Capitolo 1

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Questa foto rappresenta Clark

Il primo giorno di università, che palle. Mi sono appena trasferito dall'africa, se ve lo starete chiedendo, No, non sono quell'africano di colore che veste con foglie, che si dipinge il corpo con la terra e fa riti danzando attorno al fuoco, niente da togliere ai miei , ex, simpatici vicini di casa che erano proprio così. No, solo un semplice ragazzo, che si è trasferito in africa per lavoro dei propri genitori e ora è qui in America per fare il suo primo giorno in facoltà. Feci il mio primo passo verso l'entrata e neanche il tempo inciampai e mi scontrai con qualcosa o meglio qualcuno, che da quanto posso constatare è messo apposto sia con i muscoli che con l'altezza. Subito mi allontanai scusandomi e da lì potei osservare il povero malcapitato a cui ero caduto sopra. Un ragazzo dagli occhi blu come la notte con un accenno di verde muschio vicino alla pupilla, davvero particolari se mi posso permettere, e i capelli corvini, mi si presentò davanti. Era bellissimo, con quella sua area tenebrosa e virile, che sprizzava testosterone da tutti i pori.

Ma cosa dico? Sono percaso rincoglionito?

Forse si, ma è tutta colpa sua, forse è meglio che gli stia alla larga.
Lui non disse niente rimase a guardarmi per qualche secondo e poi si girò per entrare nella struttura. Che persona ambigua che era, ma questo fattore non faceva altro che aumentare la mia curiosità nei suoi confronti. Chissà cosa avrà pensato di me.

Perché mi faccio questi complessi mentali? Alla fine neanche lo conosco. Possibilmente sarà la prima e ultima volta che ci vedremo, ma questo sarà solo il destino a stabilirlo.

Entrai e subito andai in segreteria a farmi dare gli orari e i numeri delle varie aule. Mi diressi alla prima ora di lezione nell'aula 24, con in una mano il foglio delle ore e nell'altra una cartina della scuola che avevo precedentemente rubato in segreteria. Non tenni d'occhio la strada -la guardavo solo quando era strettamente necessario- e andai a sbattere nuovamente addosso a qualcuno che stava andando di corsa, solo che questa volta cademmo a terra.

"Mi dispiace, sono un disastro" disse il ragazzo, che nel frattempo stava cercando di recuperare tutti i libri e fogli sparpagliati per terra.

"Tranquillo mi sa che oggi non è giornata, visto che è la seconda volta che sbatto contro qualcuno" lo aiutai a raccoglere i libri, che restituii subito dopo.

"Oh Dio, Che maleducato che sono. Mi chiamo Harold, Harold Cook"mi porse la mano che prontamente strinsi.

"È un piacere conoscerti Harold, il mio nome è Elijah Walker" ci sorridemmo e ci alzammo per continuare la nostra camminata.

"Se posso chiederti...dov'è che andavi così di fretta?"

"Oh in aula sai sono in ritardo di cinque minuti come minimo"

"Che tipo di settore fai?" Ero curioso, ma felice visto che forse avevo trovato il mio primo amico.

"Arte, tu?"

"Idem"

"Fantastico e in che aula sei?"

"24"

"Anche io" iniziammo a sorriderci quando mi venne in mente una cosa

"Aspetta...questo vuol dire che siamo entrambi in ritardo" anche lui tornò dal mondo dei sogni, facendosi preoccupato.

"Oh cazzo. CORRIIIIII"

Iniziammo a correre per tutta la scuola, fino ad arrivare alla famosa aula, con il fiatone e il cuore a mille. Entrammo e corremmo in dei posti liberi pronti ad ascoltare la lezione.

"Sempre in ritardo signor Cook?" Lo richiamò il professore "E a quanto pare hai trovato l'amichetto che ti imita"

"Ci scusi pofessor Stevens, ma Elijah è nuovo e l'ho aiutato a trovare l'aula " mi mise una mano sulla spalla e io gli sorrisi.

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