Capitolo 2

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Nella vostra intera esistenza siete mai letteralmente piombati in una situazione nella quale non avreste mai voluto essere?

Seriamente, come una situazione dalla quale  vi eravate ripromessi di stare lontano.

Bene, fortunata me, in quel giorno ci fu il mio momento di gloria.

Nella situazione in cui sono piombata, mia sorella stava facendo sesso selvaggio con nessun popò di meno che...

Aspettate

Rullo di tamburi

"JAE-LIN!" Esclamai fissando i due come un cervo fissa i fari dell'auto.

Oh, e immagino che loro mi stessero guardando allo stesso modo.
Mia sorella era molto più sorpresa di Jae.

"OH MIO DIO!" Esclamò lei rigirandosi nel suo letto e cercando di coprirsi con le lenzuola.

"FUORI DALLA MIA STANZA!"

Jae sospirò pigramente mentre raggiungeva un pacchetto di sigarette che stava lì sul comodino.
"Cosa cazzo vuoi?" Chiese mentre si accendeva una sigaretta.

I suoi occhi erano neri, mentre guardava dritti nei miei.
Strano, me li ricordavo più verdi.

"Ascoltate, avevo sentito confusione e altre cagate e... Solo pensavo mia sorella fosse in pericolo" iniziai a parlare più lentamente di come parlo di solito.

"E come diavolo sei sopravvissuto?! Ho appena visto il telegiornale e..."

"Ho travato una sistemazione" mi interruppe Jae facendo cadere la cenere sul pavimento. Maleducato.

"Una sistemazione?" Chiesi io ad alta voce. Cosa intendeva con "una sistemazione"?

"Esatto, come ho appena detto" sbuffo Jae irritato.
Il ragazzo aveva una tolleranza pari a zero per qualsiasi cosa tranne ciò in cui stava infilando il suo cazzo.

"È quindi dov'è la tua famiglia? E gli amici? Qualcuno è sopravvissuto?" Le domande mi stavano uscendo dalla bocca più veloci di quanto riuscissi a pensare.

"Non lo so non sono sicuro. Sono stato in casa tua tutta la settimana se no lo hai notato. Praticamente vivo in questa dannata stanza" ringhiò lui dando dei colpetti alla sigaretta nella mia direzione.

"Beh, solitamente non vado in giro nelle altre stanze a curiosare" ringhiai a mia volta.

"Thess, non è la mia maglietta quella?" Mia sorella inarcò le sopracciglia.

Mi coprii il petto con le braccia.
"Non è questo il problema! La casa di Jae è stata distrutta e noi no sappiamo nemmeno dov-"

"Sono probabilmente morti. Questa era l'intenzione della sistemazione. Per uccidere me e la mia famiglia" mi interruppe nuovamente Jae.

Scese dal letto e io spostai velocemente lo sguardo mentre lui camminava verso il bagno di Persephone.

"Puoi andare ora" protestò mia sorella facendomi lo sguardo del "taci e vattene".

Io le risposi con lo sguardo del "non abbiamo ancora finito io e te" mentre me ne andavo.

Spero che la situazione non ricapiti di nuovo.
Comunque la mia mente era da tutt'altra parte: perché si stavano tutti comportando così stranamente?

Prima mio padre che si comporta con nonchalance e Persephone che piange per la morte del suo ragazzo che tra l'altro è ancora vivo. Poi ai due piccionicini innamorati sembra non importare nulla delle persone a Vendaly.

Ci deve essere qualcosa che non so e voglio scoprirlo!

Ma prima devo andare al lavoro.

Correndo giù dalle scale vidi mio padre prendere la sua ventiquattrore e i documenti.

"È così immagino che tu sia entrata nella stanza di Jae con tutto quel rumore" sogghignò mio padre battendo il piede sul pavimento di legno.

"Aspetta.. Tu sapevi che Jae era qui?" Chiesi col volto pallido.

"Ovvio tesoro, la stanza di Persephone puzza di fumo, e c'è pure l'auto fuori" disse indicando la grande finestra di vetro di pronte alla porta d'entrata.

Girai la testa per vedere la sua 370Z nera parcheggiata di fronte a casa nostra "quando diavolo è stata messa lì?"

"Dovresti iniziare a notare le cose che ti stanno attorno un po di più dolcezza" mi scompigliò un po i capelli.

"Ma papà allora perché Persephone è corsa via piangendo quando hai parlato di Jae? E perché nessuno è interessato della sua famiglia o di qualunque altra persona di Vendaly? E perché io lo sono?"

Davvero, perché lo sono? In fondo odiavo quel ragazzo e non avevo mai incontrato nessuno dei suoi.

"Tua sorella era giù per cosa è successo. È difficile per lei, voleva davvero tanto conoscere la sua famiglia" mio padre sussurrò sfiorandomi la spalla.

"Per lo meno consoci il meglio"

Guardandomi con uno sguardo sentimentale mi diede una piccola pacca sulla spalla prima di incamminarsi via.

"Devo andare Thess, stai lontana da qualunque casino"

Mugugnai qualche maledizione mentre mio padre se ne andava al lavoro.

"Ci vediamo"

La sveglia sul mio cellulare iniziò a suonare e guardai per cosa suonasse.

"Merda! Farò tardi al lavoro!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 30, 2016 ⏰

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