Cap.1

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Quella notte, per la prima volta dopo 10 anni ero riuscita finalmente a dormire serenamente, stando solo tra le braccia di mia madre.
Mi era mancata, tantissimo, era troppo tempo che non dormivo con lei, che non avevamo un momento solo per noi, solo come "Amy e la sua mamma", ma poi, mi bastò girare lo sguardo, vedere la foto che avevo sul comodino insieme a mio fratello, che il senso di colpa è di angoscia mi pervase. Così mi alzai, mi sedetti alla scrivania e iniziai a scrivergli una lettera, cosa che ormai facevo quando mi sentivo male, cioè praticamente sempre.

"Ciao Eric,
sai, stanotte, per la prima volta da quando non ci sei più sono riuscita a dormire, si, ho avuto un altro incubo, come sempre, ma mamma è venuta in camera e abbiamo dormito tutta la notte abbracciate, strano eh? Io e mamma che riusciamo a dirci quello che proviamo, ed è merito tuo, ma ormai, tutto ciò che succede nella mia vita è solo grazie a te.
Mi manchi Eric, mi manchi tanto, sono così arrabbiata con te, come hai potuto? Come hai potuto lasciarmi? Non dovevi, mi avevi promesso che saresti rimasto sempre con me, che saresti stato sempre al mio fianco, qualsiasi cosa fosse accaduta, e ora cosa hai fatto? Sei andato via! Mi hai lasciata!
Sono completamente impazzita! Sto scrivendo una lettera che non arriverà mai a nessuno, ma non ne posso fare a meno, non posso fare a meno di scriverti, di dirti quello che mi succede, di dirti quanto ti odio per avermi lasciata, ma allo stesso tempo che mi manchi un casino e che ti voglio ora, proprio qui, con me.
Ti voglio bene fratellino.
Per sempre tua,
Amy. "

Dopo aver scritto quella lettera, la piegai e la misi nella scatola dove tenevo anche le altre.
Vidi l'ora e mi accorsi che erano solo le 7:30, era giugno, quindi ero in vacanza, mamma dormiva e non sapevo cosa fare, così decisi di prepararle la colazione.
Andai in cucina, e dopo un'ora persa nel cercare di preparare dei muffin con la cioccolata, persi le speranze e preparai dei semplici cornetti con la nutella, misi del succo in un bicchiere e, mettendo tutto su un vassoio floreale, lo portai a mia madre.
Entrai in camera con un sorriso stampato in faccia, e mia madre, appena mi vide, rimase a bocca aperta. -Come mai tutto questo?- mi chiese, -Beh, ho pensato che sarebbe stato carino portarti la colazione, non l'ho mai fatto- arrossii un poco, non ero abituata ad essere dolce con mia madre, ma lei, forse notando il mio imbarazzo mi disse -Grazie mille Amy- e mi sorrise, ma uno di quei sorrisi sinceri che non puoi fare a meno di trattenere.
Quando finì di mangiare iniziammo a parlare del può e del meno, lei mi raccontò alcune delle tante figuracce che facevo da bambina, come quando, a 5 anni, andai a sbattere contro la vetrina di un negozio pensando che quella fosse l'entrata. Ridevamo, ridevamo di gusto, cosa che non facevamo da ormai troppo tempo.
Sentii il mio telefono squillare, così lo presi e il nome di Dylan stampato sul display mi fece illuminare gli occhi, così risposi. -Ehi Amy, che ne dici se passo a prenderti verso le 10:30 e stai tutta la giornata con il tuo migliore amico?-
senza esitare neanche un secondo dissi -SI!- e staccai la chiamata, solo quando vidi mia madre seduta sul letto che mi guardava mi sentii terribilmente in colpa. Era una vita che non avevamo un momento solo per noi, e appena mi si presentava l'occasione per stare un po' con lei io che facevo? Uscivo con il mio amico ovviamente! Che stupida che ero!
Lei però capendo tutto, mi guarda e dice -Ehi Amy, non fa niente, continueremo il nostro discorso un'altra volta, ora esci con Dylan e pensa a divertirti- l'abbracciai e le dissi un "ti voglio bene" con una voce così sottile che non sono neanche sicura che lo sentì.

Finii di prepararmi appena Dylan suonó al campanello, corsi ad aprire e urlai -MAMMA IO VADO!-. Appena fuori Dylan mi guarda e mi abbraccia, lo conoscevo da tanto ormai, eravamo come fratelli, gli volevo un bene dell'anima, quando stavo male per Eric lui era sempre lì, pronto a consolarmi, a dirmi che tutto andava bene.
-Allora piccola Amy, che mi racconti di nuovo?-
Gli raccontai di quello che successe quella notte, e quando finii di raccontare non fui sorpresa di vedere una faccia entusiasta che mi guardava, -Quindi mi stai dicendo che tu e tua madre avete finalmente riallacciato i rapporti?!- -Si, lo so, è una cosa strana anche per me, ancora non ci credo, ma per la prima volta ho sentito di essere amata veramente, e tutto questo è solo grazie ad Eric- .
Stavamo camminando, quando ad un certo punto sento che qualcuno ci sta chiamando, mi giro e mi ritrovo Crystal, la mia migliore amica, così le corro incontro e l'abbraccio forte, non la vedevo da due settimane perché era partita con i suoi genitori per Barcellona. -ODDIO MA QUANDO SEI TORNATA?!?-
-Ehi ehi, calma, mi stai soffocando... Comunque sono ritornata stanotte, stavo venendo a casa tua per farti una sorpresa, ma mi sa che mi hai mandato tutto all'aria, come sempre- rise, -Mi sei mancata tantissimo- e mentre dicevo queste parole guardai dietro di lei, e volevo quasi sprofondare, non volevo vederlo. Luke Hale, il ragazzo "ribelle" della scuola, quello che mi ha reso 4 anni scolastici un inferno, nonché migliore amico di Dylan, stava camminando verso di noi con un ghigno divertito in faccia. Dalla sua espressione potevo solo immaginare che quella, sarebbe stata proprio una lunga giornata.

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