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L'orologio ticchettava ogni secondo trascorso

Un secondo che a loro due pareva un secolo.

Il silenzio regnava in quella stanza, illuminata dal sole del primo mattino, vennero interrotti i loro respiri, il tempo si era fermato solamente per loro.

Due figure immobili erano fin troppo vicine.
Un ragazzo alto, dagli occhi accesi e luccicanti, era rimasto sorpreso, da qualcosa ed era finito contro il ripiano cottura.

Di fronte a lui un uomo, muscoloso, non esile come il ragazzo, lo teneva bloccato con le sue braccia.

Aveva attirato a se praticamente, tutto il corpo dell'altro, grazie soprattutto al suo braccio dietro la sua vita.

L'altro braccio era leggermente più su, la mano dietro la nuca ambrata, un bel contrasto con la sua belle così bianca e pallida.

L'espressione del ragazzo era indecifrabile, come tutti i ragazzi durante il loro primo bacio, del resto.

Il moro avvertiva che ogni volta che passava le sue lunga dita affusolate dietro il suo collo, il ragazzo, seppur impercettibilmente, sussultava.
E questo era il motivo per cui Levi continuava ad accarezzarlo, in quel suo presunto punto debole.

Il ragazzo, Eren, aveva il respiro instabile, tutto accaldato e sudato.
A una stufa, assomigliava.
Mai viste punte di orecchie così rosse.

Non si era mosso di un millimetro dall'inizio, infatti aveva ancora le braccia, che sembravano paralizzate, sospese in aria.

In quei momenti Eren non stava ricambiando, forse perché preso alla sprovvista? Chi lo sa.

{Perché sa che Levi ama solo "gatto".}

Levi era del tutto preso, ad occhi semichiusi, a baciare, e talvolta, mordere le sue labbra carnose e calde.

Gli baciava in continuazione il labbro inferiore, arrivando a passarci su la lingua, come se volesse dire: "fammi entrare".

Le trovava eccessivamente dolci, lui odiava il sapore del dolce al palato, ma quelle...come dire...avevano l'effetto opposto.

Le desiderava. Le voleva. Erano sue. Pendeva da esse.

Nessuno le avrebbe mai assaggiate, al di fuore di se stesso. Un sapore che doveva esser tenuto segreto.

Lo mandavano in estasi.
Voleva di più.

Gli avevevano fatto perdere la ragione.

Levi, quasi non più se stesso, lo spinse ancor di più contro il ripiano cottura, facendo combaciare i loro corpi, con petto e bacino.

Eren aveva intuito fin da subito che Levi aveva voglia.
Che fosse uno di quegli uomini fissati con il sesso?

Ormai non riusciva più a ragionarci, aveva il fiato corto.
Così poggió una mano sul petto dell'uomo, per allontanarlo.

I suoi smaraldi verdi, umidi di lacrime, dicevano chiaramente: "Non ce la faccio"

-..nf..nf..Levi..ti prego..mi manca il fiato..nf...-

Il moro gli bloccò la visuale di destra, con il suo imponente braccio, "non scappi".

-No..ancora..Voglio le tue labbra-

Sentito questo, Eren spalancó di poco, la bocca, con gli occhi ancor più accesi e umidi di lacrime.

Ma il suo buonsenso vinse, e allungò la mano davanti a sé. Dopodiché, molto deciso, ma dalla voce ancora tremolante, aggiunse:

My sweet person sadistically |Yaoi Ereri/Riren|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora