zombie vs pinguini

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"Metti l'armatura, prendi la spada e
posa la corona: è tempo di
diventare un soldato,
principessa"

Stavo facendo un bel sogno, ero in mezzo a un prato, i fiori di lavanda si estendevano per chilometri e una magnifica quercia si ergeva imponente in mezzo a quella landa.
Il sole splendeva nel cielo e una leggera brezza mi spostava i capelli biondi fragola, da una pozzanghera lì vicino mi potei specchiare, vedendo così i miei occhi verdi e un vestito bianco con una fascia azzurra sotto il seno. era tutto perfetto. Poi, un ragazzo arrivò al mio fianco,  era alto, i muscoli delle braccia in rilievo, una risata cristallina che sarebbe riuscita a portami in paradiso... sempre se non c'ero già. Provai a inseguirla, volevo vedere il suo viso... ma scomparì dietro la quercia. Delle lettere erano incise su di essa... credo fossero dei nomi... ad incorniciarli, un grosso cuore, come quelli che si vedevano dei film sdolcinati... non li avevo mai sopportati... okay, non è vero, erano fantastici... comunque, ero quasi arrivata, riuscii a scorgere solo la lettera N. poi, mi svegliai.
«Apriiiillll!» la voce squillante di mio fratello mi rimbombò nella testa, andando a sostituirsi a quel bel sogno di cui già cominciavo a dimenticare il contorno. Entrò in camera mia come una furia gettandosi nel letto e cominciando a farmi il solletico urlando «è ora di svegliarsi dormiglionaaaa» inutile dire che lo soffrivo tantissimo «hahaha...basta Mikey...sono sveglia! sono sveglia!» si fermò solo quando vide le lacrime scendermi dagli occhi per il troppo ridere. Avevo il fiatone, male alla pancia e una gran voglia di uccidere mio fratello, ma in fondo non mi era andata tanto male, la settimana prima mi aveva svegliata con un secchio d'acqua gelata. Lo guardai con sguardo assassino e prima che scomparisse dalla mia stanza, afferrai un cuscino e glielo lanciai in quella dannata faccia da schiaffi che si ritrovava. Mi fece la linguaccia e sparì in cucina per preparare la colazione. era bello mio fratello, alto, non troppo muscoloso, un bel sorriso, capelli biondi e occhi azzurri, ma non un azzurro normale, i suoi occhi erano puro ghiaccio e tempesta tutto in una volta, anche se non avevo ancora capito come fosse possibile.... Non mi sorprendeva che metà popolo femminile e una buona parte di quello maschile del liceo avesse una cotta per lui... Michael era bellissimo. Solo quando sentii i suoi passi da elefante mestruato scendere le scale controllai l'ora e quando la vidi... «MICHAEL!!!!» corsi al piano di sotto, rischiando di cadere di faccia e rompermi l'osso del collo almeno un paio di volte, ma ne valeva la pena... gli avrei strappato la gola... Con i denti (ogni riferimento a Derek Hale è puramente casuale) e si, oggi avevo degli istinti omicidi particolarmente sviluppati. «mi spieghi per quale assurdo motivo mi hai svegliata alle 7:00 del mattino di sabato?!? e ripeto, del mattino!» Michael mi guardava con uno stupido ghigno sul viso, mentre delle risatine provenivano da dietro le mie spalle. Mi girai lentamente, non avendo idea di cosa aspettarmi, io e mio fratello abitavamo da soli da ormai molto tempo... «scusa Apry , gli avevo detto di non svegliarti» mi disse Ezra abbracciandomi con un sorriso che mi riempì il cuore di gioia. Era il migliore amico di mio fratello: alto, palestrato, con i capelli  neri. Aveva gli occhi marroni più dolci che si possano immaginare, lo adoravo. Lo abbracciai a mia volta, gli arrivavo solo alle spalle <<tranquillo zeze, per te posso svegliarmi anche prima, basta che non sia di domenica... o sei morto» lui alzò gli occhi al cielo per il soprannome che gli avevo affibbiato quando avevo quattro anni, ridacchiò ancora e mi diede un bacio sulla guancia. Se ve lo state chiedendo no, non avevo una cotta per lui, per me era un secondo fratello, nulla più. Ci staccammo e solo allora vidi un altra figura seduta davanti al tavolo, la scrutai incuriosita, era un ragazzo dai capelli biondo cenere fermati da una bandana grigia, sembrava alto, sicuramente molto più di me (non che ci volesse molto dato il mio scarso metro e sessantacinque) non riuscivo a vedere gli occhi, dato che continuava a guardarsi le Vans nere come se fossero la cosa più interessante al mondo. Indossava un paio di jeans anch'essi grigi strappati sulle ginocchia e una maglietta dei Nirvana, dalla tasca dei jeans spuntavano delle bacchette (quindi suonava la batteria? figo) Guardai mio fratello e Ezra con espressione curiosa, e solo allora zeze sembrò ricordarsi dell' "intruso" nella mia cucina «Lui è Nate, il mio fratellastro, ti avevo detto che sarebbe arrivato no?» annuii distrattamente, troppo impegnata a perdermi negli occhi cerulei del ragazzo, che sentendosi chiamato in causa aveva alzato la testa «ciao» dissi, sollevò un angolo della bocca facendo comparire un adorabile fossetta nella guancia destra... dio, avevo voglia di infilarci un dito.  Mi squadrò dalla testa ai piedi e con la voce più roca di quanto mi sarei aspettata e aria strafottente disse «bel pigiama» lo squadrai dalla testa ai piedi, oh no questo non avresti dovuto dirlo... incrociai le braccia e appoggiai tutto il peso su una gamba sola «anche tu vestito da zombie non stai male... oh, aspetta, non è un costume» Michael scoppiò a ridere, mentre Ezra mi rifilò uno sguardo che era una via di mezzo tra il divertito e il rimprovero. Uscii dalla cucina per andarmi a cambiare, sentendomi un pò in colpa, forse avevo un po' esagerato... Ma hey! aveva insultato il mio pigiama con i pinguini! pensando a questo ogni senso di colpa svanì, nessuno poteva insultarlo.

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