Margot
Tutto iniziò in una calda estate del 2013.
"Nonna muoviti cazzo, l'aereo parte!" - Urlo così forte che sono sicura mi abbiano sentito fino a 50 miglia-
"Bambina mia mi mancherai così tanto, fai la brava, ricordati occhi aperti e non fumare tanto! "- iniziò con la solita e monotona cantilena di quando arriva il momento di tornare a Genova -alzo gli occhi al cielo, come mi è di abitudine fare quando qualcosa mi infastidisce-
Genova, superba città di mare che io amo. La mia casa, il mio mondo, i miei amici.
"Signori e Signore vi preghiamo di allacciare la cintura, siamo pronti per l'atterraggio nell'aeroporto di Genova" -dopo due ore infinite di viaggio risento quella fastidiosissima voce robotica della Hostess.-
Mi affretto ad uscire perché sono stufa di essere chiusa in uno spazio così piccolo, sento il bisogno di prender aria, l'aria di mare, l'aria di casa. L'aria di Genova.In lontananza vedo una ragazza magra ma con le forme al punto giusto, capelli castani, lunghi e mossi. La testa le si gira ritmicamente a destra e a sinistra alla ricerca di qualcosa. Alis Maddle, mia sorella maggiore. Siamo simili di aspetto, con la differenza che io sono stata sempre quella un po più robusta con immensi occhi verdi.
Non siamo mai state sorelle amorevoli una con l'altra, ma dopo tre lunghe settimane che non la vedo, l'unica cosa che voglio è abbracciarla con tutta la forza che possiedo.