29 Marzo 2016

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Caro diario, oggi è una bella giornata, il sole mi scalda il viso e un leggero vento primaverile scompiglia i miei riccioli viola. In questo momento dovrei fare i compiti, ma tanto per cambiare non ho una gran voglia, tanto più di fare schede di inglese su argomenti che al liceo linguistico ho studiato ancora in prima. Ora invece frequento il liceo artistico, ho cambiato scuola dopo esser stata bocciata in seconda, che sto ripetendo ora con profitti molto più alti tanto da aver una vacanza studio in un college americano in progetto per quest'estate. Ho diciassette anni ma non sono la più grande nella mia classe, c'è anche Libero, un ragazzo che ha un anno più di me e sta ripetendo la seconda per la terza volta. Lui parla con tutti, all'apparenza può sembrare uno di quei ragazzi pieni di amici che non sono mai soli anche se in realtà la sua storia la sanno davvero poche persone. Libero è un ragazzo un pò difficile, è cresciuto con la madre serba e il papà italiano in un paesino della Puglia in grosse ristrettezze economiche. La loro povertà era dovuta alla sorella di Libero, morta poco aver compiuto tre anni. Lisa, così si chiamava era nata sana, ma dopo aver compiuto l'anno le era stato diagnosticato un cancro ai polmoni. I genitori spesero un capitale per curarla, ma le cure erano troppo forti per una bambina così piccola e gracile, che si spense in un letto d'ospedale un'afosa mattina di agosto. La mamma era caduta in depressione e il padre non si trovava più bene al lavoro così chiese un trasferimento per andarsene via da quel posto pieno di ricordi. Così Libero frequentò le scuole medie e il liceo della zona, le cose per la famiglia sembravano andare meglio; il lavoro del padre andava a gonfie vele e la madre usciva spesso per fare la spesa e portare a spasso il loro cane. Il tempo passava per tutti, ma di quel ragazzo nessuno si curava e bisognoso d'attenzione com'era faceva si tutto per essere sempre sulla bocca di tutti. Già all'età di undici anni aveva iniziato a fumare pacchetti e pacchetti di sigarette, attaccare risse nei vicoli, rubare oggetti di piccolo valore nei negozi per poi scappare con i suoi amici. Apparte lui nella mia classe ci sono altre venticinque persone; sette ragazzi e diciotto ragazze. La nostra è una classe chiassosa però piena di tipi strani e simpatici che piacciono anche ai prof, anche se detestano il baccano che c'è sempre. Oggi alla prima ora c'era supplenza, ora che io e le mie amiche abbiamo sfruttato per metterci lo smalto e leggere invece che portarci avanti con i compiti come il resto della classe. È sorprendente quanto non mi interessi della scuola se non in rari casi, trovo tutto così noioso e incapace di attirare il mio interesse tanto che a volte mi capita di assistere svogliatamente anche alle materie artistiche, eppure so che alla mia età la scuola è la cosa più importante che io abbia, l'unica cosa che può garantirmi di plasmare il mio futuro. Eppure sono una persona così frivola e spesso vorrei cambiare i miei interessi, se così si possono definire. Abito con i miei genitori e mia sorella in una casa in campagna, circondata da piante e animali. Mia mamma è sempre buona con me e cerca di venirmi sempre incontro quando le chiedo il permesso per fare qualcosa, mentre mio papà ha una mentalità piuttosto retrograda, cosa che mia madre gli rimprovera spesso. Il liceo dove andavo prima era nel mio paese sicché conoscevo gran parte delle persone che frequentavano le varie classi, parlavo con tutti ma c'erano solo due ragazze con cui avevo legato particolarmente: Syria e Sara. Con Syria ho litigato quest'estate dopo averla sorpresa al parco a baciarsi con Alessio, il mio ex ragazzo con cui ho voluto rompere il giorno stesso. Sara sapeva che da tempo c'era qualcosa tra quei due ma non ha mai detto nulla per paura di perdere Syria, così ha perso me. La scuola che frequento ora si trova in un paese che raggiungo in un venti minuti con l'autobus, lì mi sento più libera di fare quel che voglio perché so che nessuno che conosce i miei potrebbe vedermi con la sigaretta in bocca o con chi viene reputato una "cattiva compagnia". In questa scuola ho trovato delle amiche con cui sto bene e a cui racconto anche i segreti più imbarazzanti. Siamo in quattro: Gioia, Linda, Marianna ed io; siamo un gruppetto variegato, le più simili siamo io e Marianna, Linda è la più riservata e Gioia è una ragazza piuttosto stronza che si mostra dolce in poche occasioni, ma è molto seria e affidabile. Ora vado in palestra, scriverò quando avrò qualcos'altro da raccontare.
-Agata

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