CAPITOLO 1

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Gennaio
HELEN
Era tutto buio. Riuscivo ad intravedere pareti di roccia attorno a me. Sembrava una grotta. Sentivo dei passi avvicinarsi. Cercai di muovermi ma mi resi conto di essere legata alla parete con dei polsini di ferro e catene. Provavo a divincolarmi ma tutto, ogni movimento risultava inutile, serviva solo a farmi più male. I passi si avvicinavano e la paura mi invadeva. Non so perché ma avevo la sensazione di aver già vissuto una volta una simile situazione, per non dire la stessa.
Un uomo adulto, alto, biondo, e di bell'aspetto, con fare altezzoso mi si parò davanti. Com'era arrivato fin qui al buio, senza nemmeno una torcia ad illuminare il cammino? E come facevo io a vedere così bene al buio?
Iniziò a parlare in una lingua che mi suonava familiare, eppure non riuscivo a capire molto. Continuava a chiamarmi Hella.
All'improvviso, non so come, vi fu un tremendo boato, iniziarono a cadere pietruzze dal soffitto e senti le mie braccia libere da ogni vincolo. Avevo rotto le catene. Ero stata io? Come avevo fatto?
Guardai d'istinto le mani e vidi qualcosa di orribile. Una mano era normale, semplicemente era segnata dal morso del polsino. Ma l'altra era strana, era la mano di un mostro, totalmente nera, piena di lividi e ferite profonde, ma non provavo nessun dolore, la pelle sembrava putrida. No,non poteva essere la mia mano. Era la mano di un morto! Ed io ero viva. Ero nel panico.
Mi sveglia di soprassalto, sudata e con il fiatone. Mi guardai intorno e vidi Samuel dormire beato, ignaro del mio incubo. Era bellissimo. Ed io ero così felice di poter finalmente dormire con lui, dopo tutto quello che era successo, finalmente eravamo insieme. Erano cambiate tantissime cose in pochi giorni. Cose belle e cose brutte. Così velocemente che ancora stentavo a crederci. Io e Samuel stavamo assieme, la mia migliore amica era stata rapita per colpa mia, io ero una sorta di vampiro o qualcosa del genere, sicuramente ero poco umana (ma questo l avevo capito da sola in fondo), mi allenavo ogni giorno, mi sforzavo di ricordare il mio vero passato e infine avrei dovuto combatterlo. Avrei dovuto combattere il mio passato, Michael, colui che probabilmente aveva rapito Layla. Insomma veramente troppe cose! Il mio povero cervello non sopportava bene questo stress. Però vedere il mio bellissimo ragazzo lì accanto a me nel letto mi tranquillizzò e decisi di riprendere a dormire, sperando di non avere più incubi. Non potevo sopportarli ancora. Da quando avevo iniziato l'allenamento ero stanchissima ma ogni notte mi si ripresentava sempre lo stesso incubo, mi svegliavo terrorizzata, stavo ore a guardarmi le mani, quasi come se mi aspettassi di vederne una imputridire e così finivo per passare la notte insonne. Ma questa notte non potevo permettermi di restare sveglia, l'indomani avrei iniziato il vero allenamento, fin ora mi ero solo riscaldata, avevo iniziato a potenziare con un pò di stretching e qualche peso la mia muscolatura, che grazie alla pigrizia che mi contraddistingueva e la mia avversione assoluta per la palestra era fiacca, e non potevo permettermi di essere debole, non avrei potuto destreggiare una spada né combattere in alcun modo con avversari molto molto più forti e grossi di me, adesso però dovevamo fare sul serio, adesso si combatteva un pò finalmente e magari avrei iniziato a ricordare il mio passato, avrei ricordato chi ero, anche se a Samuel faceva paura io dovevo farlo, se volevo salvare me e ciò che di più caro avevo non avevo scelta se non ricordare, ritrovare me stessa e combattere. Non conoscevo i piani di Michael ma dovevo sconfiggerlo, ed ero l'unica a poterlo fare! Non mi sarei mai tirata indietro. Mai! Io dovevo salvare Layla, il mio rapporto con Samuel, i miei amici ma innanzitutto me stessa!

Ambra Infuocata 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora