Un estate lontana da casa

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POV. esterno

Aya aveva 14 anni, era alta un po' paffutella, con i capelli castani ricci molto voluminosi che le arrivavano al fondoschiena, occhi grandi color cioccolato, un po' come la nutella. Aya era dislessica e nonostante lei ci provasse non andava molto bene a scuola, per questo la mamma la sgridava di continuo e lei si sentiva molto depressa per questo motivo. Per imparare a tenere sotto controllo la sua dislessia la madre la mandò al "Dream Camp" un campo con ragazzi e ragazze dislessici come lei.

Era un martedì di maggio e Aya era già pronta per partire, nella valigia aveva messo tutto ciò che le serviva oltre ai diversi cambi di indumenti; controllò un'ultima volta se aveva portato il caricatore del telefono e sopra tutto le cuffiette per ascoltare la musica.

Andò a sedersi in macchina, si allacciò la cintura e si mise le cuffiette alle orecchie, facendo partire la playlist del telefono. Il viaggio fu davvero lungo, ma dopo circa quattro ore Aya era quasi arrivata.

Il campo era situato in una zona montuosa vicino ad una cascata all'interno di un bosco dove raramente i ragazzi andavano perché era loro proibito, a meno ché non ci fossero delle escursioni previste.

I ragazzi alloggiavano in sei capanne; al centro del campo c'era un enorme anfiteatro ricco di affreschi, in fine sopra una collina c'era la mensa.

Aya inizialmente si trovò a disagio, per il semplice motivo che non conosceva nessuno ma provò a non pensarci più di tanto quel giorno; ad accoglierla fu il direttore del campo, il signor Castellant, un uomo alto magro con i capelli lisci color pece, inizialmente la ragazza non ci fece caso ma l'uomo aveva una cicatrice a forma di saetta nel collo,questa la incuriosiva molto ma non chiese nulla; insieme a lui c'era un cane nero con chiazze color caramello; insieme l'accompagnarono nella sua capanna che dall' esterno sembrava piccola e scomoda ma quando entro rimase a bocca aperta, le pareti erano color panna con diversi mobili ai lati: due letti a castello e due letti singoli, tre armadi e due scrivanie.

 La ragazza mise i suoi effetti personali su uno dei letti a castello, quando entrarono tre ragazze, Aya pensò subito che fossero le sue coinquiline: Natalia superava di qualche centimetro Aya, aveva 17 anni , una carnagione olivastra e i capelli lisci castani con i colpi di sole ; un'altra era bassotta con i capelli cortissimi e biondi, aveva 14 anni e si chiamava Anne; e infine c'era Sam, alta quanto Aya capelli mossi e rossi con le lentiggini nelle guance, paffutella come Aya e aveva l'aspetto di una ragazza simpatica e amichevole. Natalia era quasi impassibile al fatto che ci fosse Aya, mentre Sam e Anne erano contente di avere una

nuova compagna con cui parlare, infatti le due ragazze si avvicinarono alla nuova coinquilina e le diedero un caloroso benvenuto. Dopo di ché le fecero fare un giro del campo, e le spiegarono che i ragazzi venivano sistemati nelle capanne in base a quanto era grave la loro dislessia. Aya, Sam, Anne e Natalia erano nella 5 casa. Durante questo giro, Aya notò una casa veramente grande e chiese a Sam chi ci vivesse, l'amica le disse che vi abitava il figlio del preside.

Ad un certo punto dal nulla spuntò Natalia in compagnia di un'altra ragazza robusta, con i capelli nero corvino, Mikye. Le due ragazze iniziarono a sussurrare qualcosa, e Aya innervosita disse – se hai qualcosa da dire dilla in faccia!! -, allora Natalia con un sorriso perfido rispose– ma ti sei vista allo specchio oggi? Ti sei vestita in un modo orribile – fece una risata di disprezzo, si diresse verso la sua nemica per tirarle i capelli, ma ad un tratto dietro Natalia spunto fuori un ragazzo alto e un po' magro, con i capelli biondo cenere, un ciuffo che gli cadeva sulla fronte, e un paio di occhi azzurri stupendi, ma non il solito azzurro.. ricordavano il ghiaccio; e disse con un tono sicuro - Natalia, non innervosire la nuova arrivata – poi si rivolse ad Aya e disse – Piacere io sono Dylan – le fece un sorriso e le baciò la mano. Aya senti il cuore battere all'impazzata, come al solito doveva essere tutta rossa in faccia. Ovviamente però qualcosa doveva andare male...

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