IV

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Il mattino successivo si rimisero in viaggio, avevano fatto colazione in modo veloce per poter tornare quanto prima a casa. Erano rimasti gli ultimi due Tom sulla lista e poi sarebbe tutto finito. In bene o in male; nessuno lo sapeva ma in fondo tutti ci speravano.
Julia era rilassata, il massaggio le aveva fatto bene al corpo e si sentiva una donna diversa, peccato che a vedere i due ragazzi il suo petto sussultò infastidito. Non era giusto, il destino li aveva fatti conoscere per una ragione, ne era certa, com'era successo anni e anni prima col suo Tom.
Harry e Louis si erano salutati la notte prima, guardandosi un po' insoddisfatti per il finale a sorpresa di quella giornata. Erano stati bene e poi le cose si erano rovinate, e nessuno dei due era certo di sapersi spiegare il perché, in fondo il mattino successivo alla loro notte insieme si erano rivelati entrambi tranquilli, come se fosse del tutto normale andare a letto.
Il viaggio in macchina fu quasi triste e silenzioso, i pensieri si fecero tutti più presenti che mai e non erano intenzionati ad abbandonare le loro teste molto facilmente. Si sarebbero dovuti separare quando quello sarebbe finito ed il tutto sarebbe potuto succedere nel giro di uno o due giorni massimo e nessuno dei tre era davvero disposto a dire addio. Non in quel modo, non dopo averci passato tutto quel tempo insieme, non dopo aver conosciuto segreti e piccole parti del loro essere che difficilmente avrebbero rimosso.
Quello era il pensiero che più torturava Harry e Louis, attanagliato con le unghie e con i denti alla loro carne. Harry aveva davvero paura di non poterlo dimenticare, di non riuscire a togliersi dalla testa quel paio di occhi azzurri da far affogare anche il più esperto nuotatore, di non poter dimenticare quel delizioso sorriso da cui spuntava fuori il suo dentino storto, di non poter scordare i baci e le carezze rubate, la notte che li aveva legati indissolubilmente nonostante l'ubriachezza molesta. E Louis aveva paura di tornare a casa propria, rivedere il volto del suo fidanzato e pensare di aver appena distrutto la sua vita. Probabilmente avrebbe dovuto essere più cauto, perché i suoi maledetti pensieri lo portarono a cercare il suo sguardo dallo specchietto retrovisore.
Lo guardò nel silenzio più totale, scrutando il suo profilo affilato ed il suo sguardo perso fuori dal finestrino. Non l'aveva mai visto tanto pensieroso come in quel momento. Solo qualche istante dopo si accorse della sua agenda aperta sulle ginocchia e la penna stretta fra le dita con tanta forza da temere di vederla spezzata.
Harry abbassò lo sguardo sulle parole che aveva scritto e si tirò nervosamente un labbro con i denti, strappandosi anche la pellicina. Era nervoso ed aveva paura che le cose si fossero incrinate più con un bacio che con quella notte di... sesso?, non lo sapeva. Senza volerlo, alzò lo sguardo ed incrociò gli occhi azzurri di Louis, che lo stavano guardando senza rimorso, senza far finta che fosse stato un caso, senza abbassarli. Erano lì che volevano stare quegli occhi, immersi in mezzo a quel verde da sogno in cui si sarebbe volentieri crogiolato, senza fare mai ritorno.
Julia se ne accorse, ma non disse, fece o pensò nulla. Aveva già fatto troppo per quei due, toccava a loro spingersi l'uno nella direzione dell'altro. Però sentì il peso opprimente della rinuncia nel petto. Non era così che desiderava andasse per Louis, non esistevano più quei maledetti tempi che separavano le persone; in quell'epoca Louis avrebbe potuto amare Harry per davvero, per come meritava. Lei aveva sofferto la separazione e l'ultima cosa che desiderava fare era vederlo rovinarsi la vita per sempre con un ragazzo a cui voleva bene sì, ma che non sarebbe mai stato abbastanza; abbastanza come lo era Harry.
Sospirò di frustrazione, perché non potevano abbattersi così. Capiva il peso opprimente di Louis, capiva il suo stato d'animo ma poteva percepire ancora meglio il senso di inadeguatezza di Harry, che lottava con se stesso per rimanere ancorato alla realtà e non lasciarsi trasportare a fondo dalla situazione. Era quasi gelosa della loro storia, se solo lei avesse avuto la possibilità di amare a quei tempi, non avrebbe mai lasciato Tom, non l'avrebbe lasciato andare mai per nulla al mondo.
Fu proprio qualche minuto dopo che Julia urlò. Fu tutto improvviso e quasi da panico, cosa che portò Louis a sterzare bruscamente al suo "Louis!" agitato. La guardò, voltandosi e si accorse del suo volto bianco, come se stesse per vomitare o peggio, svenire. "Devi tornare indietro, santo cielo, torna indietro!" riprese ad urlare. Louis provò ad aprire bocca ma notò lo sguardo mortalmente serio di sua nonna. Incrociò gli occhi di Harry, che nel frattempo aveva chiuso tutto preoccupato, e fece inversione assicurandosi che non ci fosse nessuno.
"Fermati! Fermati qui" pronunciò schiudendo le labbra. Louis ed Harry guardarono nell'unica direzione possibile e si accorsero di un paio di ragazzi, che dovevano avere la sua età, indaffarati nella raccolta dell'uva. Il maggiore si voltò verso il riccio e scosse la testa incapace di capire, forse perché non aveva abbastanza aguzzato lo sguardo, al contrario di Harry.
"Julia quello è-" però venne fermato dalla voce della donna che con aria trasognata pronunciò esattamente "Tom, è Tom da giovane". Louis sgranò gli occhi nel sentire quello scambio di battute e si voltò verso i ragazzi indaffarati per potersi accertare meglio di non essersi sbagliati. Ed effettivamente, una somiglianza sottile col primo ragazzo, abbronzato con una bella canottiera bianca, c'era. Forse era un caso, forse solo un inganno della loro fervida mente, ma Louis non riuscì a contraddire nessuno dei due.
Julia scese dalla macchina in fretta, sbattendo lo sportello con fin troppa forza. Harry la seguì a ruota e l'affiancò, avvertendo il suo stato d'ansia. "Forse ci siamo" mormorò lei contro l'orecchio del più piccolo, cosa che comunque Louis sentì una volta schieratosi vicino a loro. Harry non pronunciò parola, ma le sorrise e l'afferrò per una mano, contento di poter affrontare quella cosa con lei. Lei glielo lasciò fare e strinse anche le dita di Louis, che le sorrise più pacato e con lo sguardo meno speranzoso.
"Scusatemi ragazzi" li interruppe Harry stesso, facendosi avanti. Louis pensò che ormai quello fosse compito suo, perché ci sapeva fare decisamente meglio con la gente, il suo approccio era decisamente indelicato se considerava il loro primo incontro. "Stiamo cercando Tom Austin, è qui?" domandò un po' impacciato. Il ragazzo che somigliava tremendamente a Tom si fece avanti e sorrise ai tre nuovi ospiti, mentre il secondo dei cinque ammiccò verso Harry. Louis notò i suoi capelli corvini, diversi tatuaggi sul corpo e degli orecchini ad ornargli i lobi; fece una smorfia nel vederlo, perché posare gli occhi su Harry in quel modo era sbagliato, decisamente.
"Cercate mio padre?" sorrise arricciando gli occhi e Julia pensò fosse la copia sputato dell'uomo che aveva amato. Harry solo in quel momento si rese conto che in realtà quel ragazzo fosse decisamente più grande di loro. "Sì, potresti dirci dov'è? Dobbia- no, lei deve dirgli una cosa" si corresse immediatamente ed indicò la donna al suo fianco che pareva essere rimasta senza parole. Non doveva essere semplice ritrovarsi davanti qualcuno con le fattezze dell'uomo della sua vita, ma che non era lui del tutto. Ed era più che certo che stesse morendo di paura dentro, paura di scoprire che la sua vita era felice, visto il bel figlio che aveva, che avesse una bella moglie ad aspettarlo e una casa in cui vivere in pace, lontano dalla malattia che credeva lo avrebbe ucciso e dall'amore perduto della sua Julia.
"In questo momento è a cavallo, ma tornerà sicuramente a momenti" sorrise curioso e poi porse la mano a tutti e tre, presentandosi come Jack. Anche il moro si fece avanti, porgendo la mano a tutti quanti, mettendoci decisamente più enfasi e più forza quando fu il turno di farlo con Harry. Louis se ne accorse nuovamente ma rimase in silenzio.
"Volete assaggiare dell'ottima uva? Venite" propose il moro, che solo più tardi scoprì chiamarsi Zayn. Il riccio annuì con un sorriso dolcissimo, mostrandogli quelle adorabili fossette. Era geloso. Geloso. E non fu difficile ammetterlo sé stesso.
Harry comunque cercò lo sguardo del maggiore e poi gli tese una mano per trascinarselo dietro, con un labbro incastrato fra i denti. La strana elettricità di poco prima, in auto, era sparita e Louis decise di accettare l'offerta della sua mano perché non era pronto a lasciarlo già andare fra le braccia avide di qualcun altro.
"Assaggia" gli sentì dire, con la voce melliflua e gli occhi dorati. Lo stomaco di Louis si contorse quando gli avvicinò l'acino alle labbra, senza nessun tipo di pudore. Come poteva uno sconosciuto comportarsi così con una persona che aveva appena incontrato? Smise di domandarselo nel momento esatto in cui gli occhi di Harry divennero lucidi e si gustò la dolcezza dell'acino d'uva, leccandogli accidentalmente i polpastrelli. Si voltò col respiro spezzato in gola e guardò sua nonna, che gli sorrise apprensiva.
Harry guardò il ragazzo di fronte e pensò di non aver mai visto tanta bellezza in vita propria, peccato che dovette contraddirsi nel momento esatto in cui udì un sospiro alle sue spalle e si voltò per cercare il volto affilato di Louis. Gli vibrò il cuore al pensiero di averlo ingelosito, non era certo ma le sue spalle rigide e la mano di sua nonna poggiate fra le sue scapole - come a volerlo rassicurare - la dicevano lunga. Harry ci aveva riflettuto ed aveva capito il peso che portava addosso Louis. Anche se non conosceva il suo Chris, aveva capito che per lui c'era sempre stato, in ogni momento, e che sarebbe stato parecchio difficile rinunciare ad una persona che si era steso ai suoi piedi ogni giorno per evitargli di cadere e farsi male.
"Hai un sorriso meraviglioso, Harry" gli fece quel complimento con tutta l'intenzione di attrarlo a sé, di ipnotizzarlo e condurlo fra le sue fauci, ma Zayn aveva capito dell'evidente interesse che Harry nutriva per lo straniero che aveva con sé. Non poteva di certo biasimarlo in fondo, era bellissimo ed elegante come un cigno anche lui e trovarsi quel paradiso davanti era sempre parecchio difficile data la zona quasi del tutto isolata in cui viveva.
"Grazie Zayn" si mordicchiò le labbra ed accettò un altro chicco d'uva, gustandoselo silenziosamente. Vide Louis spogliare l'acino con maestria e poi spaccarlo a metà con le unghia per togliergli i piccoli ossicini di mezzo. Era meticoloso, sempre ordinato, ed Harry se ne rese conto da quei piccoli gesti. Era tremendamente bello, da far male allo stomaco, con quell'aria assorta e concentrata - forse più per evitare di guardare lui e la sua chioma di capelli leonini.
Per fortuna però, l'arrivo di un uomo a cavallo distrasse tutti quanti, portando Julia a voltarsi, esattamente come Harry e Louis. Guardarono con attenzione e Julia schiuse le labbra affascinata, gli occhi lucidi ed increduli. Allora Louis capì, capì che finalmente lo avevano trovato, che fino ad allora avevano cercato nel posto sbagliato, che quell'uomo fosse ancora vivo e tremendamente affascinate. In qualche strano modo gli ricordava il sorriso di suo padre.
