Capitolo 1

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Mi sveglio nel caldo letto della mia nuova casa. Si inizia di nuovo. Il mio passato non è uno dei migliori. Non voglio ricordare. Ma sicuramente Miami non aiuterà. Mio padre si è dovuto rispostate per lavoro. All'età di 10 anni le cose si facevano difficili così andammo a Londra. Non mi è mai dispiaciuto. Ritornare qua fa male. Mi alzo di mala voglia già prevedo il primo giorno di scuola. L'appello. Il mio cognome. Bisbigli dai compagni. E si ritorna di nuovo ad essere Jennifer Smith. La figlia di Parker Smith. Mio padre è una persona importante quasi in tutto il mondo. Ed essere sua figlia non è una delle cose migliori. Ogni volta sono circondata da ricconi. Come la scuola dove andrò. Già la odio.
Detto questo mi faccio una doccia veloce mi vesto con dei semplicissimi jeans neri e una maglietta semplice con un maglione di sopra grigio. Presi il mio zaino e scesi sotto. In questa casa sarei capace di perdermi. Andai in cucina e feci colazione con un toast con la Nutella spalmata sopra. Finito di mangiare mi lavai i denti e uscii di casa salutando mio padre e Nicholas,dicendogli di non voler essere accompagnata. Non vidi Anna quindi non la salutai.

Arrivata a scuola vidi un sacco di ragazzi scrutarmi per bene. Okay. Si rinizia. Innanzitutto non sono altissima ma neanche tanto bassa. Non sono rotonda anche se mangio quanto la Germania ma anzi sono abbastanza magra non troppo. Non sono troia. Non mi piacciono i vestitini. E tutte quelle cose che si metterebbe una ragazza. Okay non sono un maschiaccio ma non mi piacciono tutte quelle cose. Ho gli occhi azzurri molto tendenti al grigio i capelli lunghi sotto il seno, castano chiaro tendenti un po' al biondo.Chiedo in segreteria il mio orario...

"Salve sono Jennifer sono nuova qui"
"Oh sì..."
Le feci un sorriso.
"Okay tenga signorina Jennifer Smi... SMITH?!"disse incredula
"Grazie per favore non urli il mio cognome così forte"dissi facendole un sorriso di preghiera
"Oh scusi Signorina Smith"disse raddrizzandosi nella sedia.

Entrai in classe in ritardo ovviamente.

"Salve"dissi io
"Oh buongiorno in ritardo il primo giorno di scuola? Veda di darsi una regolata detesto i ritardi" disse la professoressa di matematica
"Mi scusi" cercai di mantenere un tono calmo. Sono la figlia di Parker Smith ma non riesco a restare calma sono il contrario di mio padre.
"Lei deve essere la signorina Jennifer Smith"
Ecco.
Grazie professoressa. Tutti mi guardano con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. E altri bisbigliano al compagno cose del tipo 'non può essere lei' 'la figlia di Smith? Parker Smith?'
Ecco. Ci risiamo.

"Sono io" dissi.
"Oh bene sappi che il suo cognome non fa alcuna differenza Signorina Smith"
Ma che cosa ha in testa? Non ho detto un emerito cazzo.
Bha.
"Non ho mai detto qualcosa riguardo al mio cognome. Comunque non credo faccia differenze il mio cognome." Dissi io in tono di sfida.
"Certo" rispose la professoressa
Mi sedetti nell'ultimo banco in fondo alla classe,sola.

La lezione era noiosissima. Dopo 15 minuti di lezione qualcuno entrò in classe. Alzai lo sguardo vidi un ragazzo davvero carino...
"Scusi professoressa"
"DYLAN LE SEMBA IL MODO?? SEMPRE IN RITARDO!"urlò la professoressa
"Ho detto scusi"
"Siediti accanto alla signorina Smith"
"Chi? SMITH? Quella Smith?"
"Si la figlia di Smith"
No di mia nonna. Ci sono eh vi sento
Venne verso di me.
"Ehi bellissima"

Già mi sta sulle palle.

"Intanto tu a me non mi chiami bellissima e se ci riprovi ti arriva un calcio nelle tue care parti basse. Non fare commenti su di me o sul mio cognome. Non parlare."
"Ehi ehi... Ti sei svegliata di malumore oggi?" Disse ridacchiando
"No."
"Va bene bellissima"
"Non chiamarmi così"
"Mh va bene Jennifer bellissima"
"Hai rotto"
"Mh... Comunque io sono Jack"
"Okay"

Non avevo voglia di parlare con nessuno specialmente con questo Jack.
Oh ma l'hai visto è un figo della madonna!
Non mi servi in questo momento stupida coscienza. È comunque non mi interessa. Può essere bello quanto vuole.
Io ci perdo le speranze.

"Allora..."
"Cosa vuoi" rispondo acida.
"Come è essere una Smith"
Ma sta scherzando?
"Oh sì stupendo soprattutto quando ti devi mettere quei vestitini perché c'è una cena importante"
"Secondo me saresti stupenda con un vestitino"disse con un sorriso malizioso in faccia. Per ricambiare gli feci un dito medio e lui ridacchiò.
"Comunque non sai quanto ti capisco"
"Che intendi?"
"Anche mio padre più o meno è un uomo importante"
Quindi lui è quel Dylan? Il figlio di James Dylan? Non può essere. Non può essere che mio padre e suo padre si conoscono.
"Sei il figlio di James?"
"Si, neanche io ci credevo quando ho saputo che eri la figlia di Parker eh... I nostri genitori saranno felice di vedersi non credi?"
"Oh certo" risposi io ancora confusa da quella assurda coincidenza.

Il suo sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora