Capitolo VI

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Vienna, 16 marzo 1815



Il rumore di una frusta spezzò il silenzio. Allison sprofondò con la faccia nella neve, mentre all'angolo con la Bräunerstraße un lacchè in livrea aiutava una dama a salire sulla carrozza, rimuoveva il predellino e dava cenno al cocchiere di speronare i cavalli. La ragazza stava vomitando ripiegata su se stessa, quando la vettura passò loro di fianco. Gli zoccoli dei due stalloni smossero incurantemente zolle di terra sporca. Qualcuno si chinò su di lei dopo che fu scomparsa dietro l'angolo, dandole qualche leggero colpetto sulla schiena per aiutarla a rimettere. Non riusciva proprio a concentrarsi su nient'altro che non fosse il buco che aveva allo stomaco, al momento, né a capire dove si trovassero o che cosa fosse successo. La bile le risalì in gola, facendola piegare per la seconda volta.

«Alzati, dai» mormorò Peter. «Non hai chiuso gli occhi, vero?».

Lei si pulì l'angolo della bocca con un lembo del mantello. Non era neppure sicura di essersi liberata del tutto. Per di più, il saporaccio che avvertiva sulla lingua le faceva contrarre ancora di più lo stomaco, provocandole nuovi conati e nuovi capogiri. Le vista le ritornò normale, per fortuna, dopo qualche istante, permettendole di scorgere, affondato per metà nella neve spessa e nel molle terreno sottostante, l'Orologio di Camille. Allison lo agguantò, osservò il vetro graffiato e sporco sul quadrante, che nascondeva le lancette dei minuti e gran parte del numeri romani, poi, alla fine, spazzolò con un mano la neve sulla cassa, da cui sporgeva la corona girevole con cui lo si regolava.

«Ti ringrazio per non avermi avvertita» gracchiò, rimettendosi a fatica in piedi e infilandolo al sicuro in una manica interna del mantello.

«Non parlate» li ammonì Dorian, poco distante.

Allison ammutolì all'istante, volgendosi a guardarlo. L'ex Non-Bruciato si confondeva, nella notte, sospinto dal vento invernale che spirava alle sue spalle, ululando. Il Graben, poco lontano dalla Stephanplatz, era fiancheggiato da entrambe le parti, da lussuosi ed alti edifici, e si intersecava in una fitta rete di altre viuzze secondarie. Dall'altro lato rispetto al punto in cui si trovavano loro, proprio sul ciglio della strada, c'era un gruppetto di donne di diverse età in abiti succinti che aspettavano. Il loro vociare li raggiungeva fin lì, distorto dal fischio della corrente.

«Cosa succede, Dorian?» domandò Peter, trasalendo, quando incrociò lo sguardo mortalmente serio dell'altro.

Il giovane lo squadrò con circospezione. «Non lo riconosci?».

Il Lancettiere si guardò intorno, all'inizio confuso, poi sorpreso, come se avesse appena avuto un'intuizione. Lei lo fissò, cercando di capirci inutilmente qualcosa.

«Che c'è che non va?» incalzò, calamitando la sua attenzione su di sé.

«È questo il posto» le disse a fatica. «È qui che Balthazar Vaudémont ha incontrato il destinato».

Lei aggrottò la fronte. «Come fate a saperlo se voi non eravate lì?».

L'ex Non-Bruciato annuì, comprendendo la sua perplessità. «È normale che possa sembrarti strano, perché è vero: non eravamo presenti. Prima del tuo arrivo, però, siamo stati per un po' in quest'epoca, a Vienna nel 1815, dal momento che correva voce sarebbe stata la meta del tuo primo viaggio nel tempo; forse, era una frottola inventata da qualche Mineralista, che voleva ricavarci su del denaro... alla fine, abbiamo scoperto che non era altro che un depistaggio pianificato dall'Ordine per distogliere l'attenzione degli Usurpatori dalla tua vera destinazione...».

«... e invece, anche gli Usurpatori hanno deciso di giocare sporco, non è così? Com'è possibile, però, che voi sappiate che il loro incontro sia avvenuto proprio qui, in questa strada?».

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