3rd.

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"Ti prego di aiutarmi mia Emily, sono Anette, la tua amica dell'infanzia, andavano alle medie insieme.
Non ho mai avuto così tanto bisogno di te.
Come avrai già capito, mi trovo in Nuova Zelanda.
Sono in missione. Una grave malattia contagiosa è diffusa tra i Maori, mi sono offerta volontaria come medico per poter aiutare questa gente, sono arrivata più o meno un mese fa e sto facendo tutto ciò che è in mio potere per riuscire a salvare più gente possibile. Ho capito che la situazione è molto grave e peggio di quello che pensavo, solo quando sono arrivata mi sono veramente resa conto di tutto quello che stavano patendo i Maori in quel momento solo quando sono arrivata. Siamo troppi pochi volontari per aiutare tutta questa gente malata. Le tende di emergenza che sono sorte in mezzo alla foreste, sono piene, le barelle le riempiono due persone alla volta.
Abbiamo tutti bisogno di te. Vieni da noi ti prego Emily, sei la nostra unica speranza. Più gente ci aiuta, più persone salviamo.
Con la tua laurea in medicina ti basterebbe compilare il modulo che ti ho inviato insieme alla lettera e portarlo in un aeroporto, vedendo le cause della tua partenza, il viaggio potrebbe essere gratuito. Ho guardato tutti i voli di domani e ti ho prenotato quello alla prima ora, il viaggio sarà in prima classe e partirà alle 6:00 ti prego, non puoi perdertelo, abbiamo bisogno di te."
Dopo quelle parole mi tornarono in mente le immagini di Emily e me che giocavamo insieme al parco, tutto durò quasi tre minuti, come un lungo flash black.
Ero troppo stanca e gli occhi mi si chiudevano da soli ma andò comunque a cercare su internet la disponibilità dei voli per il giorno dopo per assicurarmi della vera presenza del volo delle 6:00.
Dal mio computer vidi che era già stato prenotato a nome di Anette, come mi aveva detto e dopo essermi tranquillizzata andai a riposarmi perché la giornata seguente sarebbe stata molto lunga.
La sveglia tintinnò alle 5:20, rimasi ancora dieci minuti ferma nel letto e dopodiché mi alzai, andai in bagno, mi lavai i denti.
Osservai nuovamente la mia immagine nel piccolo specchio sopra il lavandino e vidi una ragazza, una bella ragazza pronta per partire, quella mattina vidi in me stessa tutta l'autostima che non ero riuscita ad apprendere in ventun anni di vita.

Mi sentivo pronta, preparata per il viaggio e per l'impatto alla vista di quella gente. Quella possibilità mi si era proposta così, senza neanche aspettarmelo.
Era una grande possibilità per poter viaggiare e per poter viaggiare e per mettermi alla prova, per capire ciò che valgo, per far vedere agli altri quello che posso di cui sono capace. Per dimostrare agli altri che non sono una fallita ma che anche io servo a qualcosa, tutta l'autostima mi era passata davanti quella mattina e sono riuscita a prenderla in tempo, prima che fosse troppo tardi.
Mi misi a letto e appena mi appoggiai sul morbido materasso, i miei occhi si chiusero in un lungo e profondo sonno.
Quella mattina misi la sveglia molto presto, verso le 3:30 per essere pronta in tempo la mattina dopo.
Restai a letto un'altra mezz'ora mentre riposavo ancora un po' gli occhi che mi si aprivano a fatica, fissai per tutto il tempo il soffitto, l'unica parte della stanza rimasta bianca.
Mi vestii velocemente e passando davanti allo specchio in camera mia, il mio sguardo si posò un'altra volta sul mio magro corpo.
Il mio seno era della giusta grandezza ed era messo in risalto da quella maglietta color granata che stavo indossando quella mattina.
Non avevo molta pancia, anzi, le mie mani potevano circondare i miei fianchi senza problemi. Se provavo a togliermi la maglietta si potevano vedere le mie costole, coperte solo dai muscoli e dalla mia delicata pelle.
Non avevo molti muscoli, anzi non ne avevo proprio, non sono mai andata in palestra né ho mai provato a praticare uno sport, la vedevo solo come una perdita di tempo e il mio corpo ne ha risentito.
A volte mi prendevano per anoressica ma non lo sono mai stata, ho sempre mangiato tutto ciò che mi si presentava nel piatto senza lasciare avanzi, sia per educazione che per soddisfare un mio dovere. Ma senza mai grandi risultati, più mangiavo e più dimagrivo, come se avessi qualche strana malattia genetica.

Le riflessioni sul mio corpo erano ormai diventate di routine e ogni volta che rimanevo a fissarlo ne rimanevo ogni volta più insoddisfatta.

Uscii velocemente dopo essermi lavata faccia e denti.
Arrivai in aeroporto con mezz'ora di anticipo e rimasi a pensare come potesse essere la situazione dai Maori.
Uscii ad uscire dai miei pensieri solo quando avevano già iniziato ad imbarcare e mi recai allo sportello d'imbarco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 22, 2016 ⏰

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