Capitolo sei - provo a perdonare.

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Louis' pov.

È notte fonda, sto quasi per chiudere gli occhi e cadere nelle braccia di Morfeo quando sento delle urla, probabilmente di felicità, provenienti dalla camera di Mario. Quindi scendo dal letto, stando attento a non rompere nessun oggetto per via del buio, e mi nascondo dietro il muro, origliando. Sento parlare di bambini, chiesa e altre cose che hanno a che fare con la famiglia. Ma non capisco bene di cosa si tratta.

Sto per avvicinarmi di più alla porta quando sento dei passi avvicinarsi sempre di più.

《Lou, hei, cosa ci fai qui alle due di notte?》chiede Andrea.

Grande, Louis. Hai fatto una grande figura di merda.

《Io ho sentito delle urla e...uhm...volevo sapere cosa stesse succedendo》
《Ah, sta' tranquillo, va tutto bene》
《Ma, se non sono troppo indiscreto, vorrei sapere il perché della vostra gioia》
《Non sei affatto indiscreto. E comunque, la nostra gioia è data dal bambino che io e Mario adotteremo dopo esserci sposati》
《Voi...voi vi sposate?》
《Sì, tra qualche mese. Abbiamo anche deciso la data. E subito dopo adotteremo un bimbo o una bimba, dobbiamo ancora decidere》

Alle sue parole, divento improvvisamente triste. Perché di certo, quando Mario e Andrea saranno una famiglia a tutti gli effetti, non potrò restare a vivere con loro, anche se volessero che io restassi. Insomma, le spese sono già molte adesso tra la bambina e noi, figuriamoci con altri due bambini. E poi, mi sentirei come un vecchietto che viene assistito dai suoi figli perché troppo anziano, e non voglio sentirmi così. Io voglio essere indipendente, ma senza un lavoro come faccio? È ora che mi prenda le mie responsabilità.

Cercherò un lavoretto in qualche bar o pizzeria, giusto per guadagnare abbastanza denaro da mantenere i miei figli, anche se so che sarà impossibile farlo con ciò che si guadagna in quei posti.

《Allora, Lou? Non sei felice? Arriveranno altri due piccoli》
《Io credo che dovrò andarmene di qui, Andrea》
《Perché?》
《Quando tu e Mario sarete una famiglia a tutti gli effetti, non potrò restare qui per il semplice motivo che saremmo troppi da mantenere, tra pannolini per i miei figli ed i vostri, la roba e tante altre cose che sono indispensabili per un bambino. Voi avete fatto fin troppo per me, e io ve ne sarò immensamente grato per l'eternità, ma è arrivato il momento di essere più responsabile》
《Ma nelle tue condizioni, Lou, dove andrai a stare?》
《Chiederò ai miei genitori di ospitarmi, e, quando il bambino sarà nato, prenderò un piccolo appartamento》
《E come farai con le spese?》
《Cercherò anche un lavoro che mi sappia dare abbastanza denaro da mantenere i bambini》
《Ma non puoi lavorare, Louis. Tra un mese, tu dovrai metterti a letto fino a quando non nascerà il piccolo, e non potrai né puoi tutt'ora fare sforzi di alcun genere》
《Così mi sento inutile e di troppo》
《Non dire stupidaggini, Louis. Tu non sei inutile e tanto meno di troppo. Ora và a dormire e non pensarci più, eh?》
《Va bene》

Ritorno in camera mia e mi rimetto sotto alle coperte, provo a prendere sonno, ma incomincio a pensare al lavoro e a cosa potrei fare per mandare avanti i miei piccoli.

- - - - -

Mi sveglio alla buon ora, esattamente le dieci e mezzo, molto riposato e in pace.

Scendo dal letto e mi avvicino alla finestra, spostando le tende per scorgere il cielo azzurro che oggi sembra promettere una bella giornata.

È uno di quei giorni in cui mi sento felice, voglioso di uscire all'aria aperta e stare in mezzo alla gente. Tra l'altro, posso approfittarne per andare in giro e cercare qualche lavoretto. Ma né Mario né Andrea devono saperlo.

Dunque prendo della biancheria pulita ed entro in bagno.

Rimango nella doccia per un paio di minuti, poi, esco da lì dentro e, dopo essermi asciugato, ritorno in camera.

Mi vesto casual, con della roba presa a caso nell'armadio: dei jeans strappati al ginocchio, un lungo maglione rosa e delle Converse bianche. Dopo sistemo il ciuffo ribelle ed esco di casa.

