Family

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<<Gem...Gem....Gemma su >>

Aprii gli occhi, una profonda luce m'invase, tutto l'aereo era vuoto.

Mio padre si alzò dal suo posto, prese il suo bagaglio a mano dallo scompartimento sopra le nostre teste e mi fece spazio.

Io lo imitai, mi misi sulle spalle il mio zainetto e dietro mio padre scesi le scalette.

Era il tramonto e il paesaggio arido californiano era caratterizzato da una perforante sfumatura rosea-violastra, le montagne abbastanza visibili erano un rosa acceso e il cielo azzurrino incontrava alcune pagliuzze di nuvole violette.
Era un vero paradiso, non so come ero riuscita a vivere a Seattle per dieci anni...

Dentro l'aeroporto ritirammo i bagagli; io ero impaziente, mi dondolavo in continuazione e spostavo più volte il peso da una gamba all'altra, mio padre se ne accorse
<< Gem, non c'è niente di cui essere nervosi. Lo zio e Stiles ci aspettano fuori di qui, inizieremo una nuova vita, tutti insieme.
Questa volta, a nessuno di noi, sarà tolto qualcosa.
Gli Stilinski uniti, una volta per sempre. >>
Uno strano sorriso speranzoso si dipinse sul suo volto, un sorriso d'amara tristezza, avremmo voluto che negli "Stilinski uniti" ci fossero state anche mamma e la zia Claudia.
Mi spinsi verso di lui abbracciandolo, lui a sua volta mi baciò la testa.
<< Su Gemma mia, andiamo>>.

Le porte scorrevoli dell'aeroporto si aprirono e subito davanti a noi comparvero lo zio e Stiles.
Entrambi indossavano un meraviglioso sorriso, mi slanciai contro mio cugino che si scontrò contro di me in un caloroso e forte abbraccio, era cresciuto notevolmente, le sue braccia mi circondavano tutta, i capelli erano più lunghi ma era sempre lui, il mio Stiles.
Ci baciammo sulla guancia, e poi ci allontanammo per osservarci entrambi.
<<Ora si che non sei più una scricciolina Gem>> disse con un sorriso beffardo, io gli feci il verso che lo fece ridere.
Era cambiata anche la sua espressione, non era più il ragazzino indifeso e spaurito di una volta che si nascondeva dietro una maschera sarcastica, lo si poteva comprendere da subito, era cresciuto, maturato, era diventato un uomo.

<< Ci siamo fatte sempre più belle eh signorina?>> risi al complimento di mio zio, lo abbracciai forte , lui mi pizzicó la guancia come quando ero piccola.

Dopo lo scambio di saluti ci avviammo verso l'auto, io e Stiles parlammo del più e del meno, di tutto ciò che ci eravamo entrambi persi in dieci anni: mi parlò dei suoi amici e di quanto fossero fantastici, della scuola e della squadra di lacrosse, io feci la stessa cosa.

Arrivammo ad una vecchia jeep scassata e azzurra, la faccia di Stiles non era delle migliori
<< Lei è la mia fidata Roscoe, va avanti a furia di nastro adesivo, non sbattere le portiere, non sporcarla e non colpirla, ha una veneranda età>>, era davvero carina, nonostante tutto.

Mettemmo i bagagli nel bagagliaio, Stiles si mise alla guida, lo zio al posto del passeggiero, io e papà dietro; man mano che arrivavamo in città, loro ci illustravano le strade principali e le strutture.

Dopo tre quarti d'ora di viaggio arrivammo davanti casa Stilinski, dove avremmo vissuto per i primi mesi, la casa era cambiata in dieci anni ma non di tanto, gli infissi ora erano bianchi e la porta anche.
Stiles e lo zio caricarono sulle spalle la mia valigia e la portaron fin dentro casa, dove io gentilmente, chiesi loro di lasciarmela

<<Ed ora che ne dite di un buon piatto di spaghetti? I miei son-

<<I migliori di tutta la contea!>> ripetemmo io, papà e Stiles in coro, poi scoppiammo a ridere

<< Certe cose non cambiano mai eh?! >> disse lo zio, io ridacchiai mentre Stiles gli buttò una pacca sulla spalla

<<Triste la vita eh padre?!>>

<<Dileguati figliolo>>
Stiles ritrasse la mano

<<Ceeerto>>

Quando andò in cucina io mi offrii di aiutarlo, papà portò le valigie sopra e poi apparecchiò la tavola, Stiles si dileguò con la scusa di alcuni compiti da fare.

E che gli "Stilinski uniti" avessero anche inizio.

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Secondo capitolo!
Lo pubblico ora perché non stavo nella pelle per continuarla, ho tantissime idee in testa.
Se volete, sostenetemi con commenti e stelline
È già una gran soddisfazione averla pubblicata.
P.s. per il padre di Gemma vedo Ian Somerhalder.

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Homo homini lupusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora