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Mi avrebbero uccisa. Non riesco tutt'ora a capacitarmi di tutto ciò, ma rimasi ferma su quel letto. Percepii dei passi lenti, e la voce di quello che parve essere Riker.

«Eve, è ora di divertirsi»

Spalancai gli occhi, fingendo di non capire.

«cosa?» sussurrai lentamente.

In tutta risposta mi afferrò per le caviglie, e mi tirò verso di lui. Il mio bacino era contro la fine del letto, e posizionò le mie gambe attorno ai suoi fianchi. Cacciai un urlo, prontamente soffocato dalla sua mano che premeva prepotentemente sulla mia bocca.

«devi stare zitta. Hai capito?» mi intimò. Rivolsi lo sguardo a Ross. Era sullo stipite, che osservava la scena con fare impassibile. Lo guardai supplichevole, e mi scrutò attentamente il viso, percependo la mia paura.

Lo vidi muovere a malapena le labbra, sussurrando uno «stai ferma».
Probabilmente anche lui preferiva questo. E non ci sarebbe stato da stupirsene, ero lì per questo. Utilizzata e uccisa.
Iniziai a dimenarmi, e fu quando Riker tirò fuori un paio di forbici, che mi paralizzai. Fissai impotente l'arma tra le sue mani mentre tagliava la mia t-shirt. Me la strappò, letteralmente, da dosso, lasciandomi in reggiseno. Mi accorsi poco dopo che le sue mani erano finite ad armeggiare con il bottone dei miei jeans, troppo occupata ad osservare le forbici che giacevano accanto al mio viso.
Rivolsi lo sguardo di nuovo verso la porta, impotente; lui non era lì.

hostage's diary ✄ rslDove le storie prendono vita. Scoprilo ora