Capitolo 5

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Balzo in piedi, terorizzata. Devo fare vari passi prima di allontanarmi dalle labbra di Gus, così morbide, rosate...così perfette. Sono ancora sotto shock, nonostante tutto ho appena ricevuto un assaggio degli Hunger Games da parte di Capitol City, e ora anche il mio cuore fragile nin sa nemmeno che cosa desidera. La mia mente è completamente offuscata da quelle che sono le mie emozioni, come la mia vista. Per un secondo riesco a sentire solamente la voce del mio mentore ripetere quelle due parole ''Resta viva''. Due parole semplici, una frase minima, eppure di grande effetto. Mi terrorizzano. Mi terrorizza l'idea che Serenix e Gus sappiano già cosa fanno ai tributi una volta entrati in quella stanza. Forse Gus ha già provato queste emozioni, forse hanno fatto anche lui e l'altro tributo dell'edizione qui dentro. Forse la Ferty sta cercando di manipularci, di cambiarci. Tutta la mia vita è composta da ''forse''. Non credo di aver mai avuto la certezza di qualcosa. Da quando è terminata la Rivolta, a questo preciso momento. Mi stanno trasformando. Mi stanno trsformando in un'assassina, in una ragazza stufa di vita, ghiotta di sangue. Farò la fine di un Favorita, diventerò una malata di sangue, mi stanno trasformanto in una di loro: in una capitolina. Shiaccio i pensieri dalla mia mente, e improvvisamente mi ritrovo in piedi, a riosservarmi i sandali. ''Cos'era quel posto?'' chiedo alla capitolina dai capelli rosa che mi sta che osservando con sguardo acido, sotto tutti qui chili di trucco sul suo viso. Potrebbe anche essere una bella donna, se non fosse così falsa. Sempre una bambola di porcellana. Avere la pelle come cadavere, gli occhi viola come l'ametista o il viso tapezzato di piercing a Capitol è segno di perfezione. A Panem di pazzia. Mi risponde con un lieve sorriso ''Un assaggio'',  ''Per farti capire che non sei al centro del mondo, ma che Capitol lo è.''  e continua, con un ghigno sul viso ''E se credi che questo sia tanto, immagina ritrovarti in un'arena reale, con minacce reali e con tributi assesati di sangue, a differenza tua. Non ti do nemmeno un giorno nell'arena,morirai davanti alla Cornucopia''. Le sue parole sono come un colpo al cuore. Inespattivamente le lacrime salate iniziano a rigarmi il viso. Sgorgono come fontane, e quasi non riesco a controllarle. Non sono così forte, come credevo. Sono debole. Debole, come foglie in autunno. Cado, e non mi rialzo, vengo pestata dalle nuove speranze del mondo. Giro lentamente il capo in cerca di Harvy. Ci vogliono molti minuti prima di riuscire a indentificare il suo viso angelico, che è nascosto in mezzo alle sue ginoccia. Sta pregando,in silenzio. Anche lui ha le guance rigate dalle lacrime, gli occhi rossi, le occhiaie viola in bella vista. Il suo viso è rosso e tappezzato di graffi, che si immischiano alle gocce d'acqua oramai secche. La camicia è strappata in alcuni punti, che lasciano la pelle nuda, tralasciando qualche cicatrice bianca. Alcune ciocche di capelli sono strappate, lasciando quella zona completamente pelata. Mi avvicino a lui, trattenendo le lacrime e il sentimento di rancore verso me stessa. ''Ti odierà, adesso'', penso. Ed è vero. L'ho abbandonato nell'arena, nonostante tutto fosse una simulazione mal riuscita. I suoi pantaloni sono luridi, macchiati di sangue secco. Abbasso lo sguardo sopra la mia camicia, aspettandomi di trovarmi nello stesso stato, ma no. Sono in perfetta salute, nemmeno uno piccolo graffio ricopre la mia pelle pallida biancastra. Mi avvicino a lui e gli poso una mano sul suo esile corpo. "Era una simulazione." gli sussurro dolcemente all'orecchio, sperando di avere una risposta concreta, dato il sangue e le cicatrici che rivestono il suo petto, che piano piano si abbassa e poi rialza, in un ritmo completamente anormale. "Dopo esser uscito dalla finta arena, due pacificatori mi hanno sparato un proiettile nel petto, trapassandolo. La carne cominciò subito a diventare rossastra, ricoperta dal liquido rosso che scorre nelle nostre vene. In quel momento il dolore mi fece impazzire, con la mano mi strappai i capelli in alcuni punti, lasciando quella parte completamente calva. La camicia lurida, sudata e piena di sangue, era incollata alla mia pelle, dov'è anche adesso. Ci volle un po' di tempo per farmi comprendere cosa stava succedendo ora: stavano cercando di uccidermi. Un'unica domanda continua a torturarmi, da quel momento: "Perché?". La risposta è semplice, loro credono che io possa far partire una rivoluzione, non solo nel 4, ma in tutta Panem. Pensano che io possa far crollare il governo come lo conosciamo oggi, che io possa far crollare Capitol. Mi stanno torturando, come se la Mietitura e il fatto che io sia stato eletto per gli Hunger Games, non fosse abbatanza." Mi racconta la storia tutta d'un fiato, le lacrime che bloccano la sua voce cristallina. D'un tratto lo abbraccio, e gli sussurro parole dolci per rassicurarlo, lui si accoscia sopra le mie ginocchia. Poi ci alziamo, e ci dirigiamo verso il corridoio, per poter andare a fare il pranzo e per conoscere i nostri stilisti, per poi essere preparati per la parata dei tributi. E poi conosceremo i nostri avversari e alleati, i ragazzi dell'1 e del 2. Quelli dell'1 sono stupendi ma incredibilmente vanitosi e quelli del 2 sono forti e assetati di sangue. Devo proteggere Harvy, nonostante tutto lui è forte e potrebbe essere l'unica speranza di Panem. Non lo farei mai alleare con delle persone del genere, che dopo essersi stufati di lui lo ucciderebbero. Salgo sul Fast-Bus, e mi addormento con tutti quei pensieri che mi divorano la testa e la coscienza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 09, 2016 ⏰

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