Prologo

331 23 7
                                    


I dormitori erano stranamente calmi quella mattina. Tutti gli studenti erano profondamente
addormentati e le luci delle torce erano distrutte. Erik si alzò dal letto, si infilò un paio di scarpe e si
diresse verso la sala comune. Sembrava che non ci fosse nessuno. La luce color smeraldo che illumina la
stanza durante il giorno era debolmente presente. Era ancora buio fuori.
Erik quella mattina si ritrovò incapace di tornare a dormire quindi fece una doccia fredda e lesse un
libro. Ma nulla poteva togliere quellla sensazione di fastidio.
Una passeggiata avrebbe potuto liberare la sua mente, forse un'escursione alla Torre di Astronomia e
guardare l'alba con un sacchetto di caramelle Tutti i gusti+1.
Si, suonava un buon piano.
Dopo aver quasi rischiato la morte inciampando su un corpo di un serpeverde -dormiente (Meglio
specificare)- per terra, Erik decise che forse un po' di luce non sarebbe stata una cattiva idea. I
suoi compagni avevano fatto baldoria la scorsa notte con un Triwhiskey Cup. Avrebbero potuto ripulire
tutto.
"Lumos" disse prima di individuare il corpo del compagno su cui prima era inciampato che sbavava.
Erik si diresse verso i coridoi, aveva addosso solo dei pantaloni e una t-shirt del pigiama.
Faceva freddo fuori anche se era ottobre. Sapeva che a quest'ora Gazza era addormentato, sapeva che
sarebbe stato solo.
Si è preso il suo tempo, a volte chiacchierando tranquillamente con i fantasmi e i quadri appesi. Si sentiva
bene, ma era anche confuso...confuso, perchè non aveva dormito. Il suo cervello aveva pensato che fosse
un giorno di scuola ed aveva escluso il fatto che fosse attualmente il fine settimana. Ma questo non
spiegherebbe il motivo per cui si fosse svegliato alle quattro del mattino. Di solito i suoi giorni "Non-
sonno" erano a volte molto specifiche: anniversario (decesso dei suoi genitori) più o meno tutto il mese di
febbraio, i periodi di stress e così via. Oggi non era una data speciale e certamente non era stressante.
Quando finalmente raggiunse gli ultimi gradini della Torre di Astronomia, sentì che qualcosa era fuori
luogo. Una piuma...un rilegatore di metallo; qualcuno era lì.
Erik camminò di soppiatto attraverso la parete, non facendo rumore e cercando qualcuno con lo sguardo
attraverso il piccolo balcone. Quello che vide era un ragazzo in blu.
Un ragazzo con i capelli corti e scuri era seduto su una sedia di fronte al balcone. Teneva una penna in
una mano e una pergamena nell'altra. Stava scrivendo con la bacchetta poggiata in cima al suo orecchio
che emanava una luce soffusa blu. Improvvisamente la testa del ragazzo si voltò lentamente. Ma Erik
aveva fatto in modo di non fare rumore, come poteva il ragazzo sapere che era lì?
«Tu chi sei?» disse il ragazzo
Erik se ne andò dal nascondiglio e alzò la bacchetta.
«Vengo in pace. Sono Erik Lehns-»
«Erik Lehnsherr, io ti conosco. Abbiamo Pozioni, Difesa contro le arti oscure e Divinazioni insieme, non è
vero?»
Erik riconobbe il ragazzo. Stava al sesto anno come lui.
«Penso di si...si» Erik era ancora un po' confuso. Di tutte le persone che poteva incontrare, si imbattè
proprio in lui? Da quando è cresciuta le vena ribelle in quel ragazzo?
«Sono..»
«Charles Xavier. Tutti sanno chi sei. Mi dispiace averti spaventato»
«Nessun problema, amico. Come mai sei qui?» chiese Charles
«Non riesco a dormire. Sono venuto a vedere l'alba»
«Ah...proprio come me. Prenditi una sedia» Charles spinse una sedia nella sua direzione e poi si rimise
sulla sua.
Erik accettò 'offerta e si sedette accanto al ragazzo in blu. Aveva appena notato che i vestiti del ragazzo
erano del pigiamo Corvonero e dato che indossava anche lui il pigiama della sua casa, lui lo avrebbe
soprannominato "Il ragazzo in verde". Chissà cosa stava pensando il ragazzo in blu.
«Come hai fatto a sapere che ero lì?» Erik ruppe ancora una volta il silenzio.
«C'è stato un flusso costante di "suoni furtivi"; "Chi è questo"; e "Meglio non fare rumore"» Charles non
potè trattenere un sorriso all'adorabile confusione del ragazzo affianco a lui.
«Non capisco» disse Erik dopo un po' di silenzio
"Sono un telepate e tu gridavi i tuoi pensieri nella stanza" rispose nella mente Charles
«E' possibile...leggere i miei pensieri?» Improvvisamente l'aria si fece più confortevole
«Mi dispiace ho dato un'occhiata. I-io non avrei dovuto» balbettò Charles
«Non è colpa tua. Sono io quello che ha gridato» disse Erik
«Teoricamente parlando» Disse Charles facendo una piccola risatina.
«Già...» ancora una volta un silenzio confortevole cadde nella stanza. Ma loquace e inquieto, Charles non
poteva fare a meno di chiedere «Allora...Lehnsherr, non è un nome molto inglese» chiese timidamente
«La mia famiglia è di origine Tedesca, i miei nonni si trasferirono in Inghilterra dopo la seconda guerra
mondiale babbana. Io sono ebreo, si vede. Sono anche figlio di babbani»
«Parli tedesco?» chiese Charles affascinato.
«Si. io parlo Yiddish, francese, spagnolo...h viaggiato un po'» disse Erik offrendo un piccolo sorriso a
Charles che lo guardava con grandi occhi azzurri pieni di ammirazione.
«Oh davvero? Dove?»
«La Francia, la Svizzera, Russia...è complicato»
«Oh. Io ho vissuto in America per sette anni» disse Charles un po' attonito
«Davvero?»
«Si...Oh guarda!»
E con l'ultima parola, un bagliore scarlatto comparve all'orizzonte. Il sole che come ogni mattina
salutava il cielo, stava lentamente svegliando il mondo.





Angolo Autrice

Saaaaaalve! Eccomi qui con una long sulla Cherik. Spero che questa idea vi piaccia e che vi incuriosisca. Il capitolo è un po' corto e principalmente parla di come si sono conosciuti. Spero che lasciate una recensione. Chiedo scusa per degli errori.  Questa storia è staata pubblicata anche su efp.

Un bacio

Eternity About UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora