Londra.
Il pallore della luce solare illuminava in modo tenue la camera. Magnus capì che il sole sarebbe completamente sorto a breve.
A pochi passi da lui giaceva Camille: gli occhi socchiusi, il petto immobile. Lo stregone non si sarebbe mai abituato all'assenza di quel gesto.
«Bonjour, ma petite étoile» le sussurrò, in un impeto di dolcezza.
«Che ci fai lì?» domandò la vampira, notando Magnus seduto su una sedia, accanto alla finestra.
«Osservo l'aurora» rispose tranquillamente l'altro, con lo sguardo rivolto oltre l'orizzonte. I suoi pensieri fuggivano via dalla mente.
Camille avvolse il corpo nel bianco lenzuolo di raso e si avvicinò lentamente alla figura dello Stregone.
«Ho fame, tu no?» chiese, mentre allungava un braccio per guardare meglio le sue unghie. Erano un po' sporche di sangue: chissà di chi, si chiese poi.
«Sai proprio rendere un momento poetico, mia cara» sussurrò Magnus, annoiato.
«Tu sai benissimo che io non sono quel tipo di persona» disse l'altra, sottolineando ancor di più il suo accento francese.
Magnus sospirò piano, pronto a dire qualcosa, ma poi non si espresse. Rimase solo a contemplare, con sguardo stanco, il solo che si faceva più vicino, e che inverosimilmente avrebbe fatto allontanare la sua amata Camille.
A volte, aveva l'impressione di essere solo usato da lei.
«Magnus, sai che provo affetto per te» disse Camille, ad un tratto, come se gli avesse letto nel pensiero. La sua voce era suadente e le sue mani bianche stavano accarezzando il collo dello Stregone.
«Ma tengo molto anche al mio cibo» continuò a dire, e si leccò il labbro superiore, con fare sensuale.
Fece scorrere la mano fredda sul petto nudo e scuro di Magnus, cominciando a sorridere.
«Abbiamo passato una bella notte, non credi?» La vampira si accomodò tranquillamente sulle gambe dello Stregone, che non la guardava, semplicemente continuava ad osservare il cielo. I leggeri pantaloni blu di seta gli fecero avvertire tutta la freddezza delle gambe di lei.
Osservò la curva dei suoi seni, e poi lo sguardo scese ancora. Respirò profondamente, ma quello che doveva apparire come un sospiro sembrò tutt'altro. Camille pensò che fosse frustrato dall'idea di non poterla toccare, o meglio, di non volerlo fare, in modo da non sembrare così bisognoso di lei.
«Ti amo, Camille» Sembrò solamente un sibilo.
Il sole ormai era sorto.
Lei ovviamente non rispose; si limitò a baciarlo e poi scomparve, nello stesso istante in cui un tiepido raggio di sole scaldò la gamba di lui.
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You Are Not The One For Me
FanfictionMagnus sospirò piano, pronto a dire qualcosa, ma poi non si espresse. Rimase solo a contemplare, con sguardo stanco, il sole che si faceva più vicino e che, inverosimilmente, avrebbe fatto allontanare la sua amata Camille.