CAPITOLO 1 : L'ultimo giorno della mia vita

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La mia casa, la mia infanzia,i miei ricordi, era ora di salutarli e cominciare una nuova vita da fuggitivo con mia sorella.
Le guerra era ormai scoppiata in tutti gli Stati Uniti e l'unico posto fin'ora sicuro era l'Europa.
Le stanze erano vuote nessun rumore tranne mia sorella che di sotto stava sistemando le ultime cose prima di partire.
Prima di scendere passai nella stanza da letto dei miei.
Sentivo ancora l'odore del dopobarba di mio padre, il rumore dell'acqua scorrere ogni mattina dal bagno, quella dolce melodia che ogni giorno mia madre canticchiava sotto la doccia e mio padre che ci diceva di sbrigarci urlando come un pazzo.
Diedi un'ultima occhiata alla stanza, il letto era ancora disfatto, Melody non volle più entrare da quando morirono, volle anche che niente venisse toccato, doveva rimanere tutto come era stato lasciato.
Alla fine scesi in cucina e trovai Melody inginocchiata accanto al divano
-Sbrigati Rob,sono venuti a prenderci- mi sorrise.
Sicuramente era molto contenta, stavamo finalmente lasciando San Francisco.
L'ultimo giorno della nostra vita.
Le pareti erano vuote nessuna foto dei miei genitori, tutte tolte da mia sorella e messe nello zaino.
-kit di sopravvivenza-
disse mentre sistemava dei barattoli di fagioli nello zaino,
poi prese il sacco nero sopra il divano, infilò la mano e prese una pistola
-tieni, ci servirà- e me la passò
-Melody,ho sedici anni non credo che possa usarla.
-e chi potrebbe arrestarti?Rob il mondo è finito, adesso si sopravvive!
In fondo aveva ragione, San Francisco ormai era divisa in Ribelli e Rivoluzionari.
Ma di Ribelli ce n'erano pochi per non dire nessuno e quelli rimasti venivano trovati, torturati e uccisi ogni giorno.
Allacciò lo zaino, se lo mise alle spalle, si avvicinò alla finestra e aprì la tenda, la vista era orribile, auto carbonizzate, fumo ovunque.
Ricordo ancora quando a cinque anni aspettavo qui davanti mio padre che tornasse da lavoro e stavo ore ed ore ad osservare le auto scorrere e la gente attraversare la strada, adesso questo inferno...
-Vedi quell'auto nera in fondo alla strada? - puntò il dito all'esterno.
All'angolo c'era un'auto, l'unica ancora integra
-Appena apro la porta corriamo subito verso di lei,Marcus e Gary ci aspettano dentro, appena siamo fuori da Hayes Valley ci porteranno al D26, lì c'è un jet che ci porterà subito in Europa.
Era ora di andare, di salutare. Ci prendemmo per mano e ci fermammo davanti la porta d'ingresso e Melody mise la mano al pomello

-qualsiasi cosa saccada non ti fermare, entra in macchina-
disse con gli occhi pieni di lacrime, era così fragile, non era più la vecchia Melody che mi proteggeva dai bulletti alle elementari, era morta insieme ai miei genitori.
Infine tremolante e con le lacrime che ormai le scorrevano lungo le guance mi disse
- è l'ultima volta che mettiamo piede qui dentro, fatti abbraciare.
mi strinse così forte che il suo tremolio scomparve, mi sentivo dopo tanto tempo al sicuro.
Dopo quasi un minuto si staccò, si asciugò le lacrime e girò il pomello.
-ORA!-
gridò e cominciammo a correre in direzione dell'automobile.
Il fumo mi briciava i polmoni, correre era quasi impossibile dato che le auto erano quasi attaccate fra loro.
Mancavano pochi metri alla macchina e ancora non era successo niente.
La casa all'angolo dove c'era una caffetteria in cui facevamo colazione ogni domenica,era andata a fuoco.
Tutto carbonizzato.
SuperatArrivammo volocemente alla macchina e ci salimmo sopra.
Nei sedili anteriori trovamo Marcus e Gary che non vedevamo da mesi.
Gary era una guardia del corpo della nostra famiglia prima ancora che io nascessi, molto basso con capelli e barba bianca molto curati, però nonostante la piccola statura era molto forte ma sopratutto furbo e intelligente.
Marcus era stato assunto circa un anno fa, quando peggiorarono le cose. Era molto alto con un fisico perfetto e aveva occhi e capelli castani.
Erano in fondo la nostra famiglia da quando i miei erano stati uccisi.
Dopo che ci sistemammo Gary accese la macchina e cominciammo a camminare.
Entrambi erano molto seri, Marcus aveva gli occhi fissi al finestrino mentre Gary guardava diritto e stringeva con molta forza il volante
-Abbiamo due giorni per arrivare all'aeroporto- ci disse Gary senza staccare lo sguardo dalla strada
-percorreremo la città in macchina per un tratto, poi andremo a piedi-
ma Marcus invece ribattè
-ti ho detto che conviene fare tutto il traggitto in macchina, arriveremo prima, così ci scopriranno.
-daremo troppo nell'occhio, ci fermeranno e vorranno l'Rcard, ascoltami!
Ci fu una pausa ma alla fine Marcus annuì.

