•1 CAPITOLO•

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                    ~Beas's pov~

La sveglia suona e mi ricorda che l'anno scolastico é ricominciato, quindi addio letto caldo e addio mare.
Mi alzo senza voglia dal letto e fortunatamente c'è ancora qualche raggio di sole, tra l'altro siamo ancora a settembre...

Prendo velocemente un jeans e una maglietta bianca semplice dal cassetto e li indosso assieme alle adidas bianche, poi, dopo aver sistemato i capelli scendo velocemente per non perdere il buss.

"Non ti fermi a fare colazione?"
Sento mia madre che mi richiama dalla cucina.
"Sono in ritardo, non posso."
"Non dimenticare la riunione delle cheerleader"

Chiudo di scatto la porta siccome non voglio sentire altre raccomandazioni sullo scegliere i corsi adeguati, iscrivermi ai progetti e dare il meglio di me, ormai le so a memoria, piú che altro penso a correre per arrivare alla fermata del buss senza perderlo e ripensandoci la sveglia dovrò metterla in anticipo di una mezz'ora da domani.

Fortunatamente arrivo in tempo e in pochi minuti sono a scuola, é bello rivedere tutti i ragazzi all'enorme cancello che spingono per entrare e fare in tempo ad andare a prendere il proprio orario ,oppure c'è chi, come me, non ha ancora scelto i corsi e quindi si affretta a raggiungere la presidenza per prendere un'ora libera.

Ma prima di salire al terzo piano vado nella biblioteca della scuola dove, di solito, ci sono i miei due amici, Jacopo ed Abbye, due gemelli totalmente diversi, non d'aspetto perché entrambi hanno due grandi occhi verdi e i capelli di un castano intenso, ma di carattere.

Appena mi vedono mi salutano entusiasti ma li lascio immediatamente per raggiungere la presidenza.

C'è gente ovunque che sistema la propria roba negli armadietti ed altri che salutano i vecchi compagni che hanno lasciato durante l'estate e mentre cammino per raggiungere il terzo piano alcune ragazze, probabilmente del primo anno mi chiedono informazioni per le varie aule.

Arrivo in presidenza e busso leggermente alla porta
"Avanti"
"Buongiorno, mi servirebbe la lista dei vari corsi e un'ora libera in biblioteca per scegliere"
"Certo, ecco la lista- mi dice porgendomela- alla prossima signorina Moore" mi sorride ed io esco dallo studio cominciando a leggere l'infinita lista.

Quest'anno vorrei provare a cambiare la storia dell'America con Letteratura, e probabilmente come corso aggiuntivo non sceglierò nulla, ho già gli incontri con le cheerleader e i miei genitori non mi permetterebbero di frequentare il corso di giornalismo o di teatro, credono sia una stupidaggine.. come se ballare con una minigonna e un paio di pon pon non lo fosse.

Appena finisco di compilare il mio foglio dei corsi decido di portarlo in presidenza, magari se ha ancora un po' di tempo la preside potrà consegnarmi anche subito l'orario definitivo, vado e fortunatamente riesco ad avere dopo 15 minuti il mio orario, il lunedì alla prima ora ho

proprio la nuova materia: letteratura, così leggo il numero dell'aula e mi avvio per raggiungerla, é nel terzo edificio quindi dovrò attraversare tutto il campus e la mensa ma dovrei farcela in 10 minuti.

~~~~~

Sono finalmente arrivata fuori dall'aula, così busso ed entro, nessuno fa caso a me siccome c'è molto chiasso e nonostante la lezione sarebbe dovuta cominciare da 35 minuti del professore non c'è neanche l'ombra, prendo un posto a caso e mi distraggo dalla confusione controllando instagram per la centesima volta quando mi rendo conto che é entrato qualcuno e tutti si stanno rimettendo ai propri posti.

Il professore non si presenta né comincia la giornata facendo l'appello o chiedendo se abbiamo studiato durante l'estate, semplicemente scrive una frase alla lavagna
'Sembra abbastanza plausibile stasera, ma aspetta fino a domani. Aspetta il buon senso del mattino'
Poi ci pone la domanda
"Chi é l'autore di questa frase?"

C'è solo silenzio e probabilmente tutti gli altri cercano, come me, di capire dove voglia arrivare e non chi é l'autore.

Poi fa una freccia con il gesso che sembra volersi spaccare contro la lavagna per la forza che usa per scrivere quelle parole, come se dovessero rimanere impresse sulla lavagna per sempre, e lo stesso vale per le nostre menti.

Sotto la frase scrive quello che dovrebbe essere l'autore
'Herbert George Wells (1895)'
Una ragazza alza la mano e lui con un cenno le dà il consenso per parlare
"Non é il programma scolastico di qualche anno fa?"
Lui ride alla sua domanda.

"Noi non seguiamo il programma- poi continua- leggete bene la frase, poi, esprimetela a parole vostre" qualcuno già alza la mano ma lui li ignora e aspetta, solo quando la maggior parte sta aspettando dà la parola ad un ragazzo

"Significa che la sera facciamo cose giuste, ma dovremmo farle di giorno" lui fa cenno di no, e lo stesso vale per le altre undici persone, poi, cerchia delle parole nella frase 'plausibile' 'buon senso'

"L'autore, Wells, ci ha semplicemente detto che la sera facciamo cose che ci sembrano giuste ma se aspetteremo la mattina probabilmente avremo il buon senso di non farle, perché in realtà, sono sbagliate, o meglio, sono state pensate con impulsività, ingenuità."
Ancora silenzio.. e gli credo, manco io c'ho capito niente, ma sembra un tipo apposto.. piú o meno.
Prevedo un anno intenso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 03, 2018 ⏰

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