Capitolo 2

25 3 0
                                    

Mi butto tra le sue braccia, non sapendo cos' altro fare.

'Mi dispiace tanto, ma devo farlo.' Dico.
Mia madre non risponde, e si asciuga le lacrime che le rigano il viso.
Mi sento una persona orribile.
'Ma ti prometto una cosa, tornerò presto, e starò molto attenta, e ti chiamerò ogni giorno, ma voglio chiederti una cosa, anche se sembra stupida...' Dico.
Mi fa un cenno come per darmi il via.
'Voglio chiederti di non preoccuparti per me, e di non soffrire per colpa mia.' Dico con le lacrime agli occhi.
Ci abbracciamo così forte da farci male.
'Ti voglio bene mamma.' Dico.
'Ti voglio tanto bene anch'io.' Risponde

Prendo la valigia da terra, e Jhonny, e esco, guardando mia madre.
Carico il mio mini-van/furgoncino.
La mamma e alla finestra, e mi guarda con aria malinconia.

Faccio salire Jhonny e metto in moto.
L'unico problema, e che è inverno, e si gela, e come se non bastasse, nevica pure.
Aspetto un po che si riscaldi il motore, e accendo i riscaldamenti.
Per fortuna, ho già messo le catene alle ruote del veicolo.
Mi faccio un giro per il centro di Milano.
È davvero bella la mia città, penso che mi mancherà. Okay, ora smettiamo con le cose sdolcinate, e iniziamo il viaggio.
Prima, mi fermo al supermercato, e compro: barrette energetiche, biscotti, una cassa d acqua e varie schifezze confezionate. Si, non sono molto brava con la spesa.

C'è una raffica\bufera di vento e neve, e non vedo dal finestrino per poter guidare, quindi sono costretta a fermarmi.

Non ho il coraggio di tornare a casa, allora, vado a casa dell' unica persona che in qualche modo sono riuscita a socializzarici. La mia amica Alex, che ci conosciamo, da quando eravamo piccole, e anora, giocavamo insieme a nascondino, forse avevamo sette anni. Quelli si che erano bei tempi...

---

Non ci vediamo e sentiamo da tanto.

Arrivo sotto al suo palazzo, e citofono.

Mi apre, pur non sapendo ancora, chi è... Si, è un po incosciente.

Salgo fino al quinto piano e mi sento morire, busso piano alla porta, e la serratura si apre di scatto.

Alex, mi si butta in braccio quasi facendomi cadere.

'Ehi. Mi sei mancata tanto, dove sei stata tutto questo tempo? Comunque, vieni, entra.' Mi dice euforica.

'Ciao.' rispondo un po imbarazzata.

'E da tantissimo tempo che non ci vediamo, come mai ho l' onore di essere visitata date?' Dice in tono scherzoso.

'Beh, ti ricordi, da piccola, quando ti facevo il lavaggio del cervello, e ti raccontavo in continuazione i dettagli del mio viaggio? Oggi, è giunto il giorno della mia  partenza, sai oggi compio diciotto anni e quindi in pratica sono libera. E, ho pensato di venirti a salutare, perchè non so quando avremo l' occasione, di rivederci.' Le rispondo.

'Ma tu sei proprio pazza! Pensavo che ti fosse passata la fissazione di questo viaggio a caso in giro per il mondo.' Mi risponde sghignazzando.

' Dove andrai, e dove dormirai, cosa farai? E lasci tua madre qui da sola?' Le parole mi rimbombano dentro e mi fanno male, non voglio pensare a mia madre, so che sono egoista, ma penso che ne valga la pena.

ON THE ROAD. Storia di un viaggio senza limiti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora