Faceva abbastanza caldo, una tipica giornata di settembre, una come tante pensò Karen Hunt, la diciassettenne che in quel momento si trovava a scuola, nella sua classe, più precisamente era quasi del tutto sdraiata sul suo banco con le nozioni di fisica che le ronzavano tra la testa senza essere capite.
Non era mai stata un asso in fisica, nonostante si sforzasse di capire, quelle complicate formule non le entravano in testa.
Giocherellava ansiosamente con la penna aspettando che la campanella suonasse, segnando la fine delle lezioni, ma le lancette dell'orologio non si affrettavano ad avanzare.
Improvvisamente il professore smise di spiegare quello che stava dicendo e volse lo sguardo severo verso Karen.
<< Signorina Hunt, mi può brevemente riassumere quello che sto dicendo in questo momento? >>
Domandò l'uomo, tentando in qualche modo di richiamare l'attenzione della sua alunna dai capelli rosso scuro, era certo che Karen non avrebbe risposto alla sua domanda, accadeva così ogni volta.
"Dannazione" pensò la ragazza preoccupata "Ora cosa mi posso inventare?"
Karen guardò il professore desolata, pensò rapidamente ad una soluzione ma finì con il non pronunciare nemmeno una parola, talvolta forse è meglio fare scena muta che sparare stupidate.
Il professore inarcò il folto sopracciglio ancora in attesa della risposta, quando vide che ormai non c'era più speranza provò a rimproverare la ragazza per la disattenzione ma quando iniziò a parlare venne interrotto dal suono della campanella.
A questo suono, come se si fosse improvvisamente ripresa, Karen si alzò dal banco e uscì di corsa dalla classe dopo aver preso con se lo zaino carico di libri.
La scuola di Karen era piena di ragazzi di ogni tipo, chi studiava, chi veniva a scuola perché obbligato dalla famiglia, chi veniva solo per vedere gli amici e farsi notare, non era di certo una scuola prestigiosa, come si poteva notare dalle pareti diroccate e coperte di disegni fatti con le bombolette, ma a lei gli era sempre piaciuta, adorava quell'atmosfera così familiare che si creava là dentro.
Non che amasse andare a scuola, questo no, odiava stare chiusa in un aula ad ascoltare formule matematiche, filosofia, greco e latino, preferiva di gran lunga uscire all'aria aperta, ma si poteva dire che andava abbastanza bene a scuola nonostante ciò, anche se poteva fare di meglio.
In fretta Karen percorse i corridoi della scuola, infine giunse nel cortile dove numerosi studenti stavano parlando tra loro oppure allontanandosi dalla scuola per tornare alle loro case, alcuni con la macchina altri a piedi.
Il cortile era una piccola piazza difronte alla scuola superiore, con due fontane, praticamente sempre rotte, e da qualche giardinetto con un paio di alberi, nulla di speciale.
La ragazza dai capelli rossi gli aveva sempre definiti con una parola "Inutili" infatti, tranne alla fine della lezione, quei giardini restavano sempre deserti.
Karen solitamente tornava a casa sua a piedi accompagnata dalla sua migliore amica Abigail, ma quel giorno dovette percorrere la strada in solitudine, visto che l'amica non era venuta alle lezioni, doveva essere malata pensò la ragazza.
In quel momento stava per imboccare la strada per casa sua quando sentì qualcuno che la chiamava, la ragazza si voltò e vide un ragazzo dai capelli castani correrle incontro, sapeva bene chi era, si chiamava Bradley, era un suo amico ed era il ragazzo di Abigail, il solito che passa tutto il suo tempo in palestra invece che a studiare.
Il ragazzo si avvicinò a Karen salutandola <<Ehy, Kar, come va?>> la ragazza rispose farfugliando un "ciao" frettoloso, allora Brad continuò << Oggi hai visto Abigail per caso?>>
Karen scosse la testa <<No, non è venuta a scuola oggi >>
Il castano la guardò sgranando gli occhi sorpreso, con una nota di preoccupazione che Karen colse immediatamente << Strano, mi aveva detto che sarebbe venuta, stamattina mi ha scritto un messaggio in cui diceva che voleva provare a prendere la scorciatoia per il bosco, ho provato a chiamarla ma non risponde >>
La strada che passava per il bosco era praticamente deserta, nessuno la usava, il sentiero era scosceso e ripido e in diversi punti potevi inciampare, per non parlare dell'atmosfera che si respirava intorno, la gente diceva che numerose persone erano scomparse in quella zona, soltanto voci pensava Karen, ma che purtroppo forse erano in parte vere, e in quel momento ne aveva la conferma.
Karen lanciò un'occhiata preoccupata a Brad, pensando subito al peggio, la questione sicuramente non era da prendere alla leggera e le metteva una terribile angoscia.
I posti in cui Abigail poteva essere erano soltanto due: o a casa sua oppure dispersa nel bosco, e purtroppo la seconda alternativa sembrava per quanto orrenda, la più possibile.
Karen ruppe il silenzio che si era formato tra di due per qualche secondo dicendo preoccupata: <<Brad, tu hai idea di cosa può esserle successo?>>
Il ragazzo si morse il labbro angosciato << No, Abigail non è il tipo da scomparire da un momento all'altro... Karen ho paura, ho paura che le sia successo qualcosa >>
Karen sospirò e rivolse gli occhi rosati al cielo << Anche io ho paura... Ma forse posso fare qualcosa, nel tornare a casa proverò a prendere la strada per il bosco >> poi fece per allontanarsi dalla scuola con passo deciso.
Karen era una ragazza coraggiosa, a anche imprudente e testarda, forse troppo, e per questo innumerevoli volte era già finita nei guai.
Brad scosse la testa e con un gesto afferrò l'amica per il braccio e la bloccò, impedendole di continuare << Kar, sei sicura di andare in quel dannato bosco? E se ti accadesse qualcosa?! >>
La ragazza fece una smorfia << Non sono una neonata, so cavarmela e se poi dovesse esserci qualcuno che vuole uccidermi... Beh, pratico scherma da più di dieci anni >>
Brad la lasciò andare, senza nascondere il suo dissenso e la preoccupazione tramite certe occhiate, ma poi finì con il dire un rapido << Buona fortuna >>
Quando Karen prendeva una decisione era irremovibile, Brad lo aveva imparato nel corso degli anni.
La ragazza si allontanò dalla scuola senza più voltarsi, cercando di nascondere la tensione, non voleva ammetterlo ma aveva un po' di timore anche se avrebbe fatto di tutto per salvare l'amica.
La famosa strada era un piccolo sentiero che si poteva imboccare dalla via che conduceva alla scuola, Karen lo raggiunse in poco tempo e continuò imperterrita per quella piccola strada che più si insidiava nel bosco più diventava inquietante.
Gli immensi alberi creavano ombre sul sentiero, rendendo il luogo più scuro, strani rumori di animali risuonavano nell'aria e vegetazione di diverso tipo rendeva difficoltosi movimenti
Karen camminava per quel bosco facendo attenzione a non inciampare tra le radici, la pura man mano che procedeva aumentava, vedendo che non c'era la minima traccia di passaggio, sembravano diversi anni che nessuno passava su quel sentiero, nessuno impronta o carta buttata per terra, ma solo la natura.
Forse questo era anche un bene, rifletté la ragazza, magari significava che Abigail non aveva messo piede lì dentro.
Ma si sbagliava, e di grosso anche, quel sentiero non era così destro come faceva credere, e Karen lo capì appena vide quella strana macchia rosso scuro sulla scarpa di tela bianca.
La ragazza si levò la scarpa e tenendosi in equilibrio per non appoggiare il piede scalzo a terra osservò meglio la macchia.
Quando capì di cosa si trattava sbiancò letteralmente, sangue.
Si rimise rapidamente la scarpa, poi provò a gridare ad alta voce il nome dell'amica, sperando che quel sangue non appartenesse a lei.
Nessuna riposta.
Ma solo un rumore quasi impercettibile, felpato, un rumore di passi in corsa nella sua direzione, ma non umani, di un animale e a giudicare delle ombre che creava anche abbastanza grosso.
Karen estrasse dallo zainetto della scuola il coltellino svizzero che teneva per sicurezza, sapeva bene che non sarebbe servito a nulla, ma sentirsi con quella misera arma in mano la faceva sentire leggermente più sicura.
Il rumore si fecce presto più vicino, l'animale era dietro un cespuglio e probabilmente tra poco si sarebbe fatto vedere, infatti dalla vegetazione uscì un gigantesco lupo grigio tendente al violetto, stava ringhiando, subito ne sbucò anche un'altro dal pelo color crema.
Karen quando li vide indietreggiò dalla paura inciampando contro un sasso e fa ceno volare dalla mania il coltellino, non aveva mai visto nulla di simile, non se lo aspettava minimamente e in quel momento maledisse la sua scelta di essere venuta a cercare Abigail, probabilmente lei avrebbe fatto la fine dell'amica, divorata da dei lupi giganti.
<< Sembra che oggi è il nostro giorno fortunato, due ragazze umane in un giorno >> disse il lupo grigio con un ghigno sul muso mentre avanzava verso Karen che in quel momento continuava a stare immobile dallo stupore, quei lupi non erano solo dannatamente enormi ma parlavano pure, le sembrava di essere finita in Cappuccetto Rosso, ma in quella storia sarebbe arrivato il cacciatore a salvarla, invece lei era lì, da sola e probabilmente sarebbe morta in un modo così assurdo che nessuno avrebbe creduto possibile.
Per un momento si chiese se fosse tutto un sogno, anzi un incubo, ma quando sentì il fiato dei lupi su di se, il sangue le gelò nelle vene, non poteva essere un sogno.
Mai si sarebbe aspettata di morire dilaniata da due lupi parlanti, aveva sempre creduto di morire da vecchia in casa sua magari con un sorriso sulle labbra.
Chiuse gli occhi, respirando freneticamente per la paura.
Ma come in Cappuccetto Rosso arrivò il famoso eroe a salvarla, beh in realtà non era proprio un cacciatore, anzi l'esatto contrario.
Un altro lupo, nero come la pece tranne per delle strisce blu elettrico e altre grigie e bianche, gli occhi azzurri e scintillanti si mise in mezzo tra la ragazza e i due lupi, gettandosi su quest'ultimi.
I due lupi vedendolo indietreggiarono con le orecchie abbassate in segno di resa, poi il lupo bianco disse sospirando << Arriva il guastafeste, andiamocene va', è il figlio del Leader dei Lycan del Fulmine, non voglio problemi con loro >> l'altro mugolò << Hai ragione, lasciamo perdere, per oggi ne abbiamo abbastanza tanto di carne umana >>
Carne umana? Karen trattenne a stanno gli urti di vomito, chiedendosi più volte se aveva sentito bene, non poteva crederci... Non poteva crederci che quei lupi, sempre se lo erano, si erano divorati la sua amica.
I due si allontanarono rapidamente, tenendo un profilo basso mentre quello che la aveva salvato ora rimaneva immobile a fissare la ragazza, inarcando un sopracciglio come se si sbattesse qualcosa << Beh, sai dove abito io è buona norma ringraziare i propri salvatori... >> disse il lupo con tono ironico.
<< L'hanno uccisa? Hanno ucciso la mia amica? >> singhiozzò Karen mettendosi una mano tra i capelli per la disperazione.
Il lupo sbuffò e disse con una tale facilità che infastidì la ragazza << Si, sicuramente, tanto non era nessuno di importante >>
<< Era una mia amica! >> ripose furiosa la rossa scadendo bene le parole, il lupo scrollò le spalle << Ma questo non la rende importante >>
Karen si alzò in piedi e si avvicinò al lupo tirandogli uno schiaffo ben assestato sul muso << Per me lo era! Ora dimmi... Coso >> il lupo la interruppe << Coso? Ho un nome, sai, sono Evan >> Karen sbottò << Eh va bene, Evan, dimmi cosa diamine siete voi tutti? >>
Evan sorrise, poi si allontanò dalla ragazza, una luce argentea lo circondò e il suo corpo iniziò a cambiare forma. Quando smise di brillare al posto del lupo c'era un ragazzo terribilmente affascinante sui diciannove anni circa, era abbastanza alto e muscoloso, gli occhi di un blu intenso con delle sfumature più chiare, i capelli erano neri e scompigliati, indossava una giacca in jeans nera, con sotto una maglietta strappata, probabilmente dagli alberi del bosco.
Karen restò basita immobile a fissarlo, gli occhi spalancati per lo stupore, Evan ridacchiò poi disse ironico << Va bene che sono bello, ma smettila di fissarmi in quel modo >> poi aggiunse più seriamente << Vedi, noi siamo Lycan >>
<< Lycan? Insomma siete degli umani che si possono trasformare un lupi? >> Evan scosse la testa << Noi non siamo umani, cercherò di spiegarti, praticamente discendiamo dai lupi divini Sköll e Hati, non so se conosci la mitologia nordica >> Karen scosse la testa, lei adorava la mitologia greca ma era abbastanza inesperta su quella nordica, allora Evan tentò di spiegarsi << Vedrò di farla breve, non ho voglia di spiegare duemila cose, praticamente Skoll e Hati sono due lupi che si narra che rincorrano il sole e la luna secondo i miti nordici, loro sono esistiti veramente, e nelle vene dei Lycan scorre ancora il loro sangue, noi siamo praticamente delle divinità, siamo immortali ad esempio, io per l'eternità avrò per sempre la faccia di un trentenne, a meno che non mi uccidano prima, il nostro compito è assicurarci che il mondo vada avanti, proteggere le razze viventi... Ma c'è un eccezione, noi discendiamo dai Sköll e Hati mentre i Lycan dell'Oscurità provengono da un'altro lupo mitologico: Fenrir figlio di Loki, un enorme bestia feroce e malvagia, ecco perché quel tipo di Lycan sono così potenti e ostili >> si ferma un attimo per prendere fiato più continua a parlare guardando il cielo << Come avrai capito ci sono più specie di Lycan, io sono dell'Elettricità, ogni gruppo di Lycan ha un Leader, è come se fosse un re, e talvolta i Leader si riuniscono per prendere decisone importanti, quando un Leader muore è il figlio a prendere il posto >>
La ragazza annuì, presa da queste storie, le sembrava di essere finita in una di quelle storie fantasy, tutto troppo impossibile per essere vero, eppure lo era.
<< Non ho capito solo una cosa, perché quei Lycan hanno ucciso la mia amica? >> chiese Karen.
Evan tentò di rispondere senza ferirla, era in difficoltà << Ecco, noi Lycan consideriamo voi umani come delle... Si, insomma siete delle prede per noi.. >>
La ragazza ebbe un mancamento per l'ennesima volta << Prede? >> lui annuì << Alcuni Lycan, come quelli ad esempio si cibano di umani, ma sono in pochi che lo fanno, io ad esempio sono contro, penso che siano pazzi... >>
<< Ma non è vietato uccidere delle persone? >> chiese nuovamente Karen indignata e disgustata allo stesso tempo , Evan scosse la testa << No, insomma voi non fate tutte queste storie per uccidere una mucca, è la stessa cosa >> poi cercò di cambiare discorso << Comunque ora devo andare, devo tornare al campo Luna Spezzata >>
La ragazza lo guardò confusa << Campo Luna Spezzata? >> Evan ancora una volta dovette spiegarsi meglio << È il nome del campo in cui mi alleno, i Lycan dai dieci ai vent'anni devono studiare a questo campo tranne i Lycan dell'Oscurità, dato che in passato loro hanno litigato con tutti gli altri dichiarando guerra, ora sono isolati e combattono contro di noi ogni giorno, comunque la nostra è una sorta di scuola ma più figa >>
La ragazza accennò un sorriso << Allora torna pure a studiare >> lui annuì e dopo aver salutato rapidamente sparì nuovamente da dove era venuto, lasciando Karen nuovamente sola con il suo dolore per la perdita dell'amica e ancora scioccata dall'accaduto.
Ora cosa avrebbe detto sulla morte di Abigail? Era una questione che non aveva preso in considerazione, mille problemi le vorticavano in testa mentre era sulla strada di casa ma sopratutto non poté fare a meno di non pensare a quel ragazzo, o meglio Lycan.IL MIO ANGOLO
Scusate se ho impiegato tanto ad aggiornare ma sono lenta a scrivere!
Innanzitutto vorrei ringraziare chi ha letto il prologo, spero vi che vi sia piaciuto come questo capitolo!
Che ne pensate della protagonista e di Evan?
So che probabilmente non è un granché ma sto cercando di fare del mio meglio, è il mio primo libro, sorry.
Ah e perdonate eventuali errori di battitura
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Moon Light
WerewolfKaren ha solo diciassette anni, quando vede la sua vita cambiare radicalmente dopo un incontro inaspettato con quello che sembrava un ragazzo. Infatti lei non incontrò un ragazzo ma bensì un Lycan, figlio del Leader dei Lycan del Fulmine, e solo ent...