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《Non posso dire di conoscere bene Sehun, so molto poco su di lui.》 Yifan guardò Zitao prima di continuare a parlare. Sembrava tranquillo, intento ad osservare le fiamme nel camino, mentre si inseguivano e si fondevano tra di loro, creando disegni che solo un occhio attento sarebbe stato in grado di vedere.


《Aveva sempre un'espressione seria e impassibile, forse per tutto quello che aveva passato, ma in compagnia di Luhan sorrideva sempre.》
《Cosa gli è successo prima di arrivare qui?》
《Ha dovuto uccidere suo padre. Era stato morso. E sua madre è stata divorata davanti a i suoi occhi.》
Tao non disse più nulla, cercando di farsi più piccolo possibile, volendo scappare a quelle parole. Era così simile a ciò che era accaduto a lui.


《Ma nonostante questo è sempre stato molto gentile e disponibile con tutti. Un giorno è uscito con Minseok e Yixing per cercare munizioni: lui non è tornato. Quando Minseok ha dovuto dare la notizia Luhan ha pianto tutta la notte, e continua farlo.》
Il corvino immaginò il dolore nell'animo di Luhan. Un dolore che lo stava lentamente corrodendo dall'interno, provocando solo altro dolore.
Un ciclo senza fine.


《È il tuo turno adesso.》 Tao guardò Yifan, come se si fosse dimenticato del loro patto, ma le sue parole gli tornarono in mente subito dopo.
《Dimmi cosa ti è successo quando è iniziato tutto questo.》
Prese un respiro profondo e posò il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino di legno accanto al divano.
Yifan non disse nulla, aspettando che il più piccolo iniziasse a parlare, dandogli il suo tempo.
《Sono nato a Qingdao, ed è da lì che siamo fuggiti.》


Il biondo notò quanto fosse nervoso l'altro. Dalla sua voce insicura, dal suo torturarsi le mani, tirando via le poche pellicine presenti attorno alle unghie corte, dal suo sguardo che non sembrava voler distogliere dalle fiamme.
《Mio padre non ha mai voluto avere un'arma in casa, la sola idea lo nauseava. Non è stato semplice difenderci, almeno per i primi tempi.》
Yifan gli accarezzò lentamente un braccio, confortandolo e rassicurandolo.
《Un gruppo di otto persone ha deciso di portarci con loro. Siamo diventati come una famiglia allargata. Una sera mio padre è... è andato da solo a cercare qualcosa da mangiare ed è tornato con dei morsi su un fianco e i-io-》 smise di parlare all'improvviso.

Gli occhi lucidi e pronti a rilasciare una quantità non indifferente di lacrime. Ora osservavano la mano che il biondo aveva posato sul suo braccio. Respirò profondamente per un paio di volte, prima di ricominciare. La voce che tremava appena, instabile. Come lui, del resto.
《Mia madre era disperata quando il più anziano del gruppo ha sparato. Il sangue di mio padre era schizzato su di me e-》
Si interruppe per una seconda volta.
La sua forza di volontà aveva ceduto a quei ricordi. Il suo volto sporco del sangue di suo padre, le urla di sua madre, quel foro nel cranio di colui che una volta era stata la persona di cui si fidava maggiormente.
《Dopo qualche settimana sono andato a fare una passeggiata nei paraggi e quando sono tornato erano tutti morti. Anche lei.》
Il respiro era accellerato e irregolare, le sue lacrime bagnavano la maglietta di Yifan per la seconda volta.
Accarezzò i capelli corvini di Tao con una mano, mentre con l'altra lo teneva stretto a sé, come se qualcuno potesse portarlo via in quel momento, trascinando in un luogo sconosciuto e pericoloso.
Lasciò un bacio delicato come il battito d'ali di una farfalla sulla fronte del più piccolo.
《Andrà tutto bene, Tao. Fidati di me.》
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Quando vide Zitao e Yifan addormentati sul divano, sorrise.
Yifan teneva l'altro stretto a sé. Le braccia avvolte attorno al busto del corvino.
Lo teneva come se stesse tenendo una rosa: delicata, fragile e bellissima.
Una rosa ferita, che aveva bisogno di cure e attenzioni.
Mentre metteva un ramo robusto nel fuoco, per tenerlo in vita ancora per un po', sentì la porta principale venir aperta con delicatezza.
Sentendo una voce familiare distruggere il silenzio presente in casa in quel momento, trattenè un urlo di gioia.
Corse dal ragazzo appena arrivato e lo baciò, portando le braccia dietro il suo collo. L'altro mise le sue mani sui fianchi del maggiore, ricambiando il bacio.
《Sei tornato.》
《Non potrei mai abbandonarti.》
Il moro mise una mano tra i capelli rosa pallido di Minseok, dandogli un secondo bacio.
《Mi sei mancato, Jongdae.》
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Il fuoco si spense quando Yifan aprì i suoi occhi.
Sentì la voce entusiasta di Minseok, seguita da quella calma, ma non meno felice, di Yixing.
La prima cosa che vide fu il volto di Zitao, ancora addormentato.
Sorrise, lasciando un bacio delicato su una guancia del corvino, facendolo sdraiare sul divano con la stessa delicatezza.
Andò in cucina, dove erano sedute tre persone al tavolo di legno posto al centro della stanza.
《Bentornato.》 Disse vedendo i capelli scuri e disordinati di Jongdae.
Era uscito quasi una settimana prima, e Minseok stava iniziando a perdere la speranza di rivederlo.
《 队长, dormito bene?》
Yifan annuì, osservando da lontano il salone dove riposava il nuovo arrivato.
I tre continuarono a parlare di come erano passati quei giorni, quando dal piano superiore scese Luhan.
Vedendo Jongdae sorridergli, salutandolo, sentì gli occhi bruciare.
Indietreggiò lentamente, finendo per urtare contro il piano cottura dietro di lui.
Ogni volta che i suoi compagni uscivano, tornavano sempre.
Perché Sehun no?
Perché lui non era tornato?
Le lacrime iniziarono a scendere copiose, finendo sul pavimento.
Si morse il labbro inferiore, impedendo ad un singhiozzo di essere sentito.
Yixing si alzò, avvicinandosi a lui, pronto ad abbracciarlo e a confortarlo, ma il biondo si scansò, correndo nella sua camera.
Abbracciò il cuscino, lanciandolo poi dall'altra parte della piccola stanza.
Strinse i capelli tra le dita sottili, fermandosi quando vide una foto sul suo comodino, incorniciata da un rettangolo di vetro opaco. Lui e Sehun sorridenti.
Prese la foto osservandola da vicino. Le sue lacrime bagnarono la sottile superficie di vetro che proteggeva la foto, mentre osservava il volto allegro del ragazzo. Quel ragazzo dai capelli castani, dagli occhi scuri e luminosi, troppo giovane per essere morto.
Le sue dita tremavano, mentre accarezzavano il volto dell'amato rimasto per sempre in quella foto.
Non riuscì più a trattenersi. Un urlo acuto fuoriuscì dalle sue labbra mentre scagliava l'immagine incorniciata contro un muro. Un urlo che violò la pace momentanea di quel luogo.
Un urlò che Luhan sfruttò per sfogare tutto il suo dolore.
Si rannicchiò in posizione fetale sul letto, stringendosi tra le sue braccia.
Gli occhi spalancati, fissi contro il muro dove aveva lanciato tutto ciò che gli restava del ragazzo coreano.
《Sehun...》
Dopo un urlo, un soffio.

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