Tu, io e nessun altro

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Guardai il tachimetro della Jeep di Stiles prima di sbuffare sonoramente. Sapevo che l'auto fosse ormai un rottame e che il giovane stesse andando anche troppo veloce e che avremmo potuto rischiare di finire a piedi, ma dopo il messaggio di Scott che ci diceva di esser a scuola, con Kira, e che fossero in pericolo l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che dovessimo raggiungere i nostri amici per aiutarli. Mentre il giovane guidava guardare il telefono e provare a chiamare Lydia era tutto quello che riuscivo a fare, mentre pregavo che il mezzo non decidesse di rompersi definitivamente proprio in quel momento.

Una volta arrivati scesi velocemente dalla Jeep di Stiles sbattendo la porta, senza curarmi del fatto che fosse rotta e che stesse cadendo a pezzi, prima di correre verso l'interno della scuola senza poterci entrare veramente visto che le porte si spalancarono facendo volare Scott fuori. Non ci pensai due volte e, in un secondo, mi trovai accanto a lui, assieme a Stiles.

«Stai bene?» chiese Stiles all'amico con fare preoccupato mentre si accovacciava accanto a lui. A guardarlo si poteva dire che non stesse bene, ma sapendo che fosse il vero Alpha e che fosse capace di rigenerarsi velocemente, la situazione parve ridimensionarsi, almeno secondo il mio punto di vista.

«Scott scusa se lo dico ma sei stato stupido ad affrontarli da solo – dissi lanciando un'occhiata all'interno dell'istituto mentre il giovane scuoteva il capo – Kira? »  chiesi poi, con fare preoccupato.

«L'ho persa di vista durante la lotta – disse con difficoltà mentre si alzava in piedi – e non ci sono i Dread Doctors» concluse e prima che potessi chiedergli chi ci fosse, un ruggito che avrei potuto riconoscere ovunque, mi raggiunse. Alzai lo sguardo sull'entrata della scuola e la vidi; Corinne. Non ci pensai due volte, estrassi le unghie da coyote e ruggii prima di partire all'inseguimento di quella donna che voleva essere chiamata mamma, accompagnata da un urlo di Stiles che gridava il mio nome.

Sapevo volesse me. Non so trattava di Scott, Kira, Stiles, Liam o chiunque altro, si trattava di me e lei ed era ora di finirla.
La segui dentro alla scuola, fiutandone l'odore e seguendo il rumore consapevole che tutto quel fracasso lo stesse facendo apposta per farsi seguire, sapevo che probabilmente mi sarei trovata in un punto in cui avrei smesso di seguirla e avrei dovuto affrontarla, l'unica cosa che non sapevo era il come sarebbe finita.
Erano passati circa due minuti da quando avevo superato le porte gialle dell'istituto ed improvvisamente tutto tacque. Mi fermai guardandomi attorno, cercando di sentire qualche rumore, ma appena sentii qualcosa dietro di me, non feci in tempo a voltarmi che venni scaraventata contro il muro.
« Non avresti dovuta uscire di casa, tesoro» disse la donna, mentre mi alzavo.
«Non avresti dovuto uccidere la mia famiglia, stronza» dissi prima di partire all'attacco e sferrare diversi pugni e calci. Era notevolmente poi forte di me, aveva esperienza e tanto odio dalla sua, ma pure io avevo le mie motivazioni per cui restare in vita; avevo il branco, il mio padre adottivo, i miei amici e avevo Stiles, lui era il motivo più grande per il quale combattere, l'idea di vivere per evitare che gli venisse fatto del male era sempre stata una motivazione valida per reagire.
Sbattei la schiena contro al muro, con violenza, e per un momento mi parve che il respiro venisse a mancare, ma prima che potesse colpirmi nuovamente, mi girai e scivolai sulla parete prima di cozzare contro l'estintore che presi per  colpirla in pieno viso. La vidi cadere di faccia e proprio mentre stavo per raggiungerla per finirla questa parlò distraendomi.
«Non sarai mai parte di loro - disse quasi in tono divertito - e se mi uccidi, nemmeno colui che tanto ami ti perdonerà» mi guardò con aria di sfida, quasi ad incoraggiarmi di ucciderla. La presi per la maglia e la spinsi di contro al muro.
«Non m'interessa. Tu hai ucciso la mia famiglia. Tu hai ucciso le persone che mi amavano! » Urlai con odio.
«Non l'hai ancora capito? Nessuno ti ama, sei sempre la seconda scelta, quella che viene usata come rimpiazzo e lo sappiamo entrambe che lui sceglierà sempre lei» guardai la donna che stava, forse inconsapevolmente, dicendomi che tutti i miei dubbi non fossero infondati. Quelle parole mi stavano ferendo più di mille graffi e non seppi se allentai la presa o se mi distrassi, ma tutto quello che capii fu che Corinne mi colpì in pieno volto ribaltandomi.
Caddi a terra davanti la porta aperta della classe di chimica, e voltandomi vidi Kira a terra, in una pozza di sangue. Mi misi in ginocchio per alzarmi, ma appena provai a farlo una ginocchiata mi colpì in pieno volto. Caddi di schiena sul pavimento freddo della scuola.
«Oggi c'è la luna piena - disse portandomi il piede sulla gola - questo significa che posso riprendermi ciò che è mio» concluse iniziando a premere col piede.

You're not alone || StaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora