Tre

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Dopo le vacanze di Natale decisi di informarmi di più,  lui si chiamava Simone, la cosa che non riuscivo a capire era come non lo avessi notato per tutto quel tempo.

'Perchè forse non te ne frega di nessuno quando la mattina a stento riesci ad alzarti dal letto?'

Avevo scoperto che la mia era una sbadataggine assurda, perchè la classe di Simone era pure sullo stesso piano della mia classe.

'Prima o poi se continuo così andrò a finire contro un muro, assurdo che non lo avessi mai visto'

Ora che sapevo di più su di lui mi incuriosiva.

Mi accorsi che ogni tanto, quando ci incrociavamo i nostri sguardi si scontravano, cercavamo entrambi di capire di più, ma allo stesso tempo continuavamo a non parlarci.

Fine dell'estate

Quest'estate è stata fantastica ma come al solito giunge al termine. Devo iniziare a vedere le cose da comprare per la scuola, e mia madre non fa altro che dirmi di domandare a scuola se qualcuno vende i libri usati.

Mentre scorro su Facebook mi esce Simone come richieste suggerite. Gli mandai un messaggio.

Io: "Hai venduto già i libri?"

'Tentar non nuoce'

Simone: "Nono"

Io: "Possiamo vedere se qualcuno combacia così me lo vendi?"

Simone: "Nessun problema, abbiamo tutto il tempo"

Io: "Sisi certo"

Simone: "Sempre antipatica eh"

'Cosaaaa? io antipatica? Mah"

Io: "Non sono antipatica"

Simone: "Allora sei acida solo con me?"

Ii: "Non sono acida, perchè lo sarei?

Nessuna risposta.

'Questo non sta bene!'

Qualche giorno dopo.

Simone: "Antipatica domani ti porto i primi libri della lista, solo perchè sei tu prezzo pieno"

Io: "Non sono antipatica, domani ti porto i soldi che ti devo, altro che prezzo pieno"

Simone: "Mi fai morire dal ridere. Qundi sei antipatica solo con me?"

Io: "Non lo sono e basta"

'Questo non sta bene, davvero'

Il giorno dopo

Le ore sembrano non passare più, io e una mia compagna iniziamo a parlare mentre la professoressa prova a spiegare.

-"Hai trovato chi ti vende i libri?"- gli domando così a caso.

-"Si, un ragazzo della classe affianco, mi sembra si chiama Simone, tu?"- disse lei guardando verso la professoressa per mostrarsi interessata.

-"Simone? Ma il ragazzo della classe che sta in fondo al corridoio?"- dico io trattenendo una risata.

-"Si, quello"- dice lei e girandosi subito verso di me quando mi sente ridere. -"Perchè ridi?"- dice incuriosita.

-"Ci siamo organizzati che oggi mi portava i libri a me, com'è possibile che li porta anche a te?"- cerco di ridere senza farmi sentire dalla professoressa.

-"Ma come? Aveva detto che li vendeva a me, la cosa non ha senso"- inizia a ridere anche lei, proprio mentre bussano alla porta.

-"Professoressa scusate posso dare i libri ad Alice?"- mi blocco di colpo dal ridere, guardo la mia compagna e poi vedo lui venire verso il mio banco.

Cerco il portafoglio quando sento la mia amica dirgli -"Ma non avevi detto che li davi a me i libri?"- inizio a ridere di nuovo, prendo il portafoglio e vedo Simone guardarmi.
 -"Per me è uguale, decidete voi" - dice lui mantenendo il mio sguardo.                                                         -"Oramai hai preso l'impegno con lei, io troverò qualcun'altro"- ero rimasta immobile alla scena.       
-"Allora li vuoi o no i libri?"- dice a me Simone.                                                          -"Si, tieni i soldi"- gli passo i soldi e lui mi mette i libri sul banco.                                                              -"Okkey, il resto è mancia"- sorride e sparisce.

'MANCIA? Ma se la sogna'

Esco dalla classe e lo raggiungo prima che rientri nella sua aula.

-"Mi devi due euro di resto"- lo fermo per il braccio.                                                           -"Davvero sei venuta fin qui per due miseri euro?"- dice lui ridendo e si mette le mani in tasca.             
-"Si"- la sua risata mi fa ridere e inizio a ridere anche io
-"Allora? Sto aspettando"-dico.                          
-"Non li ho, ho solo i soldi che mi hai appena dato"- dice frugandosi in tasca.                                   

'E poi sarei io la zingara'

-"Vabbene"- gli dico e vado verso la classe.

Questo tipo non sta bene, sapeva quanto dovevo dargli non poteva portarsi qualche moneta? Aah, menomale che la giornata è finita.

Messaggio da Facebook:

Simone: "Grazie per la mancia, ma in fondo sono pur sempre i miei libri"

Io: "Ti ho fatto un favore a prenderli"

Simone: "Potevo tranquillamente darli alla tua amica"

Io: "Si, ma li hai dati a me perchè io sono speciale"

Simone: "Tu sei speciale? Raccontami, scrivimi per messaggi però, non su Facebook"

Io: "Genio, non ho il tuo numero"

Simone: "Basta chiedere, *numero telefonico*, aspetto un tuo messaggio"

Questo ragazzo mi incuriosice.

Iniziammo a messaggiare e scherzare, per messaggi eravamo così schietti, mentre a scuola neanche ci slautavamo. Parlavamo di scuola, musica, giochi e cose varie.

-"Tieni questo è il libro di diritto"- disse porgendomi il libro.                                                               -"Grazie, tieni i soldi, mi devi un euro, sta volta lo tieni?- dico guardandolo in modo scherzoso.            
-"In realtà no"- lo guardai sbalordita -"Ma faccimo una cosa, ti offro qualcosa al bar"-                            
-"Qualcosa al bar? E cosa? Dove poi?"- sembravo scesa dalle nuvole.                                
-"Ci sentiamo dopo devo entrare in classe"- dice scappando in classe.

'Bah, questo ragazzo non sta bene!'

Qualche giorno dopo

Simone: "Hey allora oggi seconda?"

Simone: "Acida andiamo al bar?"

Simone: "Fattela una ricarica ogni tanto"

Io: "Avevo il telefono spento, scusami"

Simone: "Tra poco esci andiamo al distrubutore, ti offro qualcosa"

Io: "Sono già fuori"

Simone: "Sei ancora fuori?"

Io: "No, ora sono entrata"

Simone: "Appena entra il mio compagno esco, tu puoi uscire?"

Io: "Sto già fuori"

Simone: "Sto al distributore tu?"

Io: "In classe"

Simone: "MA CHE CAZZO"

Io: "Hahaha è proprio sfiga"

Altri messaggi, altri discorsi, altre risate vicino al telefono, altre sensazioni.


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⏰ Ultimo aggiornamento: May 22, 2016 ⏰

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