Capitolo 7

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Sazi, uscimmo e salimmo in macchina.

Martha estrasse dalla tasca dei pantaloncini il biglietto di Brad che mi ero dimenticato di leggere. Si avvicinò a me e lo aprì facendomelo leggere:"Sabato si andrà a dormire nella mia casa sul lago Michigan, torneremo lunedì sera, fatemi sapere."

Mandai subito un messaggio ad Hilary, sperando che avesse invitato anche lei e lei l'attimo dopo mi aveva mandato una riposta affermativa.

Guardai Martha:«Io ci voglio andare, Hilary viene, tu te la senti?»

«Sinceramente no. Ma se il mio migliore amico e la mia migliore amica ci vogliono andare, vengo anch'io;basta che lui mi stia lontano.» Mi rispose lei tirandomi una pacca amichevole sulla spalla.

«L'unica cosa che mi preoccupa è il viaggio, Cristo, saranno 4 ore in macchina.» Dichiarai io pensando alle 4 agonizzanti ore in macchine che potevano deformarmi il culo.

«Shawn. Tranquillo che le 4 ore passano velocemente sul pulmino di Brad» Mi tranquillizzò lei sorridendo malinconicamente.

Accese la macchina, schiacciando con forza l'acceleratore.

«Dove mi porti?» Chiesi.

«Vedrai, sono sicura che ti piacerà.» Rispose lei semplicemente mentre ridacchiava.

Eravamo ancora fuori città quando Martha parcheggiò vicino ad un vecchio negozio che cadeva a pezzi, le assi di legno erano ricoperte di fori e graffi ed i vetri erano sporchi.

Entrammo.

«Ciao Mitchel» Salutò Martha, e un ragazzo dietro al bancone si alzò di scatto:«Hey Martha, i dischi sono di sopra.»

Il negozio vendeva dischi,vinili e cassette; erano sparsi da tutte le parti.

Martha fece un giro veloce tra i bancali in legno contenenti vinili, ne prese due di diverse misure.

«Shawn, seguimi» Mi disse lei facendomi segno di salire le scale e così ci trovammo in una soffitta. Non era arredata, c'erano un tappeto, una poltrona e uno specchio enorme.

La ragazza tirò fuori da un armadio cinque dischi e se li mise nella borsa.

Tornammo al primo piano mi fiondai al bancale delle cassette, mi piaceva guardare quegli oggetti, avevano qualcosa, come diceva Martha, di magico.

Passo un'ora e Martha mi chiamò per tornare in macchina.

«Posso venire a dormire da te? Giuro che non disturbo!» Chiese lei con gli occhioni dolci.

«Certo che puoi, vieni pure!» Risposi contentissimo io.

«Però prima voglio portarti in un posto.» Disse lei interrompendo il mio entusiasmo.

«Emh, okay.»

Ci allacciammo le cinture e Martha premette l'acceleratore.

Il viaggio proseguì con chiacchiere su ogni genere di argomento accompagnati dalla musica ad alto volume.

Martha frenò di scatto e mi accorsi di essere in mezzo al nulla, con una casa diroccata davanti al vetro della macchina.

Mi girai stranito verso Martha:«Dove mi hai portato?»

«In una vecchia villa abbandonata!» Urlò esaltata mentre spostava un'asse che fungeva probabilmente da porta. Una nuvola di polvere ci assalì mentre stavamo varcando la soglia e tossimmo pesantemente.

La "villa" cadeva a pezzi, le finestre erano chiuse da griglie in ferro e dal tetto pendeva la grondaia, ricoperta da foglie secche e ingiallite.

«Non è che magari se entriamo ci cade il tetto addosso?» Chiesi un po' spaventato.

«No, stai tranquillo, ci sono già entrata un sacco di volte.» Rispose lei scoppiando a ridere.

Entrammo e mentre scendevamo le scale, scorsi un grande salotto con il pavimento in marmo, un po' come si usava nell'800, tutto impolverato.

Non era un soggiorno, era una grande sala da ballo.

Martha scese le scale saltellando, poi si fermò e lasciò cadere il suo grande borsone.

Iniziò a canticchiare un motivato come una ninna nanna, o un carillon:

"Festa e balli, fantasia

è il ricordo di sempre

ed un canto vola via

quando viene dicembre.

Sembra come un attimo

dei cavalli s'impennano

torna quella melodia

che il tempo portò via..

Riconoscevo quella canzone, era di Anastasia, il film della Disney.

La guardavo mentre ballava in uno strano modo e cantava. Ad un certo punto mi prese le mani e mi fece girare in tondo, venni preso dall'atmosfera e iniziai a cantare le note, che mi ricordavo ancora dopo anni, accompagnato da Martha

Sembra come un attimo

dei cavalli s'impennano

sento quella melodia,

nella memoria mia

forse un giorno tornerò

il mio cuore lo sente

ed allora capirò

il ricordo di sempre

ed un canto vola via

quando viene dicembre."

Cademmo tutt'e due mentre ridevamo come coglioni

«Sei il mio migliore amico preferito Shawn!» Urlò lei con una voce allegra.

«E tu sei la mia migliore amica!» Dissi io abbracciandola.

Martha era la migliore amica che non avevo mai avuto.

Tra battute e risate fatte sdraiati su quel freddo pavimento si fece tardi, così andammo a casa mia.

Subito dopo esser entrati in casa Martha si buttò sul divano e dopo mezzo secondo si addormentò, era adorabile.

Mentre la mia amica dormiva profondamente io non riuscivo a chiudere occhio, continuavo a pensare a lui e a quello che poteva succedere il giorno dopo.

"How I met Him."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora