Lucciole

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Seduto silenzioso in un angolo

rivolgi gli occhi scuri al cielo,

ma il tuo è uno sguardo ormai spento,

perso, che sta già morendo.

Una scatola tieni tra le tue mani,

prezioso tesoro d'amore fraterno

che conservi nel tuo cuore di ragazzo

passato attraverso un inferno

di crudeltà e fuoco,

di stenti e di fame,

ma che non ha rinunciato a lottare

perché aveva qualcosa da amare.

Ti ricordi, tenevo la tua piccola mano,

correvamo felici e poi giocavamo.

E se a un tratto qualcosa oscurava

il tuo dolce sorriso io ero lì

e tutto oramai io ero per te.

E se eri contenta, anche io, sai, lo ero,

perché tu eri tutto quello che ancora avevo

da proteggere e amare,

da sfamare e curare.



Ti ricordi, mia piccola amica,

le luci danzanti, quella sera d'estate,

nel buio, che ancora ci facevano

sognare per dimenticare.

Io vorrei ricordarti per sempre così,

sorridente e distratta,

spensierata e solare,

ma non posso scordare quegli ultimi istanti.

Succhiavi una biglia sognando di bere

e a quella vista una fitta mi strinse il cuore.

Puoi farcela, no, non lasciarmi anche tu,

ma se solo bastasse la volontà

quanti sarebbero ancora in vita?

Così pronunciai un ultimo addio

e accesi quell'ultimo fuoco per te,

per portarti sempre con me.

Perché sono ormai grande, lo so,

che la guerra uccide l'infanzia

e non conosce pietà per nessuno.

Ma ora sento che anch'io ti raggiungerò

e ancora ci prenderemo per mano

e ritroveremo anche la mamma e il papà

e tutti insieme riuniti andremo lassù,

sulla collina di luci danzanti

dove le lucciole vanno a dormire

e così tu sorriderai di nuovo,

mia dolce sorella.

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