1. Primo giorno di scuola

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Alexa - 6 anni

12 Settembre

"Era una bambina ingenua, pensava che la vita fosse felice e invece si sbagliava."

Oggi è il mio primo giorno di scuola, sono molto contenta di iniziare la prima elementare.
Mamma dice che è molto orgogliosa di me, che sarò sicuramente una studentessa brava.
Non ho fatto molta fatica ad alzarmi, ma credo di non essere stanca solo perché è il primo giorno.
Papà oggi non ci sarà, deve lavorare, si è alzato presto ed è andato.
Non sono arrabbiata con lui, anche se a casa c'è poco, anche se a volte mi manca un po'.
Non lo dico mai a nessuno, aspetto che lui torni alla sera per abbracciarlo, anche se è sempre un po' distaccato.
Mi sto preparando, la mamma mi ha messo dei vestiti e il grembiule.
Mi sta sistemando i capelli e mentre lo fa mi dice:
-"sei perfetta, piccola mia, vedrai che andrà tutto bene. Tra un po' dovrebbero arrivare i tuoi nonni che sono molto emozionati e vorrebbero vederti."

-"E se non starò simpatica a nessuno? Se mi comporterò male e gli altri miei compagni si arrabbieranno con me odiandomi?"

-"tranquilla, a nessuno starai antipatica, sei una bambina così favolosa."

Ora sta suonando il campanello, sto scendendo velocemente le scale per andare a vedere chi è.
Apro la porta e mi ritrovo davanti a me i miei nonni con un grosso sorriso.

Sono andata immediatamente a dare un bacio sulla guancia a mia nonna e adesso sono saltata in braccio a mio nonno.
Sono le persone che mi hanno cresciuto fino ad adesso, che mi hanno sopportato nonostante io fossi e sono una rompiscatole.
Mi hanno tenuto stretta a sé quando i miei genitori non c'erano, mi hanno fatto passare sempre la malinconia.
Mi vogliono tanto bene, io li voglio per sempre accanto a me perché loro mi fanno stare meglio.
A volte mi sgridano e io rispondo, non amo essere "criticata".
La nonna quando si arrabbia con me dice che non mi parla più, ma ogni volta va a finire che dopo due minuti ricomincia a raccontarmi qualcosa.
Il nonno invece non si arrabbia quasi mai con me, gioca sempre a carte e a dama e, queste due cose, le ha insegnate pure a me.
I miei nonni sono diversi di carattere, a volte hanno dei piccoli litigi, ma si amano tanto.

Sto finendo di prepararmi e mia madre decide di farmi una foto prima, da sola e poi con i miei nonni.

-"sorridete tutti che deve venire perfetta, dobbiamo guardarla quando sarai grande, così da ricordarci questo momento, uno dei più importanti della vita." Disse mamma

E così tutti sorridemmo e io abbracciai forte i nonni.
Il tempo passa, sto crescendo pian piano, sto diventando una bambina grande e devo cercare di essere più brava.
Lo dico sempre, vorrei non arrabbiarmi così facilmente, vorrei essere una persona da ammirare.

Oggi la mamma mi ha detto che si entra alle 10:00 e si esce alle 12:10, penso che ci conosceremo un po' tra compagni.
Spero che le maestre siamo simpatiche e brave.
Già dal primo giorno odio questo maledetto grembiule nero, sembra che debba andare a un funerale. È così scomodo e fastidioso che lo prenderei e lo butterei direttamente nel bidone.

I nonni stanno andando via, ormai manca poco e finalmente o forse, per mia sfortuna, inizierà l'inferno.
Comincerà la scuola con delle persone nuove, con maestre differenti e con una voglia di crescere che magari, piano piano, se ne andrà.

Mi sto incamminando con mia madre verso la scuola, non è molto lontana da casa mia, quindi stiamo andando a piedi.

Siamo arrivati, il cortile è pieno di bambini nani come me, alcuni sono tranquilli, altri sono scalmanati e continuano a rincorrersi.
Sembrano tutti così felici di iniziare una cosa nuova, differente da tutte le altre monotone di tutti i giorni.

Manca un minuto e la campanella suonerà, io sono in 1H, chissà se troverò dei compagni simpatici.

Manca veramente poco e io sono un po' terrorizzata.

Ora la campana è suonata, mi agito e spalanco gli occhi.
Mia mamma mi guarda e mi dice sorridendo.
-"Andrà tutto benissimo, non ti preoccupare"

Mi sta accompagnando alla soglia e varco quell'enorme portone della scuola.
Chissà dove sarà la mia aula, dovrò guardare da tutte le parti.

Ho girato qualche classe, ma non ho trovato la mia.
Incontro una persona, credo sia una bidella e gentilmente le chiedo:
-"lei sa dov'è la 1H? Perché io sono nuova e non so dove sia."

-"si, l'accompagno io nella sua aula."

-"grazie."

Entro nella mia classe, è strano da dire, vedo tanti bambini seduti al banco e credo che io sia l'ultima a dovermi sedere.
L'unico posto rimasto è vicino a un bambino con gli occhi verdi e con un viso un po' buffo.
Dopo averlo osservato mi siedo vicino a lui, vorrei chiedergli come si chiama, vorrei iniziare a fare qualche amicizia.
Sembra un po' timido, non dice niente e tiene gli occhi bassi sul suo libro.
Le maestre si presentano e a me sembrano brave, spero tanto di non sbagliarmi.
Sono arrivata ultima il primo giorno di scuola, non credo sia una bellissima cosa.
Non mi piace stare in silenzio, io amo tanto parlare, quindi cerco di istaurare una conversazione visto che adesso c'è un mini intervallo.

-"ciao" gli dissi anche io intimidita per paura di dire qualcosa di sbagliato

-"perché mi stai parlando?" mi dice interrogativo

-"vorrei fare amicizia con qualcuno e tu sembri simpatico anche se, non mi hai detto ancora niente."

-"nessuno vuole parlare con me. Quindi mi sembra strano che tu voglia dirmi qualcosa." mi disse un po' triste

-"perché nessuno vuole parlare con te?"

-"non posso dirtelo, se no smetteresti anche te."

-"sei strano e misterioso." gli dissi "non mi hai ancora detto come ti chiami."

-"è un segreto." mentre lo sta dicendo alla cattedra della classe arriva una maestra nuova e si presenta.
È quella di matematica e visto che la "pausa" è finita non posso più parlare.

Ora, sto guardando quel bambino e gli sto sorridendo, sono sicura che sarà il mio primo amico perché io amo il mistero..

"Non ci conosciamo, ma io ho visto che i tuoi occhi sono un po' tristi come i miei."

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