L'uomo fermò il cavallo a pochi passi dal piccolo gruppetto, ormai fermo dal lavoro che avrebbero dovuto fare, e scese con grazia dalla sella. Julia lo guardò e sentì il panico invaderla, come se fosse stata investita da un'onda alta e forte di ricordi e sensazioni che credeva di aver dimenticato. Eppure era lì, con un bellissimo sguardo enigmatico, gli occhi azzurri - forse blu scuro - e le labbra pronunciate. Aveva perso un po' i capelli e portava uno strano baffetto bizzarro sotto al naso, ma Julia non poté crederci. Era Tom, il suo amato Tom. Il cuore le pulsò veloce nel petto, non credendo di poter provare ancora certe cose, come se fosse ancora la stessa ragazzina di quarant'anni prima.
Louis vide sua nonna e Tom squadrarsi in silenzio, i loro passi lenti ad avvicinarsi increduli e curiosi. Poi l'uomo parve riconoscerla perché schiuse le labbra e rimase senza fiato allo stesso modo. "Julia..." sibilò frenando la sua camminata. La studiò a fondo, ricordandosi della sua chioma di capelli, del suo sorriso, dei suoi bellissimi occhi. Non era cambiata così tanto, certo, l'età aveva fatto il proprio corso ma rimaneva ancora quella stessa ragazzina di cui si era innamorato a tal punto da volerla rivedere in punto di morte, come ultima cosa.
Quando aveva scoperto di esserne uscito, aveva lasciato perdere la faccenda. Non sapeva se perché Julia non volesse vederlo morire o perché non volesse più avere a che fare con lui e basta. Se solo avesse saputo, se solo avesse avuto un po' più coraggio, col passare degli anni, sarebbe corsa a cercarla.
Harry e Louis si affiancarono senza accorgersene e Louis gli sfiorò il dorso della mano con fare distratto, ma che in realtà pareva volergli dire che era felice per sua nonna, che finalmente stava andando tutto bene. Poi lo vide, Tom, fare un passo più lungo e gettarsi su sua nonna. L'abbracciò stretta e chiuse gli occhi, immergendogli una mano consumata dal lavoro fra i capelli.
Julia avvertì il suo dolce profumo, un misto fra uva e pini freschi, cosa che le mandò delle vibrazioni lungo le braccia.
"Non riesco a crederci, sei proprio tu" gli sussurrò contro un timpano, continuando a carezzarla. Visti da fuori, sembravano la cosa più assoluta e bella del mondo. Il loro abbraccio era stretto e ricercato, come se finalmente i due pezzi mancanti di uno stesso cuore si fossero trovati e si fossero uniti per tornare a battere più forte di prima. Harry sorrise emozionato e poggiò la testa sulla spalla di Louis, che trattenne il fiato e gli poggiò una mano sulla vita, delicato. Non era poi del tutto certo di poterlo fare.
Jack, il figlio di Tom, li guardò stralunato ma sorrise comunque, probabilmente non aveva mai visto suo padre tanto radioso in vita propria. Solo che, meritava delle spiegazioni a tutto quello. "Finalmente ti ho ritrovato" mormorò come una cantilena, piangendo sulla sua camicia. Tom la tenne stretta, intenzionato a non lasciarla andare per nessuna ragione al mondo. "Ti ho aspettata a lungo, sempre. Ho sempre sperato di poterti rivedere un giorno" le carezzò una guancia, spostandole i capelli dagli occhi, per poi guardarla. Aveva sempre quello stesso sorriso e quelle stesse rughe d'espressione attorno agli occhi. Era solo cresciuta d'età, ma rimaneva di sicuro la stessa ragazza che aveva conosciuto. "Se avessi ricevuto la tua lettera, sarei venuta molto prima", Tom la guardò un po' stranito ma si lasciò andare ad un sorriso splendente poco dopo, lasciando perdere. In quel momento desiderava solo stringerla e godersi quel momento a pieno, perché era certo che una cosa del genere non sarebbe mai più ricapitata. Harry e Louis rimasero stretti in quel modo e si guardarono solo per qualche istante, promettendosi di non fare uno sbaglio simile.

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