Le strade erano deserte, era uno scenario orribile e fino a qualche mese fa questa era una delle strade più trafficate.
Che orrore, aveva ragione mia sorella il mondo sta per finire.
Dopo un breve silenzio mia sorella chiese
- Avete trovato i ministri? -
- mi dispiace signorina solo Elphias e lo abbiamo subito spedito a Copenaghen
rispose Gary
- sappiamo dove andremo noi? -
chiesi e Marcus mi rispose con molta calma
- probabilmente Bruxelles o Praga Rob, sono i posti finora più sicuri.

Dopo qualche miglio trovammo un gruppo di persone, erano dei barboni con tende e fuoco acceso
- Li vedete? Questi straccioni erano medici,uomini d'affari,avvocati...-
disse Gary guardando fuori.
"E pensare che fino a qualche mese mese fa erano loro che gestivano l'economia qui e adesso sono barboni" pensai              
-è molto strano che i Rivoluzionari li abbiano lasciati liberi, chissà cosa gli avranno dato in cambio-
Melody aveva gli occhi spenti , lei aveva visto cosa facevano ai Ribelli, era al Blade Finance Center durante il Grande Attacco e riuscì a fuggire grazie a Marcus.

Sorpassati questi, dopo circa dieci minuti, arrivammo in centro.
Stava facendo buio ed era scesa una nebbia fittissima, i palazzi erano distrutti con finestre rotte e vetro per terra
- pochi minuti e scendiamo- disse Gary -passeremo la notte dentro Gold Center.
Il Gold Center era il più grande centro commerciale della città, ci andavamo sempre con i miei sopraptutto durante il periodo natalizio.

Stavamo imboccando la cinquantaseiesima strada quando un grosso boato si levò da est
BUM!
Gary frenò di botto e si girò verso di noi -scendiamo qui raggiungeremo il Golden Center a piedi.
Percorremmo diversi metri ed entrammo in un vicolo accanto al palazzo, sentivamo urla, spari, erano i Rivoluzionari che sicuramente avevano trovato un nascondiglio dei Ribelli.
Gary stava dietro di noi e aveva fra le mani un grosso fucile nero, mentre Marcus stava davanti.
-CAZZO!- gridò Marcus
-un vicolo cieco- ci girammo verso Gary, neanche lui sapeva cosa fare ma mia sorella puntò il braccio verso l'alto -guardate- gridò, alzai gli occhi e vidi una finestra a circa 5 metri di altezza, Gary si guardò intorno e prese un bidone dei rifiuti all'angolo, ci salì e ad uno ad uno entrammo.
Eravamo dentro un negozio di abbigliamento molto grande ma quasi vuoto, erano rimasti pochi vestiti nei scaffali e non c'era un filo di luce dato che l'elettricità mancava da circa un mese in tutta la città.
Gary con una pistola e una torcia in mano cominciò a perlustrre il negozio e dopo avere visto che tutto era a posto si avvicinò a noi e disse
-passeremo qui la notte, ripartiremo all'alba.
Nel frattempo Marcus prese alcuni scaffali, li spezzò e formò un mucchio
- Mel, nel tuo zaino c'è qualcosa che possa accenderlo?
Melody trafugò un po' e trovò un accendino
-come possiamo alimentare la fiamma? -chiese
-Prendi - Gary le passò una bottiglietta di metallo
- è Rum, conservalo per accendere altro fuoco.
Con il Rum il fuoco si accese in un batter d'occhio, preparammo una coperta fatta di vestiti, ci sistemammo per terra e passammo la notte li.

Fui svegliato da un rumore fortissimo.
Ci misimo tutti in piedi e cominciammo a raccogliere tutto
- DOV'È GARY! - gridò Marcus
- dobbiamo aspettarlo può darsi che stava cercando delle provviste - implorò Melody
- no Mel dobbiamo andare - ero molto spaventato e confuso.
In fretta e furia raccogliemmo tutto e arrivammo alla finestra maera bloccata
"perchè mai Gary l'avrebbe bloccata" mi chiesi
- Passatemi uno scaffale - Marcus era tutto sudato, in fondo non poteva permettere di farci catturare proprio ora che stavamo per partire.
Presi un lungo pezzo dello scaffale che ieri avevamo usato come legna da ardere e glielo passai.
Cominciammo a sentire passi e voci dal corridoio
- sbrigati Rob - mi gridò Melody.
Passai a Marcus il pezzo appuntito e cominciò a sbatterlo contro la finestra.
Dopo fari tentativi riuscì a rompere il vetro, presi lo zaino e ci sistemammo per uscire.
Mentre Melody stava per uscire, ritornò Garycbianco in volto e com passo tremolante.
Melody andò verso di lui - Gary, veloce o ci prenderanno, andiamo -
- m-m-m-mi dispiace - singhiozzò, era completamente sconvolto ma sopratutto diverso aveva lo sguardo spento, qualcosa non andava.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2016 ⏰

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