Capitolo 4

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Mi svegliai, anche stavolta era presto:5:33 AM.

Mi preparai con tutta la calma del mondo e uscii, sempre col mio inseparabile compagno:il mio skate.

Andai da Starbucks con la voce di Ed Sheeran nelle orecchie e arrivato a destinazione mi tolsi gli auricolari. Il posto era stranamente affollato, forse avevo perso troppo tempo a girare per la città bagnato dalla luce prodotta dal sole che sorgeva.

Aguzzai lo sguardo e notai un tavolino da 4 non occupato del tutto, cioè, c'erano solo due ragazze.

Dato che avevo bisogno di Starbucks tutti i giorni, tutte le mattine, decisi di sedermi a quel tavolo, sempre se loro me l'avessero permesso.

Mi avvicinai timidamente e cercai di attirare la loro attenzione concentrata nei loro sguardi.

«Ehi...emh...posso sedermi?» Chiesi cercando di sorridere normalmente, senza sembrare uno stupratore mattutino.

«Si, siediti pure» Risposero all'unisono

Mi sedetti con la mia limonata presa 2 minuti prima al bancone;prima di rendermi conto che non c'era posto.

Stavo sorseggiando la mia bevanda tranquillamente, quando le vidi avvicinarsi dolcemente e far scontrare piano le labbra tra di loro. Erano tenerissime.

Anche io e Levi apparivamo così allo sguardo di altri?

Ebbi una reazione spontanea: mi uscì un "Awww", ero esageratamente intenerito da quelle due. Si girarono di scatto per capire la provenienza del suono, detto anche verso di tenerezza, e si accorsero che il "colpevole" ero io.

Scoppiarono a ridere, io arrossii e dissi: «Scusate,è che siete tenerissime, è stato più forte di me. Comunque piacere sono Shawn e... sono gay», avevo una faccia da ebete, ero abbastanza contento di aver trovato qualcuno "come me" con cui fare amicizia, erano carine e sembravano anche simpatiche, per non parlare della loro tenerezza!

«Piacere, io sono Lauren e lei e Camila» Dichiarò la più alta indicando la ragazza accanto mentre pronunciava il nome.

«Che scuola fai?» Chiese con una voce acuta, esaltata, Camila.

«Carpenter High School» Risposi semplicemente.

Un sorriso a 32 denti comparve sul viso di Camila, si mise a saltellare e lanciò strani urlettini,riuscii a capire un "Non ci posso credere! Anche noi!" in mezzo ad altre parole incomprensibili. Finalmente si calmò,risiedendosi accanto a Lauren che disse «Bene,credo che tu abbia capito che andiamo alla stessa scuola,comunque facciamo il secondo anno.»

«Wow, fantastico, ci potremo vedere ancora allora! E a proposito di scuola, tra meno di 10 minuti ho lezione, quindi devo proprio andare» Dissi controllando l'orario sul mio cellulare mentre mi alzavo.

«Okay,buona lezione» Augurò semplicemente Lauren mentre Camila mi salutava agitando la mano euforicamente.

Uscii da Starbucks,sempre col mio skate, pensando a me,a Levi e a Simpson,dopo aver visto quelle due nel mio cervello cominciarono a frullare troppe cose.

Non potevo farmi mettere i piedi in testa da gente come Bradley Simpson,dovevo tenermi vicino gente come Hilary.

Compresi che dovevo soffocare, anzi, affogare il desiderio fisico che avevo verso Simpson.

Ero quasi arrivato a scuola,ma decisi di deviare, di saltare scuola, troppe cose mi stavano confondendo e facendo venire un forte mal di testa.

Decisi di andare in spiaggia, non volevo vedere nessuno, preferivo rimanere solo con i miei pensieri in momenti di questo genere.

Camminai sulla sabbia per quasi 2 ore, ricordo che mi fece bene e schemi fermai ad ammirare il mare su una panchina e da lì vidi in lontananza una ragazza; la riconobbi dopo poco, era Martha.

Anche lei mi vide e si avvicinò lentamente alla panchina su cui ero seduto.

Arrivata abbastanza vicina aprì bocca: «Ciao Shawn»

«Ciao, come stai?» Mi affrettai a chiedere cercando di riprendermi dallo shock, lei non si comportava come Simpson.

«Sono stata meglio» Rispose abbassando lo sguardo

«Mi sembri triste, cosa succede Martha?» Provai a chiedere, ero seriamente preoccupato e volevo aiutarla.

«Scusa, non ne voglio parlare» Disse lei

«Ascolta, tu ora mi dici che succede!» Sbottai «Se ti può aiutare ti dico una cosa: sono gay» Dichiarai, ma forse stavo sbagliando, non stavo prendendo troppa confidenza con una persona molto vicina a Bradley? La parte altruista di me vinse, per questo decisi di continuare a sostenere quella conversazione.

«Cosa credi? Che non l'abbia capito? Cioè tutto quello che fai: il modo in cui gesticoli,quando parli, il tuo tono di voce...tranquillo.» Sorrise

Rimasi basito,l'aveva capito subito.

Cercai di ricambiare il sorriso, un po' spaventato dalla facilità con cui ero stato letto, ma poi la mia mente tornò sul problema principale di quel momento:«Allora? Cosa succede?»

Stavo aspettando la risposta ma la mia attenzione venne catturata da un rumore assordante e la sabbia che si alzava. Martha mi prese per un braccio e strattonandomi iniziò a correre,io la seguii.

«Corri Shawn, Corri!» Urlava, riuscii a capire solo quello in mezzo a tutto quel rumore provocato dal tornado dietro di noi.

Corremmo. Corremmo per 10 minuti senza fare pause.

Ad un certo punto arrivammo sul cemento e ci lanciammo negli spogliatoi, subito Martha chiuse la porta e si lasciò cadere per terra iniziando a piangere. Aveva il viso oscurato dai lunghi capelli scuri e teneva le ginocchia con le braccia mentre si dondolava su sé stessa. Dopo qualche secondo iniziò a ridere in modo quasi malsano, innaturale. E quella risata in brave si trasformò in un urlo agghiacciante. Avevo la pelle d'oca.

Preso dal panico mi abbassai e la abbracciai, lei staccò le mani dalle ginocchia e mi strinse a sé.

«I miei genitori stanno divorziando, io ho sempre odiato mio padre. Vorrei essere affidata a mia madre, ma allo stesso tempo vorrei avere i miei spazi,un appartamento tutto mio. Poi non capisco più Bradley, ormai mi sento veramente a mio agio solo quando cantiamo insieme» Disse ancora con le lacrime che le rigavano le guance, si stava confidando con me.

«Da quando hai questi "Esaurimenti"?» Chiesi gentilmente mimando delle virgolette con le dita sull'ultima parola.

«Da circa due mesi.» Rispose seria

«Credo che tu debba provare a frequentare nuove persone, per magari trovare qualcuno con cui riesci a stare senza sentirti in disagio. Se vuoi puoi anche venire a casa mia qualche volta. Se vuoi possiamo diventare amici.»

Dissi cercando di tranquillizzarla un po', in realtà non sapevo proprio come chiederglielo, ma ho sempre creduto che il vecchio "Possiamo diventare amici?" fosse il modo migliore per creare un legame.

«Ti ringrazio Shawn, davvero. E, si, volentieri.» Rispose lei sfoggiando un sorriso.

La rialzai e aprii la porta, il tornado era sparito, così uscimmo.

La accompagnai a casa mia per poi far rimanere a dormire.


Il giorno dopo andammo a scuola, a piedi, insieme.

Arrivati al cancellone vidi Simpson che correva verso di noi, era furioso.

Si avvicinò a me e mi diede un pugno nello stomaco, mi ritrovai per terra agonizzante mentre lui continuava a sferrare calci al mio corpo disteso.

Martha si parò davanti a me e diede uno schiaffo al viso del ragazzo davanti a me, quella fu l'ultima scena che vidi prima di ritrovarmi nel buio.

"How I met Him."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora