Tramonto

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"Guarda Sasuke... è bellissimo" sussurrò con voce stanca Sakura tenendo fermo lo sguardo stanco e malato sul tramonto che si intravedeva dalla sua camera da letto. Alzò la testa e i suoi occhi incontrarono il magnifico gioco di colori caldi che era il cielo in quel momento, mentre sentiva la sua mano stringerlo di più. Pochi secondi dopo li riportò sulla pelle diafana di lei, sulle sue labbra screpolate e sui capelli tinti di rosa, la sua ultima pazzia, a detta sua, prima di doversi rinchiudere in camera impossibilitata a muoversi troppo a causa della malattia.

Sentì la testa farsi pesante e chiuse per qualche secondo gli occhi, in attesa che il capogiro passasse.

Non era pronto. Ogni volta che ripensava a lei chiusa lì dentro il suo cervello cadeva nel buio più totale.

Le prese mano e la portò alle labbra, posandoci sopra un leggero bacio.

"Chissà com'è all'alba" si chiese lei, fissandolo dolcemente.

"Perché non lo scopriamo?" le propose, cercando di usare la voce più spensierata e decisa che avesse. Sakura gli sorrise annuendo.

Poche ore dopo, il suono che più lo terrorizzava, gli arrivava ovattato alle orecchie. Sakura aveva avuto un crollo durante il sonno, proprio mentre si era costretto a riposare un po' e i suoi genitori avevano chiamato l'ambulanza per farla portare in ospedale.

L'hai lasciata sola, è colpa tua.

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Lei stava sfogliando la rivista che Sasuke aveva trovato in sala, in attesa che i suoi genitori le portassero altri libri da leggere. Buttò uno sguardo preoccupato sulla figura minuta, notandola giocherellare con i capelli lunghi e castani che le ricadevano sofficemente su una spalla.

"Voglio tingerli" dichiarò decisa, indicandoli. Sasuke accennò un ghigno.

"Ah si? Ti sfido a farli rosa" scherzò, sapendo quanto ci tenesse e quanta cura ci mettesse.

La vide mordersi il labbro inferiore, come faceva solitamente quando prendeva decisioni azzardate.

"Va bene" disse, facendosi più seria che mai.

Il giorno dopo fu lui stesso a tingerglieli, dentro la stanza dell'ospedale.

"Mi piacciono" continuava a ripetere guardandosi allo specchio. Il risultato non era male, si intravedeva ancora qualche ciocca castana, ma Sasuke la trovava bellissima. Passò una mano per tutta la loro lunghezza mentre guardava con intensità il riflesso nello specchio.

"Sasuke" lo chiamò piano girandosi verso di lui "voglio tornare a casa" sussurrò dopo qualche momento.

Posò un baciò sulla sua fronte, annuendo.

Nemmeno a lui piacevano gli ospedali.

La macchina che teneva in vita Sakura produceva un rumore regolare e continuo.

Bip bip bip bip...

Assordante.

Doveva essere rimasto assorto nei suoi pensieri troppo a lungo visto che la madre di Sakura lo scosse leggermente. Aveva gli occhi rossi e il sorriso tremante che cercava di far comparire sul viso lo facevano stare ancora peggio.

"Lo so" riuscì a sospirare infine. Erano due giorni che non dormiva, ma aveva paura. Non voleva lasciarla.

"Non va da nessuna parte, Sasuke" cercò di convincerlo.

Lui si alzò stancamente e si diresse verso l'uscita dell'ospedale a passo svelto, volendo rimanere da solo il prima possibile per liberarsi del magone che si era formato nella gola.

Si che poteva andarsene. E lui non sarebbe mai riuscito a riportarla indietro.

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"Pronto?" farfugliò guardando l'ora. Era riuscito a dormire un paio d'ore circa.

Dall'altra parte del telefono si sentivano solo rumori confusi, poi un singhiozzo trattenuto e infine un lamento. Era il padre di Sakura.

"Sasuke..."

Il suo cuore smise di battere.

Sakura era bellissima. Nemmeno la malattia era riuscita a scalfire quel lato di lei e Sasuke lo aveva visto con i suoi occhi.

Non pianse durante il funerale perchè ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che non sarebbe più riuscita a vederla sorridere. Teneva in mano un mazzo di rose bianche, le sue preferite.

Non le aveva mai regalato dei fiori. Perché non l'aveva fatto?

Come avrebbe reagito? Sarebbe arrossita? Lo avrebbe ringraziato con un bacio?

L'unica risposta era il pianto continuo e incessante di sua madre, seduta affianco a lui e suo padre che cercava, tra le lacrime, di consolarla invano.

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Qualche giorno prima di essere ricoverata in ospedale, Sakura aveva confessato a Sasuke che sapeva che non si sarebbe mai sposata. Ci pensò sopra per tutta la notte mentre la teneva stretta a sè sul letto.

Qualche giorno dopo il suo ricovero, quando aveva iniziato a piangere disperatamente e a mandarlo via perché secondo lei lui stava solo perdendo tempo, Sasuke tirò fuori due piccoli anelli. Li aveva presi inconsciamente, forse in un momento egoista. La guardò serio e le prese la mano.

"Tu puoi fare di tutto" le disse "presto starai meglio, e potrò chiederlo davanti a molte altre persone... vuoi sposarmi?"

Sakura lo guardava incredula con il labbro tremante e pochi secondi dopo si fiondò sulle sue labbra.

Quell'anello lo avrebbe indossato fieramente anche al suo funerale.

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La lapide di Sakura aveva inciso sopra un bellissimo fiore di ciliegio rosa.

Ormai se ne erano andati tutti.

Lui però non poteva. Sakura era li, sotto terra, e lui voleva rimanerle accanto. Lei odiava gli spazi chiusi e bui.

Cadde in ginocchio, fissando le proprie lacrime cadere finalmente al suolo. Pianse tutto il suo dolore sopra la sua tomba, poggiando la fronte al suolo, ficcando le unghie nel terreno nel rendersi conto che non era più così.

Non poteva averlo lasciato solo.

Non poteva essersene andata senza di lui.

Quando si svuotò di tutto, si sdraiò per terra e alzò la mano al cielo, fissando la fede sulla sua mano sinistra riflettere la luce e i colori del tramonto invernale.

Trattenne il respiro. "Hai ragione. È bellissimo"

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