Break Free

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Ed eccoci qui.

Come ogni anno che si rispetti al mese di giugno,il preferito dagli studenti che non vedono l'ora di bruciare i libri e toccare finalmente l'acqua salata del mare che hanno salutato da ormai troppo tempo , sussegue quell'estate indimenticabile che viene programmata e ideata per tutto l'inverno e che poi non si rivela mai così entusiasmante così come si credeva.

E poi beh dopo l'estate,che non si sa come è letteralmente volata, ricomincia l'inferno...

Il cielo non è dei più belli,il suo azzurro è infatti coperto da nuvoloni grigi.

Tutto è silenzioso e tranquillo,ma un rumore che non sentivo ormai da mesi iniziò a invadere la stanza costringendomi ad aprire gli occhi svogliatamente.

La sveglia continuava a rimbobarmi nelle orecchie e cosi, cercando di farla smettere, la feci cadere provocando un rumore sordo.
Almeno non suona più pensai.
Ma non feci in tempo a finire la frase che l'odiato oggetto riprese a suonare come indemoniato.

Non c'è niente da fare pensai, mi tocca.

Così mi alzai e ancora con gli occhi chiusi andai a scegliere i vestiti da mettere.
Frugai nell'armadio ma non trovai niente che mi entusiasmasse,così alla fine scelsi un paio di jeans e una maglietta a maniche corte con un fiocchetto sulla schiena.
Mi era stata regalata per il compleanno e l' avevo sempre trovata uno strano regalo,poiché essendo nata a dicembre ,nessuno mi aveva mai regalato una maglia estiva.

Decisi di non fare colazione d'altronde finivo sempre per combinare pasticci come quando aveva sciolto il manico della caffettiera come non dimenticarlo!

Andai in bagno mi sciacquai veloce e passai a fissarmi nello specchio.
Non mi era mai piaciuta la mia faccia, diciamo che l'unica cosa che mi piacevano erano gli occhi misti verde marrone,ma anche quelli non li amavo più di tanto gli avrei preferiti di gran lunga tutti verdi.

Sulle guance avevo le lentiggini: con loro c'era un rapporto d'amore e d'odio , giorni in cui le amavo giorni in cui avrei voluto strapparle via.

Indossai un leggero lucidalabbra e spazzolai con forza i capelli.
Mi guardai ancora una volta e sospirai.
Presi poi lo zaino e scesi pronta per uscire.

-Tesoro aspetta un bacio alla mamma non usa più? -
Giusto mi ero dimenticata di dare un bacio a mia mamma.

Lei era l'unica parente che mi era rimasta insomma mio padre c'era, ma era in Canada.
Dopo la separazione con mia madre infatti aveva deciso di partire.
Mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi e mi aveva anche detto che mi avrebbe portato con lui in Canada quest'estate.
Beh non è successo nulla di tutto questo.
I primi di luglio mi aveva infatti chiamata dicendomi che era impegnato con il lavoro e che non poteva scendere giù negli Stati Uniti.
Si era scusato e mi aveva promesso che per natale ci saremo visti.
Non ero stata poi così triste, insomma ero molto più legata a mia madre, quindi il fatto di non vederlo non mi turbava più di tanto.
La cosa mi era sembrata però molto strana. Nonostante infatti, non avessi passato gran parte della mia vita con mio padre,in quei pochi anni avevo capito che tipo di persona era .
Era una di quelle persone che mantiene sempre le sue promesse e non capisco perché proprio ora non abbia dovuto mantenerla. Vallo a capire mio padre era sempre stato un po enigmatico.

Al posto di mio padre avevo però un bellissimo gatto siamese.
Era un maschio e si chiamava Mammo.
Mammo sarebbe infatti il nome "mamma" al maschile.
Glielo avevo dato quando avevo sette anni, l'estate in cui mio padre era partito per "un viaggio importante" così lo aveva definito mia madre.

Era estate ,luglio precisamente e ricordo che mia madre era tornata dal lavoro.
In mano aveva una scatola,me la porse e io la aprii velocemente per la curiosità e quando vidi Mammo la felicità mi pervase.

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