The Brother...

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"Una notte gelida e nebbiosa, ad un tratto mi trovai davanti ad una casa abbandonata..."pensò Esmy trovandosi d'avanti alla casa ridotta a brandelli miracolata ad avere ancora un tetto che la riparasse.

Aveva i capelli corti fino alle spalle erano castani ed un ciuffo biondo gli copriva l'occhio destro, il suo sguardo era gelido proprio com'è il suo colore che era azzurro come una distesa d'acqua ghiacciata profonda ma impossibile vedere cosa potesse nascondere tale profondità.

Pioveva e la ragazza era bagnata fino al midollo, il suo sesto senso gli avvertiva di non entrare in quella casa ma lei non poteva aspettare di trovare un altro riparo,aveva bisogno di ripararsi da quella tormentabile pioggia.

E così fece, salendo i due grandini cigolanti e aprendo la porta che anch'essa cigolava un rumore al quanto sinistro e orrido che rabbrividivano la ragazza che lo nascondeva.

Appena entrata la ragazza si sfilo la felpa zuppa d'acqua lasciandola scivolare dalle sue spalle e facendola cadere per terra.

La stanza davanti a sé,portava a delle scale in salita guardandosi in torno noto una sola porta.

"Tanto vale entrare..."pensò Esmy inclinando un sorriso per incoraggiarsi e salendo le scale facendo attenzione ad ogni singolo rumore.

Di passi.

Risate.

E strani frasi di benvenuto...era facile intuire che non era sola,in quella casa apparentemente abbandonata.

La ragazza si fermò di colpo sentendo come se qualcuno la respirasse sul collo che le congelava  la circolazione, strinse i pugni e abbasso il capo...voleva solo aspettare che la presenza uscisse allo scoperto.

Non fece alcun movimento sentendo la strana presenza che gli girava intorno ed infine scoppio a ridere,mostrando la sua presenza agli occhi gelidi della ragazza.

"Benvenuta"disse Richard.

La ragazza spalancò gli occhi,era sicura di averlo già visto da qualche parte.

Aveva i capelli castani e ondulati alle punte, l'occhio destro era bendato,l'altro era violaceo indossava una maglietta nera con le maniche strappate e indossava un jeans anch'esso strappato.

Richard punto un coltello alla gola della ragazza, ridacchio poi ghigno, accoltellandola al petto,la ragazza si accascio a terra e poco dopo si rialzo stringendosi il petto sanguinante

Esmy conosceva già quel ragazzo.

Il ragazzo ridacchiò"Ancora in piedi...perfetto"ghigno"Vediamo quanto ancora potrai resistere.."la benda scivolo dall'occhio del ragazzo, che appariva una spirale,una girandola la sua voce divenne suave e cantilena"Esmy, mia cara, in in posto così non puoi che trovare solo distruzione,un luogo dove solo la morte ti potrà aspettare"canticchiò girando intorno alla ragazza che non poteva muoversi"E rimanere qui non potrà che farti del male".

Esmy indietreggio e corse verso le scale ma sfortunatamente vecchie com'erano l'ultimo gradino si spezzo,rallentando la ragazza e trovandosi il ragazzo d'avanti"Scappi, peccato in una amicizia con te ci speravo, si vede che non sono fortunato!"spinse la ragazza giù dalle scale e lei cadendo si spezzo un braccio"cazzo..."mormoro.

Esmy, si alzò e vide una porta di fianco a lei e decise di entrare prima che arrivasse Richard.

Dentro la stanza la prima cosa che noto era un comodino con sopra una foto incorniciata,la prese in mano ed in quel momento capi chi era il ragazzo, la stanza era molto colorata non aspettava di trovarsi una stanza così in quella casa,le pareti avevano una decorazione a tema cielo stellato,sul soffitto era attaccato un grande lampadario che sembrava essere stato realizzato con i cristalli.

Lui entrò di fretta e furia nella stanza"Esci subito da qui.."

"Richard..io.."

"Esmy...vattene!"

"Ma perché te ne sei andato? Da quando te ne sei andato mamma e papà...loro.."la ragazza songhiozzo ma non voleva piangere,non davanti a lui.

"Oh mia cara..."il ragazzo si avvicino alla ragazza la sorrise per poi stringerla nelle sue braccia"Mi dispiace tanto..."

La ragazza ricambio l'abbraccio, rimanendo avvolta tra le sue braccia.

Richard ghigno"Sorellina mia...sei così ingenua"la strinse ancora di più puntandogli il coltello dietro la schiena.
La ragazza spalancò gli occhi."Prova a ricordare...chi fu l'artefice di tutto"la infilzo lasciando la ragazza scivolare dalla sue braccie,scoppiando in una fragorosa risata.

Esmy ricordava quella risata, la stessa che aveva eliminato i suoi genitori, è vero l'amore uccide!

Concorso-Categoria HORRORDove le storie prendono vita. Scoprilo ora