Fui incauto

503 67 10
                                    


Fui incauto.

Nell'arder dell'ingannevole passione.

Commisi uno sbaglio.

Lo sbaglio più grande della mia vita.

Ti lasciai cadere.

E tu rompesti silenziosamente.

Miseramente tornai al tuo capezzale supplicando chiunque potesse udire le mie preghiere che tu ti ridestassi ancora una volta.

Aspettavo quel momento dove avrei potuto finalmente chiederti perdono, di donarmi ancora parte del tuo cuore e stavolta non lo avrei lasciato mai più cadere.

Nessuno aveva notato che stavi cedendo. Ti stavi lasciando portare via dal crudele vento mentre noi ti abbandonavamo.

Il branco, la tua famiglia, io! Non siamo riusciti a salvarti. Non siamo riusciti a salvare un membro del branco dalla disperazione in cui si era lanciato. Non sono riuscito a salvarti. Tu che eri e sei mia ancora e mia anima. Ed ora ho capito,tu eri aggrappato a me, al nostro amore. Era il tu sostegno.

Non faccio altro che chiedermi "Perché ti ho abbandonato? Perché, quando ti avevo finalmente trovato?" Me ne sono andato senza voltarmi indietro e tu eri lì a piangere abbracciandoti da solo. Cercando di sopravvivere.

E in quel frangente, mentre ti accarezzavo il viso ferito, ripensavo al nostro amore e ai miei sbagli.

Ci siamo conosciuti ad agosto, ricordi?

Io e la mia famiglia avevamo deciso di stabilirci a Beacon Hill. Sembrava una cittadina pacifica e ordinaria. Avrei dovuto capirlo si da subito che non lo era. Sin da quel ragazzino che, nel pieno della notte, era uscito nel bosco alla ricerca di non si sa quale creatura mistica. È stata la notte in cui sentii il tuo odore per la prima volta. Seguii quell'odore e ti trovai steso nell'erba a goderti i tenui raggi della luna. Eri cosi bello, amore mio. Non ho resistito alla tentazione e mi sono avvicinato. Ti spaventasti ma subito dopo mi sorridesti e mi inondasti con quella parlantina che ti è così naturale. Sarei stato giorni interi a sentirti parlare.

Parlammo fino a che i primi leggeri raggi del sole non sbucarono. Mi dicesti che dovevi andare e io ti diedi appuntamento per quella stessa notte, e quella dopo e quella dopo ancora.

I giorni passavano e noi ci incontravamo tutte le notti.

Mi raccontasti di te, della tua famiglia, dei tuoi amici. Io ti raccontai di me e per la prima volta mi aprii davvero con qualcuno, con te e solo te.

"Quella" notte c'era la luna piena, ricordi?

Eri nel bosco come sempre e io ti raggiunsi. Non so con quale coraggio o forse era proprio la luna a spingermi a seguire l'istinto ti baciai. Un bacio casto e delicato, il primo di una lunga serie. E in quella sera, come in tutte quelle avvenire, ci amammo al chiaro di luna.

Era una notte senza luna quando scopristi la mia vera natura e, inaspettatamente, non scappasti, sei rimasto e mi hai tenuto stretto tra le tue esili braccia. Fu in quel momento che capì che tu eri diventato il mio tutto.

Le settimane passavano e approfittavamo di ogni secondo che avevamo per stare insieme, non importava se illuminati dai raggi del sole o nascosti da quelli della luna.

Ti feci conoscere la mia famiglia, il mio branco. Tu mi presentasti a tuo padre.

Nel branco tutti ti adoravano, ormai eri diventato a tutti gli effetto "l'umano del branco" o "quello che non taceva mai". Lo sei ancora e lo sarei sempre.

Fui incauto (Sterek) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora