Cap.1

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10 anni prima

-Mammaa!- urlo dal mio letto per farmi sentire.

Non ricevo nessuna risposta però.

Mamma mi ha sempre detto che ogni qual volta ero nella mia camera e mi trovavo da sola dovevo chiamarla cosí che, lei, ovunque si trovasse sarebbe potuta correre da me.

-Mammaaa!- la chiamo ancora una volta ma ottengo ancora silenzio.

Cosí scendo dal mio caldo lettino e corro per tutta casa alla ricerca della donna che mi ha messo al mondo.

La casa é molto silenziosa e la cosa mi incupisce molto, l'unico rumore che si sente é il ticchettio che fanno i miei piedini scalzi che corrono sul freddo pavimento.

Controllo tutte le camere del piano superiore ma della mia mamma non c'é traccia, percorro velocente le scale ed entro nella cucina dove trovo mia madre.

Ma non la trovo come avrei voluto, già, perché mia madre é appesa al soffitto con una corda intorno al collo.

Appoggio la mia piccola mano sulla mano candida di mia madre, é gelida.

É fredda come i gelati al cioccolato che compra sempre.

"Mamma perché non rispondi?" dico quasi piangendo.

Esco di corsa da casa mia diretta dalla vicina.

"Ciao piccola cosa ti serve?" chiede gentilmente Annie "Annie corri, la mamma sta poco bene" la avverto.

Faccio rientro in casa con la mia vicina.

"Oh mio Dio" grida di colpo Annie prendendo poi il cellulare.

In un batter d'occhio mi ritrovo in casa milioni di poliziotti e uomini vestiti di bianco.

Ora mamma non é piú legata ad un filo ma é su una barella.

"Nono non la portate via!" urlo andandole incontro ma un giovane uomo molto fozuto mi blocca "Lasciami voglio la mia mamma!" comincio a sbraitare senza tregua.

"Piccola ora la mamma non c'é piú, é andata in cielo insieme agli angeli" mi avverte lasciandomi di stucco.

Nontante i miei sei anni so bene cosa significa questa maletta frase.

Ed ora chi mi avrebbe piú fatto le coccole? Chi mi avrebbe portato a scuola? Chi avrebbe fatto tutte le cose che faceva la mia mamma?.

A queste domande ho avuto una risposta quasi immediata. L'orfanotrofio.

"Stai tranquilla ti divertirai con gli altri bambini" cercava.di convincermi Annie anche se io continuavo a fare capricci e ad implorare chiunque per non farmi portare in quel posto.

Non so bene come sia fatto dato che non ci sono mai stataa già la parola orfanotrofio mi fa gelare il sangue.

*******
Oggi é il gran giorno sto per lasciare la mia bellissima casa per andare all'orfanotrofio.

"Buongiorno io sono miss Packet la direttrice dell'orfanotrofio mi manda il giudice per la custodia di Haily" dice la signora strana alla mia vicina.

"Certo ora la chiamo" risponde Annie

"Haily su prendi la valigia é arrivato il momento di salutarci, fa buon viaggio" mi saluta.

Dopo essersi presentata seguo miss Packet nell'auto.

Durante il tragitto mi soffermo ad osservare la donna che ho accanto.

Non é molto alta, ha i capelli biondo scuro raccolti in una coda alta, degli occhiali neri ad occhi di gatto poggiati sul naso aquilino e la bocca sottile ricoperta da un velo di rossetto rosso fuoco. Indosa un abito nero che si intavede dal lungo spolverino anch'esso nero, un paio di calze velate color carne e delle decolté nere. Un look molto serio insomma.

"Siamo arrivate" dice fermando l'auto.

Scendiamo ed entriamo in un piccolo palazzo.

Le pareti sono tutte grigie e i mobili sono neri.

"Questa é la tua stanza" mi avverte aprendo una porta cigolante mette in ordine i vestiti nell'armadio e va via lasciandomi sola in quella stanza cupa.

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