Capitolo 3 "Caffè freddo e nuove Amicizie"

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26 Marzo 2013

Stava di nuovo sognando paesaggi glaciali. Un'aspra tundra che si estendeva ovunque, blocchi di ghiaccio alla deriva sulle nere acque dell'Atlantico, montagne incappucciate di neve, città scavate nel gelo con torri scintillanti come quelle della Tower of London. Davanti alla città gelata c'era un lago , anch'esso ghiacciato. Ella stava scivolando giù per un ripido pendio, cercando di raggiungere il lago, anche se non sapeva bene perché. Magari stava sfuggendo dal grande Dothraki che sognava ogni sera il quale si insinuava sempre nei suoi sogni solo per inseguirla e ucciderla. Due figure incappucciate , sorgevano al centro della distesa gelata. Avvicinandosi a essa, slittando sulla discesa, con le mani che le bruciavano a contatto con il ghiaccio e la neve che le riempiva le scarpe; si accorse che uno dei due individui era un ragazzo di sua conoscenza ma non riusciva a capire chi era a causa del volto sbiadito. I capelli erano chiari come tutto il ghiaccio che li circondava. Christian. E accanto a lui c'era quel ragazzo che aveva incontrato poco tempo fa, quel ragazzo che le aveva fatto provare un sentimento come mai nessuno glielo aveva fatto provare. La sua chioma scura simile alla deriva dell'Atlantico. Quando il ragazzo si allontanò da Christian e iniziò ad avanzare verso di lei, anche la sua faccia iniziò a sbiadirsi ma allo stesso tempo la sua faccia si stava colorando di bianco oro lucente. Ella scivolò sugli ultimi centimetri che la dividevano dalla superficie gelata del lago e crollò sulle ginocchia, esausta. Aveva le mani bluastre e sanguinanti, le labbra screpolate e i polmoni che si inaridivano a ogni respiro gelato.

-Tu...- sussurrò Ella

Lui era lì, a rimetterla in piedi avvolgendola tra le sue braccia. E lei era di nuovo calda, il disgelo le partiva dal cuore e le percorreva tutte le vene, riportando in vita mani e piedi e provocandole un formicolio a metà fra dolore e piacere.

-Ella, mia dolce Ella- le disse il ragazzo accarezzandole teneramente i capelli.

- Come sai il mio nome? Io non ti conosco e non conosco nemmeno il tuo nome. Almeno dimmi come ti chiami!- le chiese Ella.

-Shhh non ha importanza! Mi prometti che non griderai?

Gli occhi di Ella si aprirono. Per un istante fu così disorientata da avere l'impressione che il mondo le girasse attorno, come fosse a bordo di una giostra impazzita. Era in camera sua, a casa sua. Il solito materasso sotto di lei, il guardaroba con lo specchio incorporato, la fila di finestre che davano sull'immenso quartiere di Leicester Square, il calorifero che sibilava e lanciava schizzi. Una luce tenue si insinuava da fuori, un vago chiarore rosso aleggiava intorno al rilevatore di fumo sopra l'armadio. Era sdraiata su un fianco, sotto una montagna di coperte, e si sentiva la schiena piacevolmente calda. Un braccio le penzolava giù dal letto. Si chiese che ore fossero.

Ella's pov

Guardo l' ora e mi accorgo che sono le 6.30 di mattina. Merda sono in ritardo. Mi alzo dal letto svegliando Neve che stava dormendo beata sul mio letto mentre sento Acqua e Sapone che sta scaricando come ogni giovedì e subito penso " come mai il rumore dello scarico oggi non è riuscito a svegliarmi?"... poi improvvisamente ripenso al sogno che ho fatto stanotte; ho sognato lui che sapeva il mio nome e che veniva a salvarmi insieme a Christian e che mi guardava con i suoi occhi marroni pieni di amore e affetto per me... scuoto la testa per togliermi questa immagine dalla mente mentre apro il mio armadio e scelgo velocemente cosa potrei mettere visto che la sera precedente non ho fatto in tempo a prepararmi i vestiti dato che ero stanca morta per tutto quell'allenamento con Max; "maledetto Max". Alla fine opto per un top blu e i jeans a vita alta strappati con le mie adorate converse bianche. Devo ammettere che io amo portare sia le scarpe normali che quelle col tacco; non sono una di quelle ragazze che amano portare o solo le scarpe basse o solo quelle alte. Sistemo i miei capelli in una crocchia disordinata "Edwards devi lavarti i capelli" è il mio inconscio che dopo una bella dormita si risveglia acida come sempre e inizia a criticarmi! "Dopo! Ora non stressarmi e torna a dormire" le rispondo. Mentre sono immersa nel "dialogo" con la mia dea interiore sento il telefono che mi vibra

After The Storm, The Sun Will Smile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora