1-Inizio vacanza

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Il mio viso da ragazza innocente era appoggiato sul finestrino della macchina dei miei genitori che viaggiava diretta a Long Eaton- Derbyshire al nord Inghilterra. Lì abitavano i miei zii, perciò queste vacanze estive le avrei passate nella loro graziosa viletta.
Mezz'oretta dopo mia madre mi fece ritornare alla realtà con la sua voce.
"Siamo arrivati"
La vetrata della macchina era scura perciò non avevo ancora deliziato della viletta che mi si sarebbe presentata davanti non appena sarei scesa dalla macchina. Aprii la portiera con lo zaino in spalle e vidi i miei zii con le loro amate figliole venire verso di noi. Delle cui una era la mia figlioccia. Ero diventata madrina quando avevo 9 anni.
"Hei come va?"-dissero i miei zii abbraciando calorosamente i miei genitori. Le piccole mi saltarono in braccio. Una aveva 11 anni (Jessica) e l'altra 9 (Francesca).
Dopo vari saluti entrammo nella viletta.
"Vieni ti faccio vedere la camera in cui starai" mi disse mia zia facendomi un dolce sorriso. La seguii e in fine arrivammo davanti a una porta bianca. Mia zia aprì la maniglia e io rimasi affascinata dalla bellezza della camera che mi si presentò davanti. Le pareti erano nere con disegnate sopra delle stelle bianche. Il lampadario era fatto da cristalli. I moblili erano di un colore rosa antico incisi da simboli molto particolari che facevano pandan con il resto della camera. La stanza possedeva anche un balcone che si affaciava a un verde acceso del prato mischiato con piccoli puntini rosa, viola e rossi dei meravigliosi fiori profumati che avevano piantato i miei zii anni fa in quel splendido giardino.
"Grazie. È bellissima" dissi rivolgendo un sorriso che andava da un orecchio all'altro a mia zia.
"Figurati tesoro" disse ricambiando il sorriso, per poi chiudere la porta. Appogiai le valige e mi lasciai abbandonare sul letto esausta dal lungo viaggio. Sentii la porta aprirsi e mi alzai di scatto. Vidi gli occhi azzurro celeste di mia madre guardarmi (quanto avrei voluto prendere da lei. I miei occhi erano di un color miele mischiato a un verde petrolio a differenza dei suoi).
"Vieni a mangiare qualcosina?" disse mia madre.
"No grazie. Non ho molta fame"
"Sicura?"
"Si. Certo mamma"
"Va bene" disse per poi chiudere la porta. Mi riabbandonai tra le morbide coperte e il sonno mi avvolse completamente.

X's pov

Ero arrivato da qualche giorno a Long Eaton-Derbyshire, per prendermi una piccola pausa dal mio stressante lavoro. Mi ero lasciato da circa due settimane con la mia ragazza. Motivo? Avevo scoperto che lei stava con me solo per la mia fama e per i miei soldi. Non riuscivo a trovare una ragazza che mi amasse. Che amasse me, non la mia fama o i miei soldi.
Come vicini di casa avevo due cogniugi con due figlie abbastanza piccole, non avevo avuto modo di parlarci ma sembravano molto simpatici. Presi un libro che avevo trovato per strada mentre stavo venendo qua e iniziai a sfogliarlo,
perdendomi nell' l'inchiostro stampato tra le pagine.
Mi passai una mano tra i capelli senza distogliere lo sguardo dalle candide e probabilmente vecchie pagine giallogniole di quel libro. Mi stava prendendo davvero molto. Parlava di un ragazzo innamorato perso di una ragazza. Ma lei lo odiava anche se lui non capiva il perché...

Raffy's pov

Aprii gli occhi e mi alzai dal letto ancora assonnata. Mi sistemai un po i capelli e uscii dalla stanza.
"Alla faccia. Avevi proprio sonno. Hai dormito 2 ore e mezza" disse mia madre vedendomi uscire dalla stanza
"Em...già"
"Porti il cane giù?" disse mia madre indicando la mia adorata palla di pelo. "Certo. Va bene". Presi il guinzaglio e lo misi al mio cane.
"Ciaooo" dissi uscendo di casa.
Iniziai a incamminarmi tra le strade di quella graziosa città. Il sole era abbagliante ma un venticello abbastanza forte giocherellava con i miei capelli. Mentre camminavo ammiravo le casette variopinte che si spingevano verso la valle.
Una strana sensazione si faceva spazio dentro di me. Mi sentivo osservata. Iniziai a guardarmi intorno per vedere se ci fosse qualcuno. Dopo qualche secondo vidi da dietro due tende degli occhi penetranti color miele fissarmi intensamente. Erano degli occhi alquanto famigliari fin troppo famigliari.

-Flashback-

Ero a casa da sola a guardare la televisione, quando mi arrivò una notifica sul cellulare. Lo presi.

Twitter:Zayn Malik
"Is official...."

Schiacciai la notifica. E tradussi subito il messaggio.

Zayn Malik
"È ufficiale. I miei concerti saranno permessi solo ai maggiorenni. Mi dispiace per le ragazze che hanno sotto i 18 anni. Ma è stato deciso così"

Il mondo mi crollò addosso. Ero paralizzata. Speravo che fosse tutto un incubo. Ero solo una semplice tredicenne desiderosa di incontrare il suo cantante preferito. Ogni mio sogno si stava infrangendo. Il mio cuore si stava distruggendo. Il mio piccolo mondo immaginario mi era stato strappato da una semplice frase.
L'amore che provavo per lui si stava trasformando in una specie di malinconica,tristezza e odio tutto insieme. Chiamai subito la mia adorata Leyla. Non ci eravamo mai viste, ma il nostro rapporto era molto forte. Dopo qualche squillo mi rispose.

"Leyla" dissi iniziando a piangere sempre di più.
"Mi dispiace. Non ci riesco a credere"
Aveva visto anche lei il tweet, ne ero sicura.
"Io-io"i singhiozzi mi impedivano di parlare "Io lo odio" dissi qualcosa che fino a 2 settimane prima avrei definito una cosa impossible.
"Raffy..."

-fine Flashback-

Ricordo che dopo quel fatto riuscii per la prima volta a vedermi con Leyla. Avevo perso lui ma avevo avuto l'opportunità di conoscere dal vivo la mia grande amica. Il mio sostegno. L'ultima volta che guardai una foto di lui mi soffermai sui suoi occhi color miele perdendomici per un ultima volta.

Gli occhi dietro la tenda mi continuavano a fissare e io non riuscivo a distogliere lo sguardo.
Il mio cane iniziò a tirare il guinzaglio.

"Che c'è palla di pelo?" dissi in modo scherzoso guardandolo. Rialzai lo sguardo per vedere di nuovo gli occhi di quel probabile ragazzo, ma lui non c'era più.
"Grazie Joy" dissi in modo buffo al mio cane.
"Dai torniamo a casa" dissi tirandolo verso casa. Diedi un ultima occhiata nel punto in cui vidi quei bellissimi occhi e tornai a casa continuando a pensare al ragazzo che si nascondeva dietro a quelle tende.

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