IL COLLOQUIO

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CAPITOLO 1

Il sole era coperto da pesanti nubi grigie e ciò rendeva ancora più triste la Sua giornata, iniziata già molto male con un'efficacissima secchiata d'acqua in faccia. Sua madre doveva essere proprio esausta di aver a che fare con Lui.

Era arrivato il momento di farsi coraggio ed entrare in quell'enorme edificio, così attraversò con molta poca attenzione la strada, non gli sarebbe dispiaciuto essere investito da qualche auto, e si fermò di fronte all'immenso portone d'accesso. Era alto più di 8 metri e largo 4 ma non era solo la grandezza a renderlo imponente, era totalmente ricoperto di decorazioni in oro, rappresentanti delle particolari figure geometriche che lui non capiva, però c'era una decorazione che Lo colpì profondamente. Sopra il portale era poggiato un enorme cerchio giallo con una "P" rossissima al centro.

La sua mente fu attraversata da tantissimi ricordi felici ed uno straordinario sorriso gli si allargò sul viso. Era proprio il logo della pizzeria dove suo padre lo portava sempre. Ma quel sorriso durò solo qualche infimo secondo.

<Dove diavolo sono finito?> pensò preoccupato. Con il viso rivolto verso l'alto, continuava ad ammirare spaesato quell'imponente struttura ed improvvisamente si ritrovò all'interno.

Un forte odore di disinfettante gli penetrò nelle narici, facendogli contorcere la faccia in un'espressione disgustata e alquanto buffa.

La Hall era immensa e luminosissima, ma la luce non entrava dalla finestre, proveniva esclusivamente dall'elevatissimo numero di faretti laterali posti uno vicino all'altro e dalle luci del soffitto. La gigantesca stanza era piena zeppa di gente. Chi seduto sui divanetti, chi in piedi, tutti però concentrati sui due lati della Hall, perché al centro c'era un sentiero di mattonelle rosse che portava alla Reception. Il lato opposto all'entrata era dominato dal megalitico banco in marmo bianco della Reception, ai cui lati svettavano, poste simmetricamente, due rampe di scale, decorate in oro, che portavano ad un piano rialzato dove c'erano molte porte e numerosi ascensori.

Il gioco di luci, dato dalla forte illuminazione e dai riflessi del marmo e dell'oro era talmente straordinario che Lo costrinse a distogliere lo sguardo. Al centro del grosso blocco di marmo c'era il logo con il cerchio giallo e la P rossa, ma non era assolutamente paragonabile alla maestosa grandezza di quello presente sulla parete antistante al portone monumentale d'accesso.

La struttura, anche se progettata per impressionare ed incutere timore, non lo impressionò affatto e non lo disturbò più di tanto, infatti dopo pochi secondi riuscì ad abituarsi alla luce. Apprezzò molto il colore delle mattonelle del pavimento. Adorava il rosso, anche se preferiva il nero.

<B-Buongiorno > disse, una volta arrivato alla reception, alla donna dietro al bancone, intenta a firmare una pila di documenti.

<Buongiorno! E' qui per il colloquio? > gli rispose la segretaria, alzando la testa e rivolgendogli uno sguardo vuoto e disinteressato. Era truccata pesantemente di nero e Lui la trovò abbastanza fuori luogo in quel contesto così radioso.

<Si..il mio nome è...>

<Sisi tranquillo> lo interruppe bruscamente la donna, <Si accomodi ai lati della Hall, lasciando libero il passaggio al centro, grazie! La chiameremo noi!> Detto questo, chinò la testa sui documenti e con la mano, prima rimise dietro l'orecchio un ciuffo di capelli rossi cadutole davanti ai suoi occhi e poi gli fece cenno di andarsene.

< Come diavolo mi farai a chiamare se non sai neanche come mi chiamo, brutta megera> le sibilò, offeso dalla sua antipatia, ma la donna non lo degnò neanche di uno sguardo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 14, 2016 ⏰

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