Cosa ci faccio qui...?

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-.......cosa mi è successo...?-guardo in alto sbattendo le palpebre più volte per schiarirmi la vista,ma è del tutto inutile.Provo ad alzarmi,ma mi sento come attratta a terra e non riesco a muovermi. Sarà anche per la ferita che ho sulla coscia. Ho deciso di aspettare che mi ritornino le forze e provare ad alzarmi.Nel frattempo guardo cosa accade intorno a me. In realtà,non vedo gran che.....sarà per la forte luce puntata negli occhi. Il tempo sembra essersi bloccato. Non succede nulla. Saranno passate ore prima che la forte luce si affievolasse un po',permettendomi di vedere cosa c'era dopo il mio naso.......un trapano puntato alla mia tempia destra......un'altro alla tempia sinistra.......una lama puntata sulla mia fronte. Non posso muovermi,provo ad alzare le braccia ma sono come incatenate al suolo. La luce scompare all'improvviso,rivelando la misteriosa stanza in cui mi trovavo. Non era molto grande,eppure ci era entrato perfettamente l'enorme macchinario a cui ero legata. Si,quello a cui ero legata era una sottospecie di lettino di ferro,con dei ganci ai lati per metterci le catene che mi tenevano bloccati i polsi e le caviglie. Eppure,nonostante siano di ferro,riesco a liberare una mano per allontanare i trapani e la lama. Mi metto seduta e mi guardo intorno stranita,quando sento un dolore lancinante alla schiena. Cos'è questo dolore? Sentivo come se qualcuno mi stesse strappando la colonna vertebrale a mani nude. Nonostante il dolore riesco ad alzarmi e avviarmi verso la porta. Chiusa,ovviamente. Mi viene da bestemmiare,ma mi trattengo per non attirare l'attenzione di qualcuno. Esaminò bene la stanza. C'è una grata vicino ad una libreria,una di quelle grandi e polverose che trovi nelle case vecchie,con il legno in decomposizione. Per fortuna la grata era rotta e arrugginita. Sono riuscita a romperla,però tagliandomi con il ferro. Il sangue mi sgorgava puro sulla spalla,ma non ci davo caso. Avevo solo una cosa in mente: andare via di lì al più presto. La grata è piccola ma per fortuna io sono magra e bassa di corporatura,una di quelle ragazze che potresti chiamare:"la  magra di merda fortunata ad avere quel fisico"in realtà non mi piaceva come ero. Ho i capelli di un rosso fuoco con le punte leggermente nere e lunghi fino a sotto il sedere,la pelle chiara che sfiora il cadaverico,gli occhi grandi e.....grigi....grigi come la luna. Erano strani.....non erano umani......io non ero umana......non potevo esserla....però,tornando alla mia descrizione,nonostante fossi alta 1.65,ero molto formosa,soprattutto di seno. Ok,almeno su quello potevo vantarmi. Lasciamo perdere che è meglio. Un'ultima cosa. Il mio nome non è come quello degli altri,ma il mio nome è un numero:665,a questo numero corrisponde il nome:"Karina". Comunque,tornando a noi,riuscii ad entrare senza problemi nella grata umida e stretta. Comincio a mangiare lungo quel
corridoio di ferro......un corridoio che mi porterà alla salvezza....o alla morte. Però continuavo a ripetermi le stesse parole:
~devi uscire da qui.~

Un angelo dalle ali nereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora