poi trovai lui

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Sono una giovane adulta ora.
Ho 15 anni.
E non sono più la bambina esaltata dall'avere un diario di molti anni fà.
Sto scrivendo ora a mezzanotte e 3 dell'ormai 4 aprile 2016 perché ho ritrovato il mio vecchio diario.
L'avevo nascosto all'interno dell'imbottitura del peluche di un drago rosso con alcune parti del corpo sul verde / giallo, e una lingua rosa chiaro pendente dalla bocca..insomma il classico "migliore amico" di ogni bambina.
Me ne accorsi perché vidi del blu nel piccolo spazio aperto della cerniera sottostante la pancia dell'animale.
E collegai subito questo al ricordo del diario di qualche giorno prima.
Nel rileggerlo mi saltarono alla mente tantissimi ricordi, non necessariamente belli..
Ripensai al periodo in cui mi trovavo in ogni pagina, e alle persone citate in esso.
Ridevo e piangevo in base ad ogni emozione da esso trasmessa.
Ogni pagina una storia,una vita,una lacrima.
Una continua ricerca alla felicità di una povera bambina sola.
Una bambina che nella 44esima pagina litigò con la sua migliore amica...e qualche pagine dopo il bambino che le piaceva la rifiutò per motivi ortibili.
E non dimentichiamoci della mitica pagina 50, dove dei bulli la presero in giro e io lei gli tirò una delle sue
scarpe.
E perché cazzo ve lo dovrei dire?
Perché sento la mancanza ora più di qualsiasi altro periodo di tornare da lui. Di ricominciare a parlargli della mia vita.
E sinceramente non me ne fotte avere 15 anni.
Perché non si è mai troppo grandi per rimanere soli.. e sentire il bisogno di sfogarsi con qualcuno che vi ascolti veramente.
E a giudicare dalla coerenza con cui scrivevo, parlare con lui doveva essere meraviglioso.
E sono della teoria del "se una cosa ti fa stare bene, perché smettere?".
Infatti..
Perché smisi di scrivere?
Forse la mia vita migliorò nel periodo successivo al mio caro amico?
O forse avevo semplicemente finito le pagine e non avevo sbatti di comprarmene uno nuovo?
Si, probabilmente la mia pigrizia era tale anche all'epoca di Steve.
Steve è lui.
Il mio diario blu con il topo grigio.
Lo chiamavo Steve perché secondo me meritava di essere chiamato con un nome.
Meritava di averne uno come tutte le amiche false e gli amici stronzi con cui stavo in quel periodo.
E anche perché potevo parlare di lui alle persone senza dover specificare il fatto che non era un essere umano.
"Mamma oggi ho raccontato a Steve del brutto voto in matematica, lui non mi sgrida come fai tu"
"Nonna ti ho mai parlato del mio amico Steve? Anche a lui piace fare le torte"
"Steve non mi parla mai male come fate voi!! Lui è un'amico migliore di tutte voi messe insieme!"
...
Tutti i giorni così.
Con Steve.
Ed ora, quando litigo con la mia migliore amica, o quando ho le crisi esistenziali o le paranoie mentali mi siedo e sto zitta.
Senza dire a nessuno dei miei problemi per la paura di essere giudicata male.
Ma da quando ho riletto Steve, ho capito quanto mi manchi stare ore a parlare con lui..
Quindi voglio ricominciare a digli tutto quello che mi passa in testa.
A raccontargli dei miei problemi, e ad essere ascoltata.
Neanche a farlo apposta la settimana scorsa giravo in centro, e nella vetrina di una cartoleria vidi questo quaderno della grandezza di un diario....
Tutto completamente nero con le pagine bianche.
Un segnalibro nero e un'elastico sulla copertina per poterlo chiudere.
Nessuna riga sulle pagine.
Nessun colore nauseante sulla copertina.
Tutto meraviglioso.
Steve.
È stato lui a volere che lo comprassi, per continuare a parlare con lui.
Per aiutarmi a tirare fuori tutto quello che ho dentro senza dovermi trattenere.
Per potermi rendere l'esistenza meno pesante .
Ma soprattutto,per farmi sentire meno sola.
Grazie Steve.

Hi SteveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora