Era inutile. Durante quella gita, Nico non si sarebbe divertito, e lo sapeva benissimo. Ma il viaggio era anche peggio di quanto se lo aspettasse. Il pullman correva come un forsennato sulla strada, ma sembrava sempre che andasse troppo piano.
Il pallido ragazzo che giaceva come un manichino sul sedile, avvolto dalla propria felpa verde scuro, non desiderava altro che arrivare rapidamente all'albergo, fare quel che prevedeva la gita fino a un certo punto e poi fingere di stare male. Di nuovo. Come faceva in ogni gita, d'altronde: non ce l'aveva neanche per tutto l'oro del mondo la voglia di passare
più giorni del necessario con la sua INSOPPORTABILE classe.
Il viaggio, poi, sembrava protrarsi per secoli. 6 ore per arrivare a destinazione. No, dico, SEI ORE! Tremilaseicento minuti. Uno strazio completo, e uno strazio senza caricatore portatile e wi-fi, che non gli permettevano di usare il telefono quanto avrebbe voluto.
Durante la strada si erano fermati solo una volta, per andare in un autogrill, e impegnato com'era a cercare di riacquistare un po' del sonno perso dalla partenza del mattino alle 6:00, non ci aveva neanche pensato a scendere.
Ora aveva da fare... Ciò di liquido che non va nominato, e aveva un sonno incredibile che gli pesava sulle spalle mentre leggeva il libro che aveva avuto il buongusto di scaricarsi prima di partire.
Ogni tanto gettava uno sguardo fuori dal finestrino e si rischiarava lo sguardo spento con paesaggi degni di volantini turistici: boschi verdi, fiumi lucenti, campi coltivati e deliziosi paesini turistici.
Quando invece si entrava in un tunnel, nell'oscurità totale, i suoi compagni davano il meglio di loro con finte urla terrorizzate, toccatine alle ragazze, lanci di oggetti e spintoni casuali, che avrebbero fatto scattare il nervoso a qualsiasi essere umano degno di tale nome, tanto che al quarto tunnel (che trovandosi in alta montagna era normale) un urlo gli esplose dai polmoni, portando il silenzio nel pullman che pareva ora deserto. Le prof, nonostante per causare il silenzio non avesse usato i più fini dei termini , chiusero un occhio con la scusa che non si sapeva chi fosse, rinfrancate da quel silenzio momentaneo.
Ora si stava avvolgendo nuovamente in ritmi metal alternati a sana musica coreana, quando una delle prof che aveva salvato gli si avvicinò.
"Di Angelo, potresti accogliere un tuo compagno di fianco a te?"
Oh, ecco l'ultimo dettaglio. Nico si era fatto tutto il viaggio da solo. E sperava che così sarebbe terminato.
MA INVECE NO! Cosa avrebbe potuto fare di meglio se non accogliere un altro rompi...Scatole, e proprio di fianco a sè?
Spararsi, ingoiare veleno, intraprendere una simpatica conversazione con un grizzli (ce ne sarà stato uno in quella zona, no?) , e tagliarsi le vene.
Oh.
La professoressa, senza notare (o fingendo di non farlo) il cambio di umore del bruno, prese per la collottola de piumino un ragazzo che ancora ridacchiava . Si vedeva che non gli piaceva stare fermo: i capelli castani, corti e ondulati erano in disordine, gli occhi marroni parevano sprizzare fuoco, la pelle color caffellatte e la bocca con due piccole fossette, sembrava fatta per sorridere. O sogghignare, come in quel caso.
Si staccò dalla presa dalla professoressa (gesto quantomai impavido: la signorina Shwarkopitz non era un bel tipino, e il fisico da lottatore di sumo pluripremiato certo non aiutava.) e fece un finto sorriso galante. "Prof, so che mi adora in realtà." per poi spostare lo sguardo su Nico . Il moro, sotto quello sguardo, non voleva starci, quindi spostò semplicemente l'attenzione su ciò che si stagliava oltre al finestrino. Non gli importava davvero nulla di cosa potesse pensare quel ragazzo, e dato che la prof glielo aveva affiancato proprio perché lui era un tipo tranquillo, non doveva prendersi neanche la briga di tentare di fare conversazione, finendo in una situazione che sarebbe stata senza dubbio imbarazzante.
Nico era quasi sollevato, quando successe quel che mai avrebbe voluto.
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School trip-Valdangelo.
FanfictionUna gita a Vienna con la propria classe del liceo, per un tipo solitario e silenzioso come Nico Di Angelo, non è certo una benedizione. Soprattutto se tutto sembra preannunciare il peggio già dall'inizio del viaggio, quando, mentre lui progetta la p...