- Chi mette i bastoni tra le ruote?-
Una bambina di sua conoscenza, dalla chioma ramata, fissava lui e il dottor Agasa con sguardo sospettoso.
- Ah, c-ciao Ai...- balbettò il bambino.
- Allora?-
- Beh... Ecco noi... Stavamo parlando... Stavamo parlando di... Di Ran!
- Di Ran?-
- Sì perchè, insomma, stiamo organizzando un campeggio, e speriamo che Ran non ci dia qualche problema tutto qui.- Sì, forse come scusa potrebbe anche funzionare.
- Un campeggio... in inverno?- Come non detto...
- S-si, pensavamo di andare in montagna, sulla neve, ecco...-
- Capisco... Allora vado in laboratorio. Non disturbatemi.-
E così dicendo, la piccola scienziata si allontanò, sotto lo sguardo dei due, in direzione dello scantinato, trasformato dal professore apposta per lei in modo che possa lavorare all'antidoto.
Conan tirò un sospiro di sollievo. Sembra non sospetti nulla.
Meglio così, ora lui e il dottor Agasa potevano agire indisturbati.
L'hotel in questione si chiamava Hotel Sakurasaku. Una struttura molto piccola, abbastanza squallida, la hall era ridotta male, come se non venisse pulita da secoli.
-Non capisco a cosa servono le telecamere qua dentro! Questo posto, detto in termini gentili, fa davvero pena!-
Detto in termini gentili, eh?
-Beh, in qualche modo deve interessare ai nostri amici vestiti da funerale. -
- Eh, già. Adesso però è il caso di continuare a investigare.-Bene.
Adesso di sicuro vi aspetterete che io vi racconti di come quei due smontano l'albergo (anche se cadeva già a pezzi) alla disperata ricerca di qualche indizio, su gli uomini in nero.
Ma non lo farò.
Alla fine i due, escono dall'albergo, esausti e inoltre anche a mani vuote, visto che dei tizi vestiti da funerale, neanche l'ombra.
FANTASTICO.
Ma cambiamo ambientazione.
............................................
Sono seduta qui a lavorare da ore ormai.
Non so che cosa mi stanno nascondendo Shinichi e il dottor Agasa.E non mi interessa.
Potrebbero aver trovato qualche indizio che porta agli uomini in nero.
Potrebbero aver scoperto che stanno tramando un attentato alla regina Elisabetta.
Ma io di qui, non mi muovo.
Non dopo quello che ho scoperto.
Non adesso che sono sicura, che se Shinichi verrebbe a sapere della mia scoperta, potrei perderlo per sempre.
Devo capire.
Capire come posso evitare ciò.
Perché non può essere possibile.
Sono qui, da ore a lavorare.
E gli occhi cominciano ad affaticarsi, e sono costretta a sbattere più volte le palpebre, per poter poi ricominciare a premere lettere e simboli su questa dannata tastiera.
La testa mi pulsa, provocandomi un dolore lancinante, impedendomi ancora di più di concentrarmi.
Ma io non do' retta nemmeno a quello ormai.
L'unica cosa che conta adesso per me è lavorare.
Lavorare, senza sosta.
Lavorare giorno e notte.
Perché?
Pensavo si fosse capito ormai.
Continuo a lavorare, ignorando le continue richieste di riposo da parte del mio corpo, che ormai, sta trovando più di una via d'uscita per farmelo sapere.
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Perché amare è così difficile?
Fanfiction-È una cosa strana la vita. Un giorno sei il detective più famoso del Giappone, e il giorno dopo sei solo un comune bambino delle elementari. Un giorno sei convinto di amare la ragazza che conosci da tutta la vita, e il giorno dopo tutte le tue conv...