4. Mi ha parlato di lei

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Alexa - 7 anni

(Un anno dopo)

1 Luglio

"Sembravi una persona sola, il tuo sguardo era così triste e le tue mani tremavano."

È una bella giornata, fa molto caldo, infatti ho una maglietta sbracciata e dei pantaloncini corti.
Oggi Lucas ha deciso di raccontarmi il suo segreto, dice che finalmente si fida di me.
Non so precisamente di cosa si tratti anzi, non lo so proprio, ma penso che non sia una cosa molto bella.
Sto aspettando mia madre, si sta preparando perché poi deve andare a fare alcune compere.
Lei è molto fissata, deve essere tutta perfetta per uscire di casa.

-"mamma, stai arrivando?"

-"si, ancora un attimo."

-"è mezz'ora che mi stai dicendo la stessa cosa e non sei ancora scesa." le dissi sbuffando

Dopo un tempo indeterminato, finalmente scese e ci dirigemmo verso la macchina.

Siamo arrivati davanti alla villa di Lucas, ci abbiamo messo 5 minuti, sono davanti a questo enorme cancello, la mamma è ancora lì e sta aspettando che io suoni per entrare.
Schiaccio il bottone e subito una voce mi dice:

-"chi è?"

-"sono Alexa."

-"ti apro subito."

Poco dopo il cancello davanti a me si apre e ora, intravedo Lucas, che mi sta aspettando su un gradino, fuori, sulle scale.

-"ciao" gli dico sedendomi vicino a lui

-"ciao" rispose con una voce un po' spaventata e aggiunse: "sono pronto a dirti quello che devo, ti capirò se non mi vorrai più parlare." mentre stava dicendo questo, arrivò Adriana, la signora che cura Lucas.

-"volete dei biscotti?" ci chiese gentilmente

-"si perfavore" rispondiamo noi due insieme

Aspettiamo i dolcetti in silenzio e non tardano ad arrivare, forse Lucas ha paura.
Cerca di fare altro pur di non iniziare quello che dovrebbe raccontarmi.
Mentre sgranocchiamo uno dei tanti biscotti gli dico:
-"se non vuoi dirmelo oggi non fa niente, me lo devi dire solo se sei pronto e se vuoi."

-"si, voglio raccontartelo, è da quasi un anno che mi stai accanto e devi saperlo."

-"va bene, come vuoi."

Fece un lieve sorriso e abbassò la testa, iniziò a parlare piano, come se dirlo ad alta voce facesse male, come se volesse solo sussurrarlo a se stesso e non farlo sentire a nessuno.
-"mia madre è in carcere, papà dice che tra un po' dovrebbe tornare a casa, ma è ormai da un anno e mezzo che mi ripete la stessa cosa. Nessuno mi parla perché tutti sanno che mia madre ha ucciso un uomo.
Tutti si inventano le cose, nessuno sa, che mia madre l'ha fatto per difendersi.
La polizia non ci ha mai creduto, pensano che mia mamma sia una pazza.
Io ero lì quando è successo, ero piccolo, avevo 5 anni.
Mi ricordo che quell'uomo era davanti a me è l'ho visto morire e mia madre disperarsi.
Voleva solo difendersi, se no sarebbe morta lei.
Si era girata, mi aveva guardato, dicendomi di andarmene, che qualunque cosa sarebbe successa lei mi voleva bene. Io ho sempre pensato che quell'uomo fosse un ladro o una persona del genere."

Lucas si è fermato tutto ad un tratto, come se ha terminato tutte le energie.
Sta singhiozzando, alza solo gli occhi verso di me per un istante e vedo le sue guance inondate di lacrime.

-"ora se vuoi vai, vattene come hanno fatto gli altri. Penserai che io diventerò un assassino." mi urlò quasi

E io corsi più vicino a lui e lo strinsi forte a me, come fanno i veri amici, come fanno gli adulti con le persone tristi perché io non ero come gli altri, a me piacevano i disastri.
-"mi manca così tanto." disse tra un singhiozzo e un'altro.

Io non so cosa fare, non so se rinchiudere tutta la sua tristezza in un baule con un lucchetto o lasciarla andare via piano piano.
Vorrei dirgli che lo capisco, ma come posso?
L'unica cosa che faccio è fissarlo, lo guardo con sguardo triste pensando che si stava facendo male a tenersi tutto per se.

-"come hai fatto a resistere tutto questo tempo senza dirlo a nessuno?"
gli chiesi soltanto

-"La mamma mi diceva sempre che dovevo essere forte qualsiasi cosa sarebbe successa."

-"perché non vai a trovarla?"

-"papà non vuole, dice che la mamma è colpevole, sai, non gli crede neanche lui e questa è una delle cosa che fa più male." dopo queste parole avrei voluto piangere con lui, però, se lo avessi fatto, non lo avrei aiutato.

In questo momento avremmo dovuto avere accanto un'adulto, una persona che sa farti uscire dal tunnel degli orrori, da quei pianti che non finiscono mai perché è difficile smettere di uccidersi.
Noi, a volte, ci ammazziamo pur di essere classificati forti e lui è uno che fa parte di questa categoria, è triste, ma ha imparato a crollare senza farsi notare...

"Giuro che volevo proteggerti, volevo stringerti a me e assorbire tutto il tuo dolore."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12, 2017 ⏰

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