La vedo, in mezzo alle macerie delle case distrutte, delle quali rimangono solo pochi cumuli di detriti sparsi sul terreno bruciato.
Mi guarda con i suoi occhi scuri, vuoti, come se io fossi il suo unico punto di riferimento in un mondo devastato dal caos. E' lei, la riconoscerei ovunque... ma non può essere lei, lei è...
Eppure sembra così reale... La mia bambina...
Non ricordo quanto tempo sia passato dall'ultima volta che la ho vista...
I miei occhi cominciano a riempirsi di lacrime ed io, titubante, le vado incontro. Lei però non si muove, è immobile e pallida come una statua di marmo, lo sguardo perso, senza emozioni, i capelli sporchi ed arruffati, le braccia lungo il corpo e le mani serrate in un pugno. Persino il vestitino bianco che le calzava a penello sembra ora non appartenerle, essere estraneo a lei. Adesso è solo l'ombra del candido e pulito abito che ricordo: è sporco e stropicciato, in alcuni punti anche lacerato.
Appena sopra le ginocchia, la stoffa lascia spazio alle sue gambe pallide e ossute.
Continuo ad avanzare verso quell'esile figura ma, a pochi metri di distanza, mi fermo, paralizzandomi sul posto, per via di un suo movimento.
Lei infatti ha alzato un braccio bianchiccio nella mia direzione, indicandomi con un dito.
Questo mi provoca uno strano brivido lungo la schiena e un pensiero mi attraversa la mente, un sesto senso forse, che mi dice che di qui a poco sarebbero accadute delle cose spiacevoli. Ho l'istinto di voltarle le spalle e fuggire da qui prima possibile, correndo a perdifiato per trovare un posto nel quale nascondermi da lei.
Invece rimango qui, indecisa sul da farsi, a guardare la mia bambina.
Perchè ho paura di lei? Non mi farebbe mai del male... O almeno, lo spero.
Colgo un movimento, quasi impercettibile, ha socchiuso le labbra e, suppongo, voglia dirmi qualcosa. Aspetto, paziente, una sua parola, guardandola come solo una madre può guardare suo figlio.
Finalmente un lieve sussurro lascia le sue labbra, seguito da altri, che in pochi attimi diventano degli urli.
Ripete sempre la stessa frase, la frase che nessuno al mondo vorrebbe mai sentirsi dire.
"Sono morta per colpa tua, mamma"."Lexia, amore ti prego, svegliati!"
Sento una voce lontana ma, all'inizio, la ignoro, concentrando la mia attenzione su di lei, la quale, insistentemente, continua a ripetere quelle orribili parole.
Solo dopo aver udito di nuovo quella voce, così calda e familiare, capisco.
E' solo un sogno, un sogno orribile ma maledettamente reale. Sto solo sognando... lei è morta.
Tento di aprire gli occhi, invano.
So che lei non lascerà i miei pensieri così facilmente. Ma, come se qualcuno da lassù stesse udendo i miei pensieri, magicamente lo scenario che mi sta attorno, le strade grigie, le case devastate, le persone urlanti in preda al panico, si sta tutto dissolvendo attorno a me. O, per meglio dire, quasi tutto.
Qualsiasi cosa mi stesse attorno due secondi fa, ora è sparita e, al suo posto, un universo buio, cupo, che quasi mi soffoca con la sua oscurità.
Il nulla, nulla tranne lei.
E' sempre lì, dove la ho lasciata, sempre con il braccio alzato verso di me e lo sguardo nel mio. Ora però se ne sta in silenzio, forse ha capito di avermi spaventata a sufficienza, o forse sta solo pianificando la prossima mossa.
"Non sei reale..." Dico esitante "Tu non sei lei, non sei reale!" Ripeto, urlando.
All'improvviso tutto comincia a muoversi attorno a me, tutto trema, come se quell'universo tenebroso stesse per crollare da un momento all'altro.
Finalmente ci riesco, apro gli occhi e mi accorgo di star gridando e singhiozzando terrorizzata.
Sono qui, su questo pianeta, nella casa di mio marito, nella nostra camera da letto, assieme a lui.
Mi stringe amorevolmente fra le sue braccia forti ed accoglienti, così accoglienti che ci morirei fra queste braccia.
"Shh piccola, ci sono io qui, era solo un incubo. Mi hai fatto morire di spavento, lo sai?" Dice amorevolmente accarezzandomi i capelli.
Cerco di balbettargli qualcosa per farlo rassicurare, ma non essendo capace di dire nulla, mi limito a guardarlo, come un cane bastonato, e mi stringo ancora di più al suo corpo.
"La hai sognata di nuovo, non è vero?"
Ecco perchè mi sono innamorata di quest'uomo: con un solo sguardo riesce a leggermi dentro, a capire i miei pensieri. Mi è perciò impossibile mentirgli, anche se non lo farei mai. Come recita il famoso detto 'uno sguardo vale più di mille parole', e, infatti, senza aspettarsi una mia risposta, ricomincia a parlare:
"Ultimamente mi stai facendo preoccupare parecchio Lexy...è da quando è successo che non fai altro che sognarla, ma in questi ultimi giorni hai degli incubi tutte le notti. Non puoi andare avanti così, il dolore finirà per distruggerti, amore. Lo sai che non è colpa tua, non sentirti responsabile della sua morte, il fato ha voluto che accadesse e noi non possiamo fare nulla per cambiare ciò che è successo. Però promettimi una cosa, che lascerai tutte le questioni della Terra sulla Terra. Va bene?"
Accenno un 'si' con il capo e, flebilmente, mugulo un ' te lo prometto '.
Sono appena le sei del mattino e mi rimangono ancora due ore prima di cominciare a lavorare. Cerco di mangiare le poche provviste giornaliere che ci sono concesse ma, stranamente, questa mattina non ho per nulla fame quindi le lascio sul tavolo, per aggiungerle alla porzione della mia piccola Stacie.
Ogni tanto lei mi chiede che fine ha fatto la sorella maggiore, ma io le rispondo vagamente, dicendole che è rimasta sulla Terra.
E' strano trattare questo argomento con lei. Sicuramente sa cos'è la morte, ma è ancora troppo piccola per affrontare la perdita di un famigliare. Ricordo che, due sere fa è venuta da me chiedendomi, con il suo fare dolce e delicato, quando potessimo andare a trovare Becky, Mr Bear, il suo orsetto di peluches, e tutti i suoi amichetti sulla Terra. In quel momento non sapevo cosa dirle. Avrei preferito raccontarle la verità, certo, ma non avrei mai avuto il coraggio di dirle che la Terra non esisteva più.
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Without Earth
Science Fiction#JustWriteIt Challenge. #EarthLove Non c'è modo migliore per festeggiare il giorno della Terra, se non immaginare la nostra vita senza di essa. Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo universo per sviluppare arti e scienze, porre i...