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-Tesoro!
Nico arrossì e si rifiutò di rispondere al fidanzato. Non gli piaceva condividere i propri sentimenti con l'intero Campo. Eppure ora, nel pieno del pranzo, Will Solace lo chiamava a gran voce dal tavolo di Apollo. Metà dei semidei smise di parlare per seguire quel dialogo curioso.
-Hey! Dolce Nico! Perché non mi rispondi?
Il figlio di Ade sentì le orecchie andargli letteralmente a fuoco, e sbirciò Leo Valdez da sopra la spalla, accertandosi che non gli stesse giocando un brutto scherzo. Ma l'intera Cabina di Efesto era assente: non mancava molto alla fine dell'estate e Chirone, a rischio e pericolo del Campo Mezzosangue, aveva affidato a Leo e ai suoi fratelli la preparazione dei fuochi d'artificio.
Quando Nico si voltò di nuovo verso il suo panino balzò sulla sedia: Will si era spostato fino al suo tavolo e ora gli sedeva di fronte.
-Oh per Zeus, Will...
Ora il silenzio era di tomba. Nico poté giurare di aver conosciuto morti molto più rumorosi.
-Senti, Piccola Ombra...
Nico arrossì ancora di più e sbattè un pugno sul tavolo.
-DEVI DIRMI QUALCOSA, SOLACE?
I semidei più coraggiosi ridacchiarono, ottenendo un'occhiataccia dal figlio di Ade, mentre gli altri tornarono a parlare, intimoriti dallo scatto di Nico. Ma continuarono tranquillamente a stalkerare la conversazione tra i due.
-Ecco, ehm. Non lo vuoi davvero sapere...
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli corvini per sviare l'imbarazzo e socchiuse gli occhi.
-Devi dirmi qualcosa di assurdo perché hai perso una scommessa?
-No, io...
-Oh no! Mi stai di nuovo obbligando a venire ad una di quelle ridicole feste in maschera con i tuoi fratelli e i figli di Dioniso? Perché da quando ti sei presentato alla mia porta vestito da...
-Ssh... Non vorrai che si sparga la voce!
-D'accordo, spara. Non mi viene in mente niente di peggio.
-Ricordi qualche mese fa, quando siamo usciti con...
-Percy e Jason? Hai ragione è stato orribile...
Il figlio di Ade osservò i due semidei in questione, seduti in tavoli adiacenti. Il romano ignorava spudoratamente qualunque cosa gli stesse dicendo la sua ragazza Piper, tenendo gli occhi azzurri ossessivamente puntati su Nico e Will; Percy li scrutava sottecchi, più discretamente di Jason.
-Non... non mi riferivo a quello.
Il figlio di Ade finalmente comprese. E gli si attorcigliò lo stomaco al ricordo. Ade che offriva del vino a Will, Will che accetava e che, annebbiato dall' alcool, scambiava battute orribili con il Signore dei Morti. Tutto sommato alla fine il padre di Nico aveva trovato in gamba il suo ragazzo. Peccato che il figlio di Apollo non ricordasse molto di quella serata.
-Intendi l'uscita con Ade e Persefone?
-Proprio quella.
Nico si aggrappò al tavolo. L'ultima cosa che aveva intenzione di fare era prepararsi psicologicente ad un'altra serata genitore-apprensivoVSfidanzato-del-figlio, anche se Ade era sempre stato tutto tranne che apprensivo.
Nico fissò gli occhi color carbone in quelli celestiali di Will. Questo si sporse sul tavolo, e il figlio di Ade prese a contare le efelidi attorno al naso dell'altro. Conosceva esattamente il loro numero, le aveva osservate spesso negli ultimi tempi: quando si svegliava prima di Will amava attendere il suo risveglio studiando il suo viso addormentato e i riccioli biondi scompigliati. Il figlio di Ade non avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso di essere tanto sdolcinato. E stalker.
-...E quindi ho pensato di accettare.
Will lo distolse dai suoi pensieri.
-Accettare cosa?
-Non hai ascoltato una parola di quello che ho detto, vero?
Nico diede un morso al suo panino.
-Già.
-Ho detto che, dato che ho conosciuto la tua famiglia, tu dovresti conoscere la mia.
-Ho già incontrato tua madre e tua sorella.
-Beh, sì, certo ma... intendo la mia famiglia divina.
A Nico andò di traverso il panino.
-Mi stai chiedendo di conoscere Apollo?
-No, te lo sto comunicando. Gli ho già detto che sì, muori dalla voglia di parlare di nuovo con lui e che sì, certo, la tua Cabina è disponibile stasera per una cenetta intima.
Nico valutò lo spazio che li separava e la forza che doveva usare per stendere il figlio di Apollo con un pugno tra gli occhi. Strinse la mano e le ossa scricchiolarono.
-Hai invitato il dio del Sole nella capanna dell'unico figlio di Ade in circolazione?- ripeté con una nota pericolosa nella voce.
Will parve rendersi conto di ciò che aveva fatto e tentò di rimediare con un: -Be', sì ma, insomma, cioè...
-SPARISCI DALLA MIA VISTA, SOLACE!
-Subito!- esclamò sollevato l'altro, le mani alzate in segno di pace.
Rimasto solo, Nico prese il bicchiere e bevve un lungo sorso d'acqua, tentando di calmarsi e di ignorare gli altri semidei, che lo fissavano ammiccanti.
Ho già conosciuto Apollo, pensò. Ma il solo evocare l'immagine del dio della musica che scendeva dalla Maserati rossa (aka carro del Sole) gli diede il voltastomaco. Erano passati cinque anni, ormai, ma ancora ricordava le battute tra Talia e Percy quando avevano visto il dio.
La figlia di Zeus aveva esclamato: -Cavolo, che splendore!
-Certo, è il dio del Sole- aveva osservato l'altro, solo per sentirsi rispondere un enigmatico: -Non mi riferivo a quello.
Nico sospirò. Quella sera Apollo avrebbe cenato con lui e Will. E non sarebbe certo passato inosservato.

Solangelo: Nico Incontra ApolloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora