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Allora, il fatto è questo: Genn i modelli li ha sempre odiati.

Non che fosse uno pieno di pregiudizi eh per carità, si impegnava davvero a non partire prevenuto e a non giudicare un libro dalla copertina.
Solo che quando li vedeva lì, con il loro fisico perfetto, il loro metro e ottanta di superiorità, il loro dito in culo e quell'aria da manichino confezionato che faceva accapponare la pelle lui proprio non ce la faceva.
Gli sembrava un lavoro che non era degno di essere definito tale.

Era più forte di lui, vedere quei bambolotti dai denti splendenti che, per una ventina di metri fatti sculettando con lo sguardo da "bello e dannato", venivano pagati cifre stratosferiche gli faceva girare i coglioni come poche cose al mondo.

Per questo quando, la sera prima della ripresa della prima puntata di uno dei pochi programmi che tollerava ancora a cui lui stesso avrebbe partecipato, aveva scoperto contro chi avrebbe "gareggiato" beh...che Papa Francesco lo perdoni.

"Maro Giò voj murì"

"Dai lo biò, calmati, vedrai che andrà tutto baell"

Provò a consolarlo Giò, il suo manager nonché migliore amico, precisamente uno dei quattro migliori amici che il biondo aveva trascinato in quella nuova "avventura" senza dare loro margine di scelta.

"C spaccim ij e schif e modell nun cia pozz fa"

Urlò il biondo in preda all'ennesima crisi isterica della giornata.

"No Gennà però t'e calmà pcchè staj alluccann a n'or e t staj mtenn rint e recchj"

Gli urlò Leonardo, detto Leo, un'altro dei suoi quattro migliori amici.

Il biondo nemmeno ascoltò le parole dell'amico, troppo impegnato ad imprecare lanciando con violenza oggetti contro il muro di quella camera d'hotel decisamente troppo piccola per contenere tutti quei ragazzi.

"Oh dai ma vedi che magari non è così male"

Continuò il barese strappandogli di mano la sua scimmia di peluche che il biondo stava per lanciare sul lurido pavimento coperto da uno strato di lercia moquette.

Che poi Genn era ricco porca miseria, che ci facevano in quel posto di merda?!
Mai affidare l'organizzazione a quel coglione di Mcfly...

"E lascia la scimmia di Giò"

Disse Leo difendendo Berry, il fedelissimo peluche compagno d'avventure dell'amico.

Il biondo dilatò le narici iniziando ad infuriarsi e da lì la serata diventò un insieme di urla e imprecazioni insensate.

"GIÒ DAMMI QUELLA CAZZO DI SCIMMIA"

"NO!"

"GENN CRISTO PIANTALA DI URLARE!"

"PIANTALA DI URLARMI DI SMETTERLA DI URLARE!"

"PIANTATELA DI URLARE!"

"TU QUELLA CAZZO DI SCIMMIA DOMANI NON LA PORTI IN STUDIO!"

"SI INVECE, NON PUOI IMPEDIRMELO!"

"DOVE CAZZO AVETE MESSO LO SHAMPOO?!"

Ciao DarwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora