Arresti domiciliari

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Appena arrivati a casa chiusimo la porta a chiave a ci rintanammo nelle nostre stanze e, chiuse a chiave anche queste, ci sentimmo più al sicuro... forse. Suonò il campanello: era la polizia. Finsimo di essere in casa ma una voce fuori ci disse "vi abbiamo visti entrare; o aprite o sfondiamo la porta". Noi quattro ci nascondemmo in giro per la camera mentre papà rimase sul suo letto (sw vi chiedete come lo sappiamo è perché papà ha installato una finestra che controlla la nostra camera) mentre i poliziotti sfondavano la nostra porta di casa.

Papà uscì dalla camera a mani alzati e un poliziotto lo neutralizzò sul divano. Gli altri entrarono in camera nostra. "Ai! Hey mi metta giù!" disse Sal dopo che un poliziotto lo sgamò da sotto il letto, "che cavolo!" disse Ste doppi che un' altro agente lo trovò nell' armadio, "mollami bruttone!" disse Sascha dopo che un' altro poliziotto lo prese da dietro la tendina della biblioteca (bel nascondiglio).

Gli altri agenti perlustrarono la stanza per vedere se mancava qualcuno, ma senza risultati. -fiuuu- pensai -non mi hanno beccata. D'altronde chi cercherebbe sotto una sedia?- (la sedia in questione è una durata quelle un po 'antiche' che avevano la copertura che scendeva fino al pavimento). Così misi un' orecchio a contatto con la porta e ascoltai:

P (poliziotto): dobbiamo portarvi in prigione per aver distrutto un oggetto di grande valore materiale e storico. Dovevo impedirlo! Annodai le coperte e le fodere come nell' ultima fuga dalla camera e scesi. Un poliziotto aspettava davanti alla porta con il woky-toky (non so se è giusto ma accontentatevi). Glie lo fregai e dissi con un tono basso fingendo di tossire "a tutte le unità nell'appartamento di Greco: usate arresti domiciliari, passo, e chiudo" e detto questo lanciai il woky-toky lontano per creare un diversivo.

Corsi verso la centrale di polizia ed aspettati, nascosta, il ritorno della polizia. Appena gli agenti tornarono mandai un messaggio a papà
'Sono in centrale. Lasciami fare e non dire che sono qui. Cercherò di ridurre al minimo tutto.

Così iniziai a piangere (per finta ovvio, anche le lacrime erano di falso dolore) ed entrai.
X: cos' hai ragazzina? Perché piangi?
Io: ho-ho sentito che i miei migliori amici sono in carcere
X: chi scusa?
Io: S-Stefano, S-Sascha e       S-Salvatore *lacrime*
X: no no stai tranquilla, hanno deciso di metterli agli arresti domiciliari
Io: e-e per quanto tempo?* asciugo le finte lacrime*
X: per qualche mese
Io: oh no! Sascha era il mio tutor! Senza di lui il mio test andrà malissimo *scoppio a piangere per finta*. Potrei chiedere al suo superiore maggiori dettagli?
X: certamente, vieni con me
E mi portò in una stanza con dentro un uomo grassottello e, all' apparenza, goffo.
X: Giorgio, questa ragazzina vorrebbe parlarti. Sii educato.

E così, dopo aver tentato di far ridurre il tempo di 6 mesi..

Io: per favore! Il mio esame è il mese prossimo! Non posso aspettare così tanto!
G (Giorgio): troverai un altro tutor
Io: ok*tono rassegnato* a vinto... solo se*tono più convinto* mi farà vedere maggiori dettagli!
G: certamente! Ecco devono essere qui...
A quel punto impostai un timer a 30 secondi con il suono di una bomba

G: ecco, guarda tu stessa. Come vedi...

BOOM

G: oddio cos'era?!?
E guardò fuori dalla finestra. Ne approfittai per cambiare il tempo da 6 mesi a 1 mese.

G: solo qualche stupido ragazzino. Comunque come puoi vedere i loro arresti termineranno tra 1 mese... COSA?!?
Io: oh, perfetto! Sascha potrà spiegarmi tutto è potrò passare l'esame! Musica sono fatta prendere troppo dal panico! Grazie e buona giornata
G: anche a te*con tono poco convinto*

Fatto ciò presi il cellulare e tornai a casa.

*DOPO LETTURA*

Mi perdonate per aver fatto saltare 2 capitoli se vi dico che questo ha 650 parole? Spero di si.
Bye :)

4 gemelli, 4 pestiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora