissi dispiaciuto.

"Vai tranquillo, ti invio il mio indirizzo per messaggio, se vuoi passami a prendere che ci facciamo un giro prima che inizi scuola, ciao Ale. Ah, ma che ci fai in giro a quest'ora?" Chiese ridendo.

"Poi ti dico, a dopo, ciao Mad." Chiusi la chiamata.

Qualche minuto dopo mi arrivò il messaggio da mad con il suo indirizzo, lo lessi e chiusi il messaggio.
Mi incamminai per andare a prenderla, dopo 15 minuti arrivai ed era già pronta, mi venne incontro e mi schioccò un bacio sulla guancia.

"Ale ma raccontami un po' di te, ragazze che ti interessano? Musica? Tutto diciamo. E poi mi spieghi cosa ci facevi in giro alle sei di mattina" chiese incuriosita.

"Non saprei cosa dirti sinceramente" dissi rosso dall'imbarazzo "comunque sono un fan accanito di Demi Lovato, Justin Bieber e Ariana Grande, in teoria ascolto musica pop e basta. Ed ero in giro a quest'ora perché mi sono svegliato presto e non riuscivo a dormire, allora ho deciso di farmi una passeggiata." Lei capì subito che mi trovavo in difficoltà con l'argomento ragazze e non mi incitò maggiormente a risponderle.

"Interessante! Anche a me piace molto Demi Lovato, non parliamo di Justin che è un figo della madonna e anche Ariana non è male" disse lei.

Sbiancai quando disse che Justin era un figo, eh no, lui non si tocca.

"Beh si Justin è un bel ragazzo" dissi ridendo ripensando al giorno precedente quando il suo respiro era a pochi centimetri dal mio.

Tra uno scherzo e l'altro si fecero le otto, avevo comprato un po' di roba in giro per i negozi con l'aiuto di Mad. Decidemmo di affrettarci ad arrivare fuori scuola, eravamo due dei pochi studenti che erano fuori da scuola a quell'ora, aprii il pacchetto di sigarette e ne accesi una.

"Ale me ne daresti una?" Mi chiese lei.

Io gliela porsi sorpreso dal fatto che fumasse "Tieni mad."

Mi ringraziò subito dopo. Finita di fumare la sigaretta entrammo in classe, eravamo rimasti fuori ad aspettare Sharon e Alex e appena arrivarono ci sedemmo vicini, Alex diede un bacio appassionante a Madison e poi continuammo a ridere e scherzare. Dopo poco entrò la Prof di matematica che da quanto avevo capito la odiavano tutti e dalla vista la iniziavo ad odiare anche io.

Le ore passarono velocemente, verso le due e mezza uscimmo da scuola ed io tornai a casa dopo aver salutato i ragazzi. Arrivato a casa, dopo poco, iniziò a diluviare, ero disteso sul divano a guardare un film dopo l'altro con i pop corn, ormai erano le 20:30 di sera. Improvvisamente sentii dei rumori provenire dalla cucina, presi il telecomando, pensando che fosse la miglior arma in quel momento di panico ed andai a controllare spaventato. Arrivato sulla soglia della porta, la attraversai vedendo una figura nera, sinistra e sgocciolante per via del diluvio entrare dalla finestra.

Urlai spaventato come non mai che si mossero anche i bicchieri.

"Chiudi quella fogna! Dio cane!" disse lei/lui

"Ti prego non farmi del male" misi il telecomando davanti al busto stringendolo come fosse il mio scudo personale e indietreggiai impaurito.


#SpazioAutrice

Baci.
Styleslove94 & Justinbelieve98 xx

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