Avete mai sentito quello strano odore di "antico"? Non semplice e normale polvere, quella sottile e fastidiosa polvere che ti si infila nel naso. Quell'odore quasi dolciastro, temprato, come se fosse ricco di conoscenza e di ricordi di un passato lontano, dimenticato. Era quello l'odore che alleggiava in quella grande Chiesa, conosciutissima grazie alle opere di numerosissimi ed illustri poeti. Una figura di un giovane uomo, poco più di un diciottenne, attraversò la larga navata centrale, ponendosi dal lato opposto da cui era entrato. Si tolse il cappello, regalo di una donna amata ed odiata, e lo portò al petto, all'altezza del cuore, com'era solito fare davanti a figure illustri. Davanti a sè si ergeva una sobria tomba di marmo, non molto decorata. Sul sepolcro vi era impressa una scritta in latino: "Tanto nomini nullum par elogium."
"Mi ha chiamato, Creatore?"
Non si volse nemmeno, riconoscendo senza problemi la solenne ed elegante voce. Al suo fianco, a qualche passo di distanza da lui, era comparso un uomo più vecchio di lui, non di molto, ma quanto bastava per avere un carattere più maturo. I lunghi capelli quasi ramei erano raccolti in una lunga coda, lasciando libero un lungo ciuffo, posto davanti uno degli occhi, quello color smeraldo. L'altro occhio, color ambra, guardava con ammirazione il suo interlocutore, chiedendosi quale fosse il motivo per cui lo avesse chiamato nel suo mondo.
"Avvicinati Makiavelli, avvicinati." Fece il Creatore, accompagnando le parole ad un gesto della mano.
Makiavelli si avvicinò a lui, ponendosi al suo fianco: la differenza di altezza non era notevole, ma era evidente.
"Riconosci il nome dell'uomo sepolto in quella tomba?" Chiese nuovamente il Creatore, indicando davanti a sè.
Il Principe osservò la tomba, nonostante non conoscesse il latino.
"Nicolaus... Macchiavelli. È forse...?"
"Sì: è l'uomo a cui sei ispirato. Una sorta di secondo padre, insomma."
Makiavelli osservò interessato la sobria tomba, ammirando i resti di ciò che una volta fu un uomo dotato di grande ingegno politico. Non vi si poteva avvicinare troppo, sfortunatamente, a causa di alcune transenne che impedivano il passaggio. Osservò meglio la data impressa sopra la tomba, rimanendone sorpreso: "1527"
"Nonostante siano passati più di quattro secoli..." esclamò l'uomo, sorpreso. "Questa persona viene tutt'oggi ricordata per ciò che ha fatto..."
"Ti sembra incredibile?" Chiese il Creatore, neutro.
"A dir poco, Creatore..."
I due non si guardarono, tenendo lo sguardo ben fisso sulla tomba.
"Mi domando se mai sarò capace di raggiunger il suo livello..." sospirò Makiavelli, affranto.
"Suvvia, sei il Principe e l'Imperatore di Leonida, naturalmente saprai raggiungere il suo stesso liv-" il Creatore venne interrotto da una frase che lo sorprese.
"Ma verrò anche io ricordato dopo la morte?" Aveva chiesto, l'uomo.
Gli occhi del suo"Padre" erano sbarrati, fin troppo preso dalle parole da lui pronunciate. I due rimasero per un attimo in silenzio, non sapendo come continuare il discorso.
"Ciò..." tentò di dire il Creatore. "Dipende dalle mie capacità. Se riuscirò nel mio scopo, verrai ricordato, Makiavelli, ma prima di allora..."
La sua bocca si richiuse, facendo allegiare il significato nascosto di quelle parole oscure. Il Principe corrucciò la fronte.
"Creatore... perchè si svaluta?"
Fu il turno del diciottenne a corrucciare la fronte.
"La vedo sempre insoddisfatto, quando scrive si impegna al massimo, ma continua ad aver paura che sia troppo poco. E nonostante l'impegno, nonostante vi siano persone che le dicano che sta facendo un buon lavoro, lei continua a dubitarne. Non so come si comporti nella sua vita privata, ma sospetto che sia così anche per altri ambiti. O sbaglio?" Discorse il Principe.
Silenzio.
Nella Chiesa si sentiva solo il vociare degli altri visitatori. Poi si diffuse una leggera risata, quasi oppressa per non fare troppo rumore e non allertare gli altri turisti. Il ragazzo stava ridendo. Non delle parole in sè, nè per il tono in cui erano state dette, sembrava quasi una risata finta, di sorpresa.
"Oh, Maki, mi sorprendi sempre." Fece il Creatore, togliendosi una finta lacrima.
"Parlo sul serio." Il volto del suo "Padre" perse ogni sorta di ironia. "È qualcosa che noi Personaggi notiamo subito. E non siamo nemmeno gli unici a saperlo."
Il ragazzo chiuse gli occhi, smettendo di fissare il mondo che lo circondava, quasi come se si stesse chiudendo in sè.
"Perchè... perchè nonostante tutto ciò che io, come Autore, vi faccio, continuate ad essere maledettamente gentili con me? Non importa chi vi uccida, non importa ciò che vi faccia, voi continuate ad adorarmi. Perchè?"
Il Principe poggiò una mano sulla spalla del suo Autore.
"Perchè noi siamo i vostri figli. E i figli, nonostante tutto, amano i loro genitori."
Sul volto del ragazzo si dipinse un leggero sorriso e Makiavelli scomparve, ritornando nel suo mondo. Si rimise il cappelo in testa e passò a visitare il resto della Chiesa, con le parole del suo Personaggio che riecheggiavano nella sua mente.A un sì gran nome nessun elogio (è) adeguato.
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Attimi di Follia
RandomBrevi racconti di esperienze (o anche altri generi, non direttamente legati a me), creati, appunto, in un attimo di Follia.