Probabilmente dormono ancora tutti, perciò lascio un messaggio sul tavolino che c'è in salotto per avvisare loro della mia assenza.

Fa abbastanza freddo e le strade sono bagnate dalla pioggia di stanotte e gli alberi spogli delle loro foglie.

Cammino guardando dentro le vetrine dei negozi già aperti, quando mi scontro con una persona e alzo lo sguardo, incontrando il suo sguardo, i suoi occhi. Harry.

《Ciao, Louis》
《Uhm...ciao》

Il suo tono freddo e rigido mi spaventa: lui non è mai così, o almeno con me non lo è.

《Allora? Hai intenzione di spostarti o vuoi restare qui tutto il giorno?》
《Harry...》
《Vattene, Louis. Avanti, vattene. Non volevi che ti lasciassi in pace per sempre? Ora lo sto facendo》
《S-sì, ma non pensavo che mi avresti trattato così》
《Ti sto trattando nell'esatto modo in cui mi hai trattato tu per tutto questo tempo. Ti ho chiesto scusa un miliardo di volte, ti ho perfino chiesto di diventare mio marito, ma da te non ho ottenuto niente se non una risposta del cazzo o il silenzio totale. Sai perfettamente che io non ci sarò per sempre, non resterò qui a supplicare il tuo perdono mentre tu ti prendi gioco di me》
《S-scusa》
《No, Louis, no. Oramai le tue inutili scuse non servono più a niente, è tutto finito. Sei felice? Hai finalmente ottenuto la tua libertà》
《Non trattarmi così, mi dispiace》
《Ora capisci cosa ho provato per tutto questo tempo》
《Sono stato uno stupido, sì, ma prova a stare nei miei panni: dopo tanto tempo insieme, dopo momenti brutti e belli passati con te, ritorno a casa e cosa vedo? Il mio compagno, l'uomo che amavo più di ogni altra cosa al mondo, che baciava un altro ragazzo. Come credi che possa essermi sentito? Avrei dovuto per caso dirti bravo? Ti ho trattato così perché non mi fido più di te, Harry》
《Io però ti ho detto più volte che sono stato costretto a baciare Benjamin》
《Perché? Avanti, se vuoi sistemare tutto, dimmi una volta per tutte la verità》
《Non posso, Louis》
《Allora non ti lamentare quando ti tratto male》
《Forse è arrivato il momento che ti dica la verità》
《Fallo per me, per noi》
《È successo tutto perché avevo paura, maledettamente paura. Non mi sentivo in grado di accudire nostra figlia. Lo so che ti avevo promesso che saremo rimasti insieme, uniti per sempre, ma avevo fottutamente paura di sbagliare. Mi sono baciato con Ben perché non volevo dirti in faccia di non volevo stare più con te, e quindi mi baciai con quel ragazzo, comportandomi da vero codardo. Mentre con Max era tutto un piano, volevo semplicemente farti ingelosire》
《Questa è la verità?》
《Tutta la verità》

Non ci posso credere.

《Io non so che dire. Sei stato fottutamente codardo, un fottuto codardo》
《Mi dispiace tanto, Louis》
《Dispiace anche a me》
《Quindi mi perdoni?》
《Sì, ma sappi che non sarà più tutto come prima》
《A me basta sapere che ci sei, Lou. Siamo stati entrambi due stronzi, ed è arrivato il momento di dire stop a questo giochetto da bambini che stavamo facendo》
《Concordo》
《Ora però sta' zitto e baciami》

Mi avvicino a lui che dolcemente bacia la mia mano, e gli accarezzo delicatamente una guancia, facendolo sorridere. Poi, l'altra mano libera la intreccio alla sua e mi alzo sulle punte, baciandolo sulla bocca. Lui mi stringe di più a sé e sento il bambino scalciare: anche il piccolo ha sentito il suo papà.

Continuiamo a baciarci per dieci minuti abbondanti, senza interessarci dei passanti che, vedendoci, ci offendono in ogni modo. Se loro non capiscono il significato dell'amore, di certo non è colpa nostra.

E forse questa è la volta giusta.

Spazio autrice.

E salve a tutti! Sono tipo le quattro e io aggiorno a quest'ora, cosa totalmente normale lol. Ma anyway, i Larry sono ritornati insieme, ma chissà se questa volta sarà quella giusta. Mi scuso immensamente per aver aggiornato di ritardo e per aver scritto questo orribile capitolo. E niente, se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento e una stellina.
Goodbye xx.
P.s. scusate gli eventuali errori.

Di nuovo insieme? || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora