Capitolo 1.

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Tutto deve essere perfetto.

La parola "perfezione" è la preferita della mia famiglia. I miei genitori programmano la loro vita alla perfezione e vogliono che le loro figlie siano perfette.
Mia sorella Skylynn è l'archetipo di tutto ció: è di una bellezza fuori dal comune, ha una vita sociale molto attiva, è sempre allegra, solare, divertente e gentile.

Non la sopporto.

Per loro sfortuna, i miei genitori hanno anche me come figlia e io sono esattamente il suo opposto: non mi sento nemmeno un briciolo graziosa, tendo a chiudermi in me stessa, ho un carattere che non si può assolutamente definire gentile e non ho amici.
Non credo nell'amicizia: gli amici sono i primi che ti feriscono, conoscono tutti i tuoi punti deboli e ti fanno sentire vulnerabile.
Non mi piace.
Molte persone hanno cercato di convincermi a cambiare il mio carattere ma io non voglio: di Skylynn ne basta una.

"Sarà tutto perfetto questa sera!" grida mia sorella con quella voce fastidiosamente acuta.

Questa sera lei inaugurerà l'inizio del nuovo anno scolastico organizzando un'enorme festa in un locale che abbiamo affittato. Io detesto quelle feste: non mi piacciono i posti troppo affollati, non sopporto quella orrenda musica che è sempre ad un volume esageratamente alto e soprattutto non sopporto gli invitati.
Ogni anno Skylynn invita tutta la scuola al suo grande evento e cerca sempre di farmi socializzare con il suo gruppo di amici, dei festaioli sbandati con cui non voglio aver niente a che fare.

"Chloe, per favore, oggi comportati bene e vestiti in modo carino: non voglio che accadano imprevisti questa sera o che combini danni. Non devono assolutamente succedere cose come quelle dello scorso anno."
Ricordo benissimo ciò che era successo l'anno scorso. Mi stavo annoiando terribilmente e avevo deciso di tornare al tavolo del buffet per prendere un'altra fetta di torta. Appena misi la fetta di torta nel piatto e mi voltai per tornarmene nel mio tranquillo angolino a leggere, inciampai su qualcosa e caddi sopra a Isabelle che stava ballando proprio dietro di me.
La panna della torta le sporcó tutto il vestito, lei fece una scenata pazzesca e la festa non si concluse esattamente nel migliore dei modi.
Isabelle è la ragazza più popolare della scuola e i nostri genitori putroppo sono molto amici: io le sto antipatica mentre invece adora mia sorella. Skylynn e io non andiamo d'accordo ma per quanto riguarda Isabelle la pensiamo allo stesso modo: è una ragazza isterica, vanitosa ed egocentrica.

"Skylynn, non rompere, non succederà nulla... E poi sai bene che se dipendesse da me resterei volentieri a casa" le rispondo infastidita.
"Ma non puoi restare a casa!!! Sono settimane che ti ripeto che voglio che tu sia presente stasera perché cosí ti farò finalmente conoscere James" dice raggiante mentre uno strano sorriso le illumina il volto. James è un ragazzo che ha conosciuto durante una vacanza studio a New York. A quanto pare questo ragazzo verrà quest'anno a studiare qui a Santa Monica e l'iperattiva non vede l'ora di farmelo conoscere.
Sbuffo e vado a sistemarmi per la festa.
Dopo aver fatto una doccia per rinfrescarmi un po', vado in camera mia e indosso un paio di jeans e una felpa. Mia sorella di sicuro non sarà felice del mio abbigliamento e penserà che non mi vesto in modo consono ad una festa ma sinceramente non mi importa.

Esco di casa e mi dirigo verso il locale dove si terrà quella tortura.
Skylynn mi ha supplicato di andare prima per controllare che tutto fosse a posto per stasera: per una volta ho deciso di farle un favore, anche se la cosa stupisce pure me.
Arrivo al locale e vedo che ci sono già i camerieri che abbiamo ingaggiato per la festa. Decido di aiutare a disporre il cibo sui piatti e dopo aver sistemato sul grande vassoio anche l'ultimo salatino decido di andare fuori dal locale a buttare tutte le scatole di cartone.
Sono talmente tante che non vedo dove vado e appena mi ritrovo in strada vado a sbattere contro qualcuno e mi cadono tutti gli scatoloni a terra.
"Ehi, guarda dove vai!"dice una voce maschile piuttosto irritata.
"Beh certo che sei molto furbo anche tu: vedi una ragazza che tiene tra le braccia delle enormi scatole di cartone e non ti preoccupi nemmeno di lasciarla passare, ma anzi le vai addirittura addosso" rispondo stizzita.
Mi ignora ed entra dalla porticina sul retro del locale, da cui sono appena uscita.
"Guarda che quello è un ingresso riservato, non puoi entrare da lí!"dico con un tono di voce decisamente troppo acuto.
Il ragazzo bruno si volta a guardarmi.
"Faccio parte dello staff che si occupa dell'organizzazione della festa" mi dice in tono altezzoso.
Scuoto la testa e me ne vado. Come ho fatto a non pensarci? Di sicuro sarà uno dei camerieri che abbiamo assunto. Spero solo di non avere mai più a che fare con lui. Non gli ho parlato molto ma quel poco mi è bastato per capire che è davvero una persona snervante.
Torno a casa e aspetto, con la stessa ansia che si prova quando si va al patibolo, che arrivi l'ora di questa maledetta festa